Giustizia, Fli annuncia la crisi e apre a sinistra

Fini: "Sulla giustizia non ci siano questioni insormontabili ma su alcune è possibile una crisi di governo". Sul lodo: "No alla reiterabilità". Alfano frena: "Non è questione vitale". Fini apre ai comunisti. Berlusconi: contromosse per fermare il governo tecnico

Giustizia, Fli annuncia la crisi e apre a sinistra

Milano - "Mi auguro che sul tema giustizia non ci siano questioni insormontabili e che non ne scaturisca una crisi di governo, ma su alcune questioni che la riguardano questa possibilità c’è". In un incontro organizzato da Futuro e Libertà al Teatro Derby di Milano, il presidente della Camera Gianfranco Fini torna a porre la giustizia al centro del dibattito politico frenando sulla reiterabilità del lodo Alfano: "La legge è uguale per tutti. Noi vogliamo tutelare la funzione del presidente del Consiglio e non la persona".

Il dibattito sul lodo Alfano Sul dibattito relativo al lodo Alfano il presidente della Camera è tornato a ricordare che "la legge, piaccia no, è uguale per tutti". "Da parte degli amici o ex amici del Pdl sono polemiche fuori luogo - ha continuato l'ex An - noi vogliamo tutelare la funzione del presidente del Consiglio e non la persona. Questo significa che i processi devono essere sospesi ma non certo annullati e per questo siamo contrari alla reiterabilità del lodo". Dopo aver fatto riferimento alla situazione francese in cui viene tutelato il presidente della Repubblica, Fini ha spiegato che "sospendere il processo è giusto, non cancellarlo o fare un colpo di spugna che scarichi su altri questioni che potrebbero ledere i diritti di altre persone". "Non ci convince ridefinire i tempi del processo in modo retroattivo - ha ragionato il numero uno di Montecitorio - vogliamo legalità non giustizialismo, garantismo e rispetto del diritto".

La cultura della legalità Dopo aver detto più volte di non voler polemizzare e non voler toccare temi prettamente di attualità, Fini si è soffermato sugli obiettivi del partito, sulla necessità di avere una politica che abbia "una visione nazionale". Occorre dunque che si radichi "l’idea di nazione, ma per far questo occorre altro, e cioè la cultura della legalità, che è qualcosa di molto più impegnativo dell’omaggio che si fa alle forze dell’ordine che arrestano i delinquenti o, aggiungo io, a quanti li giudicano. La cultura della legalità è un abito mentale. Occorre avere chiaro che bisogna adempiere dei doveri, rispettare se stessi e gli altri". Tra la gente si è diffusa la sensazione, secondo Fini, che chi è rispettoso delle leggi è "un povero fesso" a differenza di chi "trova il modo di evadere, non pagare". In questo modo però "non si vincerà mai la lotta all’illegalità" mentre, ha ribadito, la legge è uguale per tutti.

La riforma elettorale "I cittadini devono essere di nuovo protagonisti della politica", ha continuato del presidente della Camera. "Se si fa appello alla sovranità popolare, il ragionamento deve essere completo - ha detto Fini - è sacrosanto che se si vota un candidato premier questo vada a Palazzo Chigi, ma bisogna anche dare agli elettori la possibilità di scegliere chi li rappresenta. Devono poter scegliere non solo il premier ma anche i deputati e i senatori". Per Fini scegliere i parlamentari "non significa tornare al voto di preferenza, che in alcune parti del paese è stato il cavallo di Troia della criminalità organizzata".

Il nodo giustizia "Noi non crediamo che si possa o si debba riformare la giustizia punendo la magistratura - ha sottolineato Fini - la magistratura non deve essere sottoposta, uso questa espressione, ad altri poteri e quindi nemmeno a quello esecutivo". "Questo è un rischio concreto", ha concluso il presidente della Camera augurandolsi tuttavia che "non si concretizzi". 

Ineleggibile chi ha condanna nella pa Fini ha fatto, poi, sapere che Fli presenterà un progetto di legge che renda ineleggibile e quindi non candidabile chi è stato condannato in via definitiva per reati contro la Pubblica amministrazione. "E' venuto il momento per un provvedimento ad hoc - ha detto Fini - per far sì che chi è condannato in terzo grado per reati contro la pubblica amministrazione, magari con l’eccezione dell’abuso d’ufficio, non sia ricandidabile e quindi rieletto". Il presidente della Camera ha ricordato il grido d’allarme lanciato qualche giorno fa dal presidente della Corte dei conti sull’emergenza dei fenomeni corruttivi in Italia. E ha spiegato che il provvedimento allo studio di Fli è pienamente in linea con il principio del garantismo. "Perchè legalità - ha detto Fini - non è giustizialismo, non è giacobinismo ma è il garantismo".

Un partito aperto a tutti  Quello che questa sera il presidente della Camera ha voluto lanciare è un "movimento d’opinione organizzato". Spiegando la natura del nuovo soggetto politico che sta promuovendo, Fini ha puntualizzato che il partito non sarà modellato "contro qualcuno o qualcosa, ma per una certa idea dell’Italia". "Tentiamo di parlare a tutti", ha aggiunto il presidente della Camera ponendo, tuttavia, "un’unica netta pregiudiziale: a due sole categorie non ci rivolgiamo, parassiti e delinquenti".

Un cesto di frutta tricolore Teatro Derby gremito per accogliere il presidente della Camera. Diversi i sostenitori che hanno atteso il loro leader con tanto di maglietta e cappellino arancione con la scritta Milano per Fini. "L’affetto che sento mi ripaga di tante amarezze, siamo un movimento di opinione organizzato, abbiamo poco denaro, mi è tornata la passione politica dei vent’anni, mi è tornato quello spirito", ha spiegato Fini sottolineando come "chi aderisce al nostro movimento sceglie il giusto prima dell’utile, chi aderisce non lo fa per convenienza".

I politici presenti Al comizio di oggi erano presenti alcuni esponenti della destra storica milanese come Cristiana Muscardini, europarlamentare eletta nel Pdl, Tomaso Staiti di Cuddia, oltre al ministro Andrea Ronchi e ai parlamentari Mirko Tremaglia e Giuseppe Valditara. Presente anche l’ex senatrice Francesca Scopelliti oltre al presidente del consiglio comunale di Milano Manfredi Palmeri che ha aderito a Fli due giorni fa.

Presente anche Tiziana Maiolo, ex parlamentare che ha aderito oggi a Fli, mentre non ha assistito al comizio l’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini che non ha aderito ufficialmente a Futuro e libertà ma che ha incontrato Fini nel pomeriggio a Milano.

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