Sembrava un'innocua nonnina, accompagnata spesso nelle sue passeggiate dalla nipote o da giovani badanti. Ma in realtà «La Contessa», come veniva chiamata, era a capo di un giro di prostituzione e gestiva una vera e propria «casa di appuntamenti». Lo hanno scoperto gli uomini della squadra mobile della questura, che si sono imbattuti nell'arzilla anziana. La donna, c.r., 74 anni, si preoccupava infatti di reclutare avvenenti ragazze, procurare loro i clienti, contrattare il prezzo della prestazione e cedere in comodato d'uso la sua abitazione. La richiesta del servizio avveniva telefonicamente da parte dei clienti, e molto spesso veniva usato un linguaggio cifrato che a volte faceva riferimento a richieste di «generi alimentari» o «cappotti» o «coperte». In altre occasioni le chiamate sembravano volte a rintracciare badanti o domestiche.
La donna, per non destare sospetti, attendeva i clienti sul portone dell'abitazione assieme alla nipotina di tre anni, o l'incontro veniva contrattato in luoghi da definire, e, in alcuni casi anche nelle abitazioni degli stessi clienti. Ma «La Contessa» si preoccupava anche di tutelare la privacy delle sue collaboratrici, garantendo loro l'anonimato, anche nei confronti delle «colleghe». Nessuna, infatti, conosceva le altre o aveva idea di chi fossero. Ma i vicini di casa avevano notato da qualche tempo un via vai di giovani e appariscenti donne che salivano nella casa dell'anziana. Subito dopo arrivava qualche uomo, che citofonava, entrava nell'abitazione e ne usciva circa un'ora dopo. Nel servizio, secondo quanto accertato, erano compresi anche fazzoletti e preservativi. Il tutto in cambio del 50 per cento del pagamento pattuito, che variava dai 50 ai 150 euro a seconda della prestazione scelta. Alla donna gli agenti della squadra mobile sono risaliti nel corso di controlli mirati a contrastare il fenomeno dello sfruttamento della prostituzione.
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