Il governo fa appassire i fiori di Sanremo per «coltivare» Napoli

Il ministero chiede 12 milioni ai floricoltori «assolti» dal giudice e regala un miliardo ai campani

Il governo fa appassire i fiori di Sanremo per «coltivare» Napoli

Se il buongiorno si vede dal mattino questo 2008 non sarà certamente facile per la floricoltura di Sanremo. Neanche il tempo di riprendersi dalle festività natalizie e il comparto, che rappresenta ancora il motore trainante dell'economia della provincia di Imperia, si è visto recapitare una richiesta da parte del ministero delle Politiche Agricole di 12 milioni di euro. La cifra equivarrebbe alla rivalutazione di 10 miliardi di lire che il Governo aveva elargito nel 1981 per la costruzione del mercato dei fiori di valle Armea. L'operazione era stata interessata da un'inchiesta giudiziaria sfociata in un processo penale al termine del quale tutto era risultato regolare. Al centro delle indagini il finanziamento statale destinato alle cooperative. Risolto il caso penale è andato però avanti il filone amministrativo che, nonostante i proscioglimenti degli anni scorsi, è ancora in atto e da qui la richiesta della restituzione dei fondi. L'Ucflor, la cooperativa pubblica che gestisce il mercato dei fiori e che rappresenta un punto di riferimento per la floricoltura locale, farà ora opposizione chiedendo la sospensione del provvedimento. I soldi in cassa per pagare questa cifra non ci sono e il debito dovrebbe essere girato al comune di Sanremo che, inevitabilmente, dovrebbe sottrarre risorse da altri capitoli di spesa e quindi anche dalla floricoltura stessa.
Un caso già difficile di per se cui però si è aggiunto un particolare che sa di beffa. Lo stesso governo di centrosinistra che chiede alla floricoltura di Sanremo 12 milioni di euro, sta per elargire un maxi finanziamento di quasi un miliardo di euro ad una città vicino a Napoli riconoscendola come «città del fiore». Si tratta di uno dei 15 progetti per cui la Campania riceverà 7 miliardi di euro, tra fondi comunitari, governativi e regionali oltre che privati. Marigliano, questa la città prescelta, diverrà quindi la città simbolo del florovivaismo mentre Sanremo, che deve già far fronte ad una crisi del settore trentennale, rischia di affondare. I numeri sono tutti dalla parte di Sanremo che conta 4500 aziende floricole contro le 2300 presenti nel comprensorio della «rivale» campana. È lo stesso sindaco di Sanremo Claudio Borea, anche lui sostenuto da una coalizione di centrosinistra come il Governo che gli chiede i famosi 12 milioni di euro, ad alzare la voce. «Questo è l'emblema di una diversità di trattamento» ha detto. Questo maxi finanziamento, coordinato dalla stessa giunta regionale che ha causato la nota emergenza rifiuti al centro delle polemiche di questi giorni, è destinato alla realizzazione di un monumentale complesso. Anche in questo caso i paragoni non reggono con Sanremo che, con 5 mila commercianti di fiori, pesa quasi il triplo di Marigliano. Intanto venerdì 25 prenderà il via a Sanremo il Festival dei Fiori.

Tre giorni dedicati al settore che quest'anno, tra le novità, offrirà anche la vendita al dettaglio dei bouquet dei fiori di Sanremo. Speriamo che a Roma non lo sappiano altrimenti si correrebbe il rischio di vedere un nuovo maxi finanziamento per un evento simile da organizzare magari in un'altra località.

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