"Dalla magistratura un attacco sovietico. La protesta Anm? Violenza inaudita"

Il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove: "Delirante sostenere che la riforma Nordio si ispiri a Gelli"

"Dalla magistratura un attacco sovietico. La protesta Anm? Violenza inaudita"
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Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia, è noto per non intimidirsi quando lo scontro si fa duro: e neanche stavolta, davanti alle polemiche roventi riversate da magistrati e opposizioni sul primo ok del Parlamento alla separazione delle carriere tra pm e giudici, si tira indietro.

«Però prima voglio premettere alcune cose.

Prego. Quali?

«Che si tratta di una riforma liberale che l'Italia attendeva da tempo e che realizza il principio costituzionale del giusto processo, garantendo un giudice certo e la parità tra accusa e difesa: una parità che era intimamente negata dalla carriera comune tra giudici e accusatori».

La presidente di Magistratura democratica, Silvia Albano, dice che avete realizzato i piani di Licio Gelli e della Loggia P2.

«La considero una affermazione delirante, atteso che certamente Giorgia Meloni non prende ordini dagli spiriti. Il gioco del piattino e le sedute spiritiche li fanno altri, come è noto».

Creando un doppio Consiglio superiore della magistratura, uno per i giudici e uno per i pm, state minando l'indipendenza della giustizia.

«Se il Csm garantisce l'autonomia dei magistrati, un doppio Csm ne raddoppia le garanzie. Lo capisce anche mio figlio di otto anni».

Però togliete a entrambi i Csm la competenza sui procedimenti disciplinari.

«Direi: finalmente. La nascita dell'Alta corte farà sì che in Italia non ci sia più un organismo che è il controllore di se stesso. Ma c'è un passaggio della riforma di cui in queste ore si parla poco, forse perchè è quello che fa più paura di tutti: il sorteggio dei componenti del Csm. É una riforma che eradica il sistema delle correnti di cui la Albano fa parte e che tanto male ha fatto alla onorabilità della magistratura, costringendo i magistrati ad affiliarsi per arrivare ai posti direttivi importanti. Ben oltre il 90 per cento dei giudici è ben felice di una riforma che li libererà dal giogo delle correnti».

Sabato dove andrà a rappresentare il governo all'inaugurazione dell'anno giudiziario?

«Da nessuna parte. Ho in concomitanza i giuramenti del 184esimo corso di allievi agenti di polizia penitenziaria».

Non sarà che non ci va perchè l'Anm ha annunciato che quando parlerà il rappresentante del governo abbandoneranno le aule impugnando il tricolore e la Costituzione?

«Io spero che ci ripensino perchè sarebbe un gesto di una violenza culturale inaudita. Se davvero abbandoneranno le aule, daranno ulteriormente ragione al governo. Chi rifiuta il dialogo ha generalmente una idea debole, chi sa di avere una idea forte non ha paura del confronto. Ciò premesso, ogni forma di protesta è legittima. Facciano pure».

Quando la riforma costituzionale sarà approvata, l'Anm ricorrerà al referendum. Con che spirito vi preparate ad affrontarlo?

«Serenamente, perchè gli italiani hanno compreso la strumentalità delle critiche alla riforma. Sanno come funziona la giustizia, sanno che la parità tra accusa e difesa oggi è impossibile, sanno che questa riforma la realizzerà. Gli italiani hanno assistito illivoriti e mortificati agli scandali emersi in questi anni, e sanno che il sorteggio del Csm evita esattamente questo, le incrostazioni tra politica e magistratura che tanto male fanno alla divisione dei poteri».

L'Anm dice che il vostro prossimo passo sarà «fatalmente» la subordinazione delle Procure al governo.

Ci promette che non farete niente del genere?

«Ma se volessimo sottoporre il pm all'esecutivo non avremmo pensato a un Csm per i pubblici ministeri! Siamo davanti a un processo alle intenzioni di sovietica memoria. Che terrore».

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