Ecco l'università delle strategie militari

Si mira a rafforzare la Difesa: questa la metamorfosi del Casd

Ecco l'università delle strategie militari
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Il futuro è il nuovo campo di battaglia. È quanto emerge nel Documento Programmatico Pluriennale (DPP) per il periodo 2024-2026 da poco pubblicato dal Ministero della Difesa che porta la firma di Guido Crosetto. Non a caso l'espressione che compare più spesso - in mezzo alle circa duecento pagine che indicano gli investimenti dei prossimi anni è quella di «guerra ibrida permanente», cioè la capacità di assumere una strategia militare flessibile in grado di unire la guerra convenzionale, la guerra irregolare e la guerra fatta di azioni di attacco e sabotaggio cibernetico. Pertanto, si legge tra le righe, come la proiezione negli affari esterni non può prescindere da una riorganizzazione interna dell'intera struttura per snellire, razionalizzare, velocizzare il processo decisionale insieme a tutte le procedure intermedie di tipo burocratico e amministrativo. Un vero e proprio cambio di passo simil-aziendale intermezzato da una sostituzione al vertice dello Stato Maggiore della Difesa, col Generale Luciano Antonio Portolano che prenderà il posto dell'Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

Lo studio delle coordinate del futuro dunque passa prima di tutto dalla «componente umana», o meglio dalla convinzione che la formazione delle donne e degli uomini in divisa al servizio del Paese, sia una priorità assoluta nel nuovo assetto del Ministero. Da qui, la necessità di agire nella diffusione di «una cultura della Sicurezza e della Difesa». Così il Centro Alti Studi della Difesa (CASD), presieduto dal nuovo Presidente, il Generale Stefano Mannino, si trasformerà secondo il DPP in una vera e propria «Scuola superiore universitaria ad ordinamento speciale» con Dottorati di ricerca, corsi di formazione e Master di II° livello incentrati sulle scienze militari e strategiche, nonché le relazioni internazionali, con una grande attenzione sugli studi dell'intelligence. In questa prospettiva futuristica il Dicastero di Guido Crosetto potrebbe spingersi ancora più in là e prendere spunto dal Ministère des Armées in Fancia che ha già lanciato il progetto «Red Team». Un nucleo di scrittori, disegnatori e sceneggiatori ingaggiati per il quarto anno consecutivo con l'idea di «anticipare i mutamenti tecnologici, economici, sociali e ambientali che potrebbero generare potenziali conflitti tra il 2030 e il 2060». In sintesi: immaginare le guerre del futuro, con la fantascienza al servizio della scienza.

Un progetto ambizioso che ricorda un libro poco conosciuto di Guy Debord, cineasta situazionista e autore de La Società dello spettacolo, che si intitola Il Gioco della guerra, il quale nel solco dei grandi classici della strategia militare, Carl von Clausewitz e Charles Ardant du Picq su tutti, riproduce tutti i conflitti possibili, appunto per risolverli prima di esplodere.

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