Bene, ha vinto la magistratura

Il ministro Nordio ha liberato la magistratura italiana dal giogo dei suoi pochi oligarchi che la tenevano in pugno

Bene, ha vinto la magistratura
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La Camera ha approvato ieri in prima lettura la riforma della Giustizia che prevede, tra l’altro, la separazione delle carriere, un nuovo Csm – l’organo di autogoverno dei magistrati – i cui membri saranno sorteggiati tra una rosa di aventi diritto e un nuovo Consiglio di disciplina. Essendo una riforma costituzionale, perché diventi legge il provvedimento dovrà superare altre tre votazioni (Senato-Camera-Senato) e nel caso probabile che nelle ultime due non si raggiunga una maggioranza qualificata essere sottoposta a un referendum popolare confermativo.

È presto quindi per festeggiare, ma è giusto celebrare una tappa storica nell’ormai trentennale battaglia per riportare la giustizia dentro parametri di efficienza e trasparenza. Non a caso il ministro Nordio ha commentato che si sta realizzando «il sogno di Berlusconi, oltre che il mio» che per tutta la sua vita politica ha cercato, senza riuscirci, di arrivare a questo giorno. In realtà è un bel giorno per tutti, stanti le forze in campo è difficile pensare che il testo approvato ieri non superi con percorso netto anche le tre prossime votazioni. E quindi è un bel giorno anche per il governo che ha resistito all’assalto di chi sperava di prolungare all’infinito il «Sistema Palamara», cioè una gestione della giustizia in mano alle correnti politiche della magistratura, a intrighi di palazzo e a giochi di sponda con i partiti della sinistra.

Senza entrare in complicati tecnicismi, Nordio ha innanzitutto liberato la magistratura italiana dal giogo dei suoi pochi oligarchi che la tenevano in pugno. Non è vero che oggi «ha vinto la politica», oggi hanno vinto la stragrande maggioranza dei magistrati che chiedevano solo di poter fare il loro mestiere in santa pace, senza vincoli di corrente (che ricordano un po’ i vincoli di mafia) o paure di ritorsioni sulla carriera. Libera magistratura in libera politica in libero Stato è l’obiettivo che questo governo si era dato.

Un buon e onesto veneto magistrato in pensione, Carlo Nordio, l’ha portato a casa nonostante pressioni, ricatti e pure qualche minaccia. Gliene diranno di tutti i colori, non credo si scomporrà. Al massimo butterà lì una delle sue celebri battute, tipo: «Va ben, ma prima de parlar, tasi».

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