"Falsità, tentativo stucchevole". Meloni e la verità sulla fiaccolata per Borsellino

Il presidente del Consiglio spiega i motivi dell'assenza all'iniziativa di Palermo: "Altri impegni concomitanti". Ma presiederà il Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza: "La lotta alla mafia è parte di noi"

"Falsità, tentativo stucchevole". Meloni e la verità sulla fiaccolata per Borsellino
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Da giorni la solita sinistra ha messo in piedi una polemica sterile sull'assenza di Giorgia Meloni alla fiaccolata in ricordo di Paolo Borsellino, che nel 1992 perse la vita insieme a cinque uomini della scorta in occasione della strage di via D'Amelio. Il fronte rosso ha avanzato sospetti sull'azione del governo, accusato di agire con troppa leggerezza sul tema della mafia. La verità è un'altra: a spiegarla è stato proprio il presidente del Consiglio attraverso una lettera inviata al Corriere della Sera in cui ha illustrato le motivazioni della sua scelta.

Meloni ha fatto notare che in queste ore "è stato detto un po' di tutto" sul suo conto e pertanto ha voluto fare chiarezza. Ha spiegato che l'impossibilità di partecipare alla tradizionale fiaccolata di Palermo è "data da altri impegni concomitanti". Dunque assolutamente nulla contro l'iniziativa organizzata da Comunità '92 e Forum XIX Luglio, verso cui invece ha speso parole di riconoscenza ed elogio: "Diventata nel tempo manifestazione apprezzata e partecipata. E alla quale ho sempre orgogliosamente preso parte".

Eppure qualcuno, evidentemente troppo impegnato nell'elaborare ragionamenti fantasiosi, si era spinto oltre paventando una crisi con il mito Borsellino. "È, ovviamente, falso", ha affermato il capo del governo. Che ha bollato come "stucchevole" il tentativo di alcuni "di strumentalizzare" la sua assenza. Di recente era circolata anche la voce secondo cui la scelta sarebbe stata intrapresa per motivi di sicurezza. E, come scrive Adalberto Signore su ilGiornale in edicola oggi, anche per evitare di alimentare divisioni.

Comunque Meloni sarà a Palermo per rendere omaggio alla memoria di Borsellino e per rinnovare l'impegno personale e del governo "contro le mafie". Non a caso presiederà il Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza: sarà l'occasione per fare il punto della situazione per quanto riguarda il lavoro svolto sull'attività di contrasto alle criminalità organizzata "che le istituzioni, ad ogni livello, stanno portando avanti".

Più volte il presidente del Consiglio ha dichiarato che il suo impegno politico, da semplice militante di un movimento giovanile fino a Palazzo Chigi, era nato proprio in seguito al "profondo e viscerale rifiuto della mafia" che da ragazza aveva provato nel vedere le immagini della strage di via D'Amelio. Meloni si è detta "profondamente orgogliosa" per l'approccio dell'esecutivo di centrodestra, che fin da subito ha messo in campo determinazione e coraggio per "affrontare il cancro mafioso a testa alta".

In effetti ci sono alcuni esempi concreti che il capo del governo ha voluto elencare: la restrizione dei benefici penitenziari, il regime di 41 bis e le nuove assunzioni nelle forze dell’ordine. Tra l'altro nei giorni scorsi, nel corso del Consiglio dei ministri, si è espresso sulla sentenza della Corte di Cassazione in materia di reati della criminalità organizzata: a tal proprosito si sta lavorando a un provvedimento che sappia fornire "un'interpretazione autentica" e che sia in grado di scongiurare il rischio "che gravi reati rimangano impuniti".

La Meloni ha assicurato che l'impegno dell'esecutivo "non si esaurirà mai" in quanto la lotta alla mafia "è parte di noi, è un pezzo fondante della nostra identità, è la questione morale che orienta la nostra azione quotidiana".

In sostanza si tratta di un atto doveroso da rispettare ogni giorno per rispetto di Paolo Borsellino e di tutte quelle persone "che hanno sacrificato la vita per la giustizia e hanno reso onore all'Italia".

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