Libere tre donne ostaggio di Hamas. La Croce Rossa: "Sono in buone condizioni"

Entra in vigore la tregua tra Hamas e Israele. In giornata liberate tre donne: Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Idf: "Hanno abbracciato le madri. Incubo finito"

Libere tre donne ostaggio di Hamas. La Croce Rossa: "Sono in buone condizioni"
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Situazione all'apparenza stabile in Medio Oriente, dove la tregua prevista per le 8.30 locali di questa mattina è stata rinviata per l'inadempienza di Hamas nell'inviare la lista dei primi ostaggi che saranno liberati. La situazione sembra essersi sbloccata attorno alle 9.30 italiane, quando i media israeliani hanno riferito che il governo di Tel Aviv ha ricevuto i nomi delle tre rapite che sarebbero state liberate oggi. L'ufficio del premier israeliano ha comunicato che la tregua è entrata in vigore alle 11.15 locali. Secondo la tv egiziana Kahra al Ahbariya, 100 camion carichi di aiuti umanitari sono già entrati nella Striscia e, stando a quanto riportato da Afp, migliaia di sfollati hanno iniziato a tornare nelle loro case. L'organizzazione palestinese ha dichiarato di non aver ancora ricevuto la lista dei 90 prigionieri, 69 donne e 21 bambini, che dovranno essere rilasciati nello scambio. Questi provengono tutti dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est.

L'elenco rappresenta un passo fondamentale nell'attuazione dell'accordo raggiunto tra Israele e Hamas, mediato da Qatar, Egitto e Stati Uniti. La liberazione degli ostaggi è prevista come parte iniziale della tregua, che mira a porre fine ai 15 mesi di conflitto tra le parti. In precedenza, un alto funzionario del movimento palestinese Hamas ha confermato che il gruppo ha inviato a Israele la lista degli ostaggi, tutte donne, che sono stati rilasciati. I loro nomi, secondo il Times of Israel, sono Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher. Sono state consegnate dai terroristi alla Croce Rossa. "Abbiamo le tre ragazze, Doron, Emily e Romi", hanno dichiarato dalla Croce Rossa dopo la conferma dell'Idf. Le stesse forze israeliane hanno detto che le tre donne hanno incontrato le loro madri in Israele, le tre donne liberate, "sono arrivate ​​al punto di accoglienza" vicino a Gaza e si sono "ricongiunte con le loro madri", si legge nel comunicato, mentre l'account X dell'esercito ha pubblicato una foto di Emily Damari, una di questi tre ex ostaggi, in posa con sua madre. La giovane donna israelo-britannica, con la mano fasciata, sorride accanto alla madre Mandy Damari.

"L'incubo di mia figlia è finito", ha detto Emily Damari, mamma di Mandy, "ora ogni ostaggio deve essere rilasciato". La donna ha poi ringraziato chi si è prodigato per la liberazione della figlia: "Ringrazio chi non hanno mai smesso di lottare per Emily e coloro che non hanno mai smesso di urlare il suo nome. In Israele, Gran Bretagna, Stati Uniti e ovunque nel mondo. Grazie per aver riportato Emily a casa".

Biden: presto nuove liberazioni

Contestualmente alla liberazione delle tre donne, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha annunciato che il prossimo fine settimana saranno liberati altri quattro ostaggi trattenuti da mesi nella Striscia di Gaza. In un post su X ha sottolineato che "dopo il cessate il fuoco, hanno iniziato a essere liberati gli ostaggi. Tre donne israeliane trattenute per 470 giorni. Altre quattro donne entro sette giorni. E poi tre ostaggi ogni sette giorni, compresi almeno due americani in questa prima fase". Un esponente di Hamas ha fatto sapere che altri ostaggi dovrebbero essere liberati sabato prossimo.

In mattinata, dopo il primo rinvio della tregua, l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha inviato un messaggio alle famiglie degli ostaggi, per rassicurarle del fatto che il governo "sta continuando a collaborare con i mediatori per garantire che l'accordo con Hamas venga attuato". Da parte loro, i terroristi palestinesi hanno giustificato il ritardo con non meglio specificate "ragioni tecniche". Una fonte dell'organizzazione palestinese aveva ha spiegato a Ynet che la lista sarebbe stata conseganta solo dopo che la sua approvazione da parte dell'organizzazione Muhammad Sinwar.

Nel frattempo, Shin Bet e forze armate hanno condotto un'operazione speciale per recuperare il corpo del soldato Oron Shaul, tenuto a Gaza dal 2014. Il militare era morto durante i combattimenti nel conflitto scoppiato dieci anni orsono e faceva parte del 13esimo battaglione della brigata Golani. Era rimasto ucciso in un'imboscata di Hamas, quando il trasporto M-113 su cui viaggiava era rimasto incastrato in una delle strette vie del quartiere Shejaiya di Gaza City. Durante quello scontro a fuoco, sono rimasti uccisi altri sette soldati.

Tensioni rimangono all'interno del governo israeliano. Il ministro dell'estrema destra Bezalel Smotrich ha dichiarato alla radio militare che lo Stato ebraico deve "occupare Gaza e creare un governo militare temporaneo perché non c'è altro modo per sconfiggere Hamas".

"Rovescerò il governo se non tornerà a combattere in un modo che ci porti a prendere il controllo dell'intera Striscia e a governarla", ha aggiunto, attaccando il capo di Stato maggiore Herzi Halevi per la sua "debole strategia". Il titolare della Sicurezza nazionale Itmar Ben Gvir e due altri ministri si sono dimessi per protestare contro l'accordo di tregua.

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