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Energia nucleare decisiva per la sfida emissioni zero

Eolico e fotovoltaico non bastano. Pichetto: "Grazie all'atomo attesi risparmi per almeno 17 miliardi"

Energia nucleare decisiva per la sfida emissioni zero
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Vento, sole e atomo. Le tre leve della transizione sostenibile azionano un meccanismo virtuoso basato sulla varietà energetica. La diversificazione delle fonti è fondamentale per garantire un approvvigionamento sufficiente a vincere l'ambiziosa sfida delle emissioni zero. Per quanto importanti e in costante sviluppo, del resto, le rinnovabili da sole non bastano a raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione e il nucleare appare dunque come un supporto decisivo per delineare un futuro eco-sostenibile.

Con questi presupposti, la corsa verso la neutralità carbonica abbandona l'alveo dell'ideologia e si inserisce in un percorso che conuga la tutela dell'ambiente e lo sviluppo economico. I numeri stessi dimostrano come la strada del mix energetico sia la più intelligente. Basta considerare l'eolico europeo: nel 2023 l'energia ricavata dal vento ha registrato un'importante crescita nel Vecchio Continente, con l'installazione di 17 gigawatt di nuova capacità (due gigawatt in più rispetto all'anno precedente). Tuttavia, pur rappresentando il picco mai raggiunto in un singolo anno, questo dato rimane al di sotto dei livelli necessari per raggiungere gli obiettivi Ue al 2030, che richiedono 30 gigawatt di nuova potenza eolica ogni anno, fino alla fine del decennio. Intanto, con prospettive oltremodo ottimistiche, l'Agenzia Internazionale dell'Energia stima la costruzione in Europa di 23 gigawatt di nuova capacità annuale dal 2024 al 2028. Per quanto riguarda l'Italia, in termini di capacità eolica installata aggiuntiva, si prevede di raggiungere 2,1 gigawatt entro il 2030 per l'eolico offshore e di passare da 1,5 gigawatt del 2024 a 2,1 gigawatt nel 2026 per l'onshore.

Proiezioni a parte, oggi l'energia eolica ha rappresentato il 19% dell'elettricità prodotta nell'Ue lo scorso anno. Un discorso analogo riguarda l'energia ricavata dal sole. In Italia, nei primi sei mesi del 2024 sono stati connessi 169.003 nuovi impianti fotovoltaici,

per 3,34 gigawatt totali. Rispetto al 2023, la potenza connessa imputabile al settore residenziale è diminuita del 21%, quella business è aumentata del 60%. A livello europeo, a fine giugno la produzione elettrica ha visto avanzare le rinnovabili e indietreggiare le fonti fossili: così, eolico e fotovoltaico rappresentano oggi il 30% del mix elettrico, contro il 27% di gas e carbone. Ma le rinnovabili, da sole, non bastano a vincere la sfida energetica. E questo per svariati motivi: dal consumo di suolo alla necessità maggiori tecnologie, dall'incostanza del sole e del vento al costo delle materie prime per le infrastrutture.

Entra così in gioco l'atomo, che la stessa Europa ha incluso nella propria Tassonomia. «Le proiezioni della Commissione Ue mostrano che le fonti rinnovabili, in maggioranza, sono integrate dall'energia nucleare e costituiranno la spina dorsale della produzione di energia elettrica dell'Ue entro il 2050», ha detto la presidente Ursula von der Leyen. Intanto, molti Paesi stanno riconsiderando il ruolo del nucleare per obiettivi climatici e fabbisogno energetico. La stessa Italia intende giocare la partita. «Il nostro intento è quello di non escludere a priori questa fonte», ha detto il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Secondo alcune stime, l'introduzione di questa fonte di energia nel mix italiano porterebbe a un risparmio «di almeno 17 miliardi di euro».

Il governo ha quindi istituito la Piattaforma nazionale per un nucleare sostenibile, coinvolgendo esperti e stakeholder del settore. L'obiettivo è fornire una base tecnico-scientifica per valutare l'opportunità di reintrodurre l'energia nucleare nel nostro Paese.

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