"Una alleanza tra Pd e Pdl sarebbe indecorosa". Silvio Berlusconi non ha alcuna esitazione nel condannare le trame ordite da Angelino Alfano per tenere in vita il premier Enrico Letta. In una intervista con Panorama, il Cavaliere ribadisce la necessità di riportare gli italiani alle elezioni per dare al Paese un governo sostenuto da una maggioranza solida. "La giustizia è ossessionata da me e mi fa uno stalking infinito", spiega il leader di Forza Italia che, ricordando come la giustizia sia l’architrave principale su cui poggia la civile convivenza, rinfaccia alla giustizia di essere "corrosa e politicamente corrotta". Nemmeno davanti all'assalto giudiziario e ai tradimenti politici viene, tuttavia, meno l'ottimismo di Berlusconi che facendo proprie le parole di Giovannino Guareschi, anche lui condannato in via definitiva al carcere, scandisce con orgoglio: "Non muoio neanche se mi ammazzano".
Nell'intervista rilasciata al settimanale, Berlusconi spiega che davanti a Letta possono aprirsi due scenari completamente diversi: una coalizione tra i democratici e Movimento 5 stelle oppure un governicchio a guida Pd con i fuoriusciti del Pdl, magari con l’appoggio dei senatori a vita. "La prima ipotesi è negata a priori da Beppe Grillo - fa notare Berlusconi - e sarebbe un tradimento del programma di Cinque Stelle. La reputo impossibile. La seconda è talmente indecorosa e avvilente che si scontrerebbe con una ripulsa popolare. Non sarebbe una maggioranza, ma un espediente numerico". Secondo il leader di Forza Italia, però, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non darebbe mai l’avallo a un simile esperimento: "Nel recente passato si è dimostrato impossibile governare con numeri risicati". Oggi come il 2011. Le analogie sono molteplici. Le ingerenze dell'Unione europea, lo spauracchio della instabilità politica e l'imbroglio dello spread, i traditori dell'ultima ora "usati" dalla sinistra contro il Cavaliere. "Si è usata l’instabilità dei mercati finanziari per determinare l’instabilità politica. La direzione causale è stata invertita", spiega Berlusconi ricordando i momenti precedenti la caduta del suo governo nell’autunno 2011. "D’altra parte - aggiunge l’ex premier sulla situazione di oggi - è concettualmente sbagliato temere l’instabilità o dare connotati di per sè positivi alla stabilità. La vita, l’economia, la conoscenza, l’innovazione, il progresso dell’umanità sono frutto del mutamento, dell’instabilità e dell’agire in condizioni d’incertezza".
Berlusconi condanna duramente il comportamento degli ex ministri e di altri esponenti del Pdl. "La critica dei ministri e di Fabrizio Cicchitto non va a Forza Italia quale ho in mente io, e quale è stata e sarà, ma all’immagine che è stata data della mia decisione di rompere gli indugi dinanzi alle provocatorie decisioni del premier e dei ministri del Partito democratico - continua - hanno creduto davvero, e questo mi spiace personalmente, che io sia stato circuito da cattivi consiglieri dotati forse di polverine stordenti". Il leader di Forza Italia respinge con forza le accuse che gli sono state mosse negli ultimi giorni: "Non ci sono sinedri segreti in Forza Italia, nè gerarchie occulte. Forza Italia è un movimento di moderati, che ha il suo perno nei valori occidentali del cattolicesimo democratico, del socialismo riformista e del liberalismo laico, senza derive estremistiche di alcun tipo. Certo essere moderati non significa aver paura di difendere la libertà quando è minacciata".
Berlusconi torna a parlare dell'assalto giudiziario che, dopo l'agguato della Cassazione al processo sui diritti tv, potrebbe essere portato a termine dalla sinistra in Giunta per le elezioni. Grillini e democratici stanno infatti tramando per cacciare il Cavaliere dal parlamento. Anche in questo caso, però, Berlusconi spera ancora in un intervento di Napolitano che non ha ancora preso posizione sulla legge Severino. "Francesco Cossiga - dice Berlusconi - mi ha insegnato che dei rapporti con il capo dello Stato non si parla.
Mi sono chiesto, ma non ho mai prima d’ora osato chiederglielo, se Napolitano si sia accorto che il decreto legislativo Severino, non la legge, potesse nascondere, nella sua confusa articolazione, quella retroattività e quell’eccesso di delega che la rende a giudizio di autorevolissimi giuristi passibile di incostituzionalità. Su questo tema ho sperato e spero ancora in una sua parola moralmente impegnativa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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