Giorgia Meloni, parlando in Cdm in rifermento ad una sentenza della corte di Cassazione, ha sottolineato come, in base alla pronuncia dei giudici, "un omicidio commesso avvalendosi di modalità mafiose o commesso al fine di agevolare un'associazione criminale non sarebbe un delitto di criminalità organizzata". Questa decisione, ha proseguito il presidente del Consiglio, appare evidente che si presti "a produrre effetti dirompenti su processi in corso per reati gravissimi". Per tale ragione il governo ha deciso di procedere con una norma di interpretazione autentica, per la quale "l'intenzione, d'intesa col ministro della Giustizia, è di inserirla in un decreto legge di prossima approvazione".
"Si rende necessaria e urgente l'adozione da parte del governo di una norma di interpretazione autentica, che chiarisca una volta per tutte cosa debba intendersi per 'reati di criminalità organizzata' e che eviti che gravi reati vadano impuniti per effetto dell'interpretazione di recente avanzata dalla Corte di Cassazione", ha spiegato il premier, sottolineando come questo tema sia così importante, anche in ragione della sua soluzione, a 48 ore dalla commemorazione della strage di via D'Amelio a Palermo. Giorgia Meloni è apparsa decisa su questo tema: "Il nostro sistema giudiziario penale prevede una distinzione tra reati di criminalità organizzata e altri reati. Per i reati di criminalità organizzata è consentito un uso più esteso e incisivo degli strumenti di indagine, considerata la difficoltà di rintracciarne le prove. È inoltre previsto un maggior rigore nella concessione dei benefici penitenziari, considerata la loro pericolosità e pervasività sociale".
La paura di Giorgia Meloni nasce dalla sentenza n. 34895 del 2022 della Corte di Cassazione perché, "se fino a poco tempo fa l'interpretazione del concetto di criminalità organizzata era chiaro", questa "lo ha posto seriamente in dubbio. La Cassazione ha infatti affermato che possono farsi rientrare nella nozione di delitti di criminalità organizzata solo fattispecie criminose associative, comuni e non". Quindi, prosegue Meloni citando testualmente la sentenza, questo ha la conseguenza che "devono escludersi dal regime per essi previsti i reati di per sè non associativi, come un omicidio, per quanto commessi avvalendosi delle condizioni previste dall'art. 416-bis c.p. ovvero al fine di agevolare l'attività delle associazioni previste dal suddetto articolo".
Con questa sentenza, prosegue Meloni, "verrebbe a cadere tutto il materiale probatorio acquisito sulla base dell'interpretazione precedente, che consentiva l'utilizzo degli strumenti previsti per la lotta alla criminalità organizzata anche in assenza della contestazione del reato associativo".
Le conseguenze sono chiare: "Rischiano di andare impuniti per un supposto vizio procedurale delitti della massima gravità. Manifestazioni d'allarme in tal senso iniziano già a pervenire da alcuni tribunali".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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