Gentile Dott. Feltri mi piacerebbe sentire il suo parere in merito alla doppia morale del Partito democratico a guida Schlein: ciò che valeva per il governatore Toti (dimissioni subito), adesso non vale per il governatore Alfieri, presidente della Provincia di Salerno, detenuto agli arresti domiciliari da più di tre mesi.
Nessuna intenzione di dimettersi, anzi la stranezza passa sotto silenzio senza la grancassa degli alleati Bonelli e Fratoianni di Verdi e Sinistra (sempre pronti a farci dei regali meravigliosi come Soumahoro e Salis), che si unirono nella richiesta di dimissioni, non dimenticando Conte, giustizialista a senso unico.
Se non era accettabile che Toti restasse governatore, ci spieghi la signora Schlein, perché è accettabile che il signor Alfieri resti al suo posto come se nulla fosse accaduto? In che mondo vivono?
La sinistra chiede adesso le dimissioni della ministra Santanchè ma non c'è un deputato che avanzi la richiesta di dimissioni del loro iscritto, sono tutti ciechi, oppure per lui c'è una superiorità morale che noi comuni mortali non riusciamo a vedere?
Mi spieghi e grazie in attesa di una risposta.
Cecilia Pollio
Cara Cecilia,
è semplicemente surreale, eppure perfettamente in linea con le logiche doppiopesiste della sinistra, che vengano invocate a gran voce le dimissioni del ministro Daniela Santanchè, rinviata a giudizio qualche giorno addietro, mentre Fratoianni e Bonelli hanno regalato la candidatura e l'elezione a una pluricondannata, mi riferisco a Ilaria Salis, allo scopo per di più di sottrarla ad un processo, e la segretaria del Pd, come tu sottolinei, tace in merito al caso Alfieri, presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, il quale da oltre tre mesi si trova agli arresti, prima in carcere e poi ai domiciliari, per corruzione e altri reati, rifiutandosi categoricamente di dimettersi, atto che del resto non gli viene richiesto da Schlein e compagnia bella, che restano muti al riguardo. Anche per Giovanni Toti, in seguito ad un'indagine della Procura di Genova, qualche mese addietro era stato preteso il ritiro, il passo indietro, da una sinistra scandalizzata, che tuttavia non si turba allorché indagati e processati sono i suoi. Una doppia morale che gli italiani non digeriscono più e che ha determinato una generale perdita di credibilità da parte dei progressisti doppiopesisti e di fiducia da parte dell'elettorato, che si sente inevitabilmente confuso. Infatti, se il principio della presunzione di innocenza viene fatto valere quando indagato e imputato sono di sinistra, perché mai decade automaticamente quando questi sono di destra? Non si può essere garantisti a correnti alternate o giustizialisti in base a valutazioni di opportunismo politico. Nemmeno Giuseppe Conte si salva da questo cortocircuito.
Egli si indigna e vuole le dimissioni immediate di Santanchè, ma aveva due sindache sotto processo per reati consistenti, eppure le ha lasciate al loro posto. Come ce lo spiega?
I sedicenti democratici non ce lo spiegano e nemmeno provano imbarazzo per le contraddizioni palesi di cui si rendono autori. Essi muovono dal presupposto di fondo che chi è di sinistra è giusto e senza macchia, pure quando è sozzo, mentre chi è di destra è ingiusto, fascista, razzista, brutto, sporco e cattivo, a prescindere. Questa si chiama «disonestà intellettuale», cara Cecilia.
Gli sciacalli si sono prontamente scatenati anche contro Santanchè, come era prevedibile.
Ma io sono convinto che il ministro del Turismo, che peraltro sta lavorando bene, considerata l'espansione straordinaria del settore da quando Santanchè è a capo del dicastero, non debba affatto ritirarsi, bensì attendere l'esito del procedimento, in quanto, stando al principio della presunzione di innocenza, sancito dalla nostra Costituzione, l'imputato è innocente fino al terzo grado di giudizio. Qui manca persino il primo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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