Federico Marchi
La prossima potrebbe essere la settimana decisiva per il futuro della maggioranza sanremese di centrosinistra, guidata dal sindaco Claudio Borea. Sono infatti in programma, domani e venerdì prossimo, due riunioni del consiglio comunale che costituiranno una sorta di prova del nove per capire come, e soprattutto quanto, l'amministrazione potrà andare avanti. Venerdì, intanto, è già saltato un tassello con le dimissioni dell'assessore al Commercio Romeo Giacon, uno degli ideatori del progetto che ha portato Borea alla guida del comune matuziano. «La mia è una decisione dettata da motivi famigliari legati alla mia attività lavorativa - ha assicurato Giacon - nessun problema politico». Il fatto che però questo gesto sia stato compiuto proprio nei giorni più delicati che quest'amministrazione abbia fino ad ora vissuto, non può non essere considerato. «Le dimissioni dell'assessore Giacon mettono in evidenza ancor di più le contraddizioni di questa amministrazione - ha detto il commissario cittadino di Forza Italia Maurizio Zoccarato - Il tentativo di far convivere l'anima dell'estrema sinistra e lo spirito liberal-democratico di alcuni componenti è definitivamente fallita». Critiche e polemiche anche dai consiglieri di minoranza. «Credo che lo spazio libero in giunta accenderà gli appetiti dei molti che da tempo rivendicano riconoscimenti e poltrone - ha dichiarato il consigliere azzurro Giuseppe Di Meco - le ipotesi di rimpasto saranno l'occasione per alimentare i motivi di discordia all'interno della maggioranza, con il rischio di un ulteriore sbilanciamento a sinistra dell'Amministrazione Borea». Alleanza Nazionale, infine, auspica apertamente le dimissioni del sindaco Borea per andare ad elezioni anticipate nella prossima primavera. «A questo punto - chiede il commissario provinciale Paolo Strescino con i consiglieri Gianni Berrino ed Umberto Bellini - sarebbe bene, per l'interesse della città e dei sanremesi, che il Sindaco Borea e tutta la maggioranza si dimettessero per evitare ulteriori problemi e l'eventuale paralisi della macchina amministrativa».
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