Giorgia Meloni ha partecipato alla festa per gli 80 anni del quotidiano de il Tempo e ha colto l'occasione per affrontare alcuni dei temi caldi dell'attualità politica italiana. A partire dalla polemica innescata dalla mancata convalida dei trattenimenti dei migranti nei centri in Albania, il premier ha poi espresso il suo pensiero sugli attacchi provenienti dalla magistratura nei suoi confronti e in quelli del governo, mostrandosi comunque tranquilla e ben lontana dall'essere disarcionata, come vorrebbe qualcuno.
Il bilancio dei due anni, ha spiegato, non può che essere positivo: "Sono in pace con la coscienza. Non avrei potuto lavorare di più e metterci più passione e sacrificio". Gli impegni sono stati presi con gli italiani, ha proseguito, "secondo quella che è la volontà della maggioranza degli italiani, e farò tutto quello che posso per rispettarli, compreso, se necessario, lavorare giorno e notte". Ha poi fatto un appello a tutti, al Paese, affinché l'Italia torni a pensare davvero come una grande Nazione: "Se noi smettiamo di flagellarci dalla mattina alla sera e di sottolineare sempre e solo quello che non va e ricominciamo a credere un po' in chi siamo, nel ruolo che abbiamo nel mondo, penso che a questa Nazione nessun obiettivo sia davvero precluso".
"Non ho mai parlato di complotti, non credo ci sia un disegno di sovvertire la volontà popolare ma da parte di alcuni un certo menefreghismo della volontà popolare", ha dichiarato il presidente del Consiglio. "Se il popolo non vota e non capisce come deve votare, allora vanno corrette le scelte del popolo", sarebbe il ragionamento che verrebbe fatto in certe occasioni. È stato proprio il quotidiano il Tempo, domenica, a rendere pubblica la mail del giudice Marco Patarnello, che ha infuocato il dibattito. Pubblicazione per la quale il quotidiano romano sarebbe oggetto di una querela. In quella mail, prosegue Meloni, il togato "dice che non agisco per interesse personale ma per volontà politica. E dice che questo è un problema, ma io lo so. Una politica forte, che non ha scheletri nell'armadio, non ha una seconda agenda, non è condizionabile è un problema per molti, per tutti coloro che sulla debolezza della politica hanno costruito imperi".
Sul merito della sentenza del tribunale di Roma per i centri in Albania, secondo Meloni è "assolutamente irragionevole perché non riguarda il tema dell'Albania ma tutti gli immigrati illegali che arrivano da alcune nazioni, sia che arrivino in Italia o Albania". Si è detta comunque "convinta della bontà di questo progetto, voglio essere messa nelle condizioni di lavorare, nel rispetto delle regole" e anche del fatto che "nessuno Stato di diritto possa prescindere dal governo dei flussi migratori e possa prescindere da una lotta all'immigrazione illegale". L'Italia ha una classe politica d'opposizione che rema per perseguire gli interessi di partito e non quelli del Paese, come dimostra il fatto, sottolineato dal premier alla festa de il Tempo, che abbiano chiesto l'avvio di una procedura sanzionatoria per l'Italia.
"Sono rimasta colpita dalla richiesta degli europarlamentari Pd di aprire una procedura di infrazione contro l'Italia per il protocollo Italia-Albania. Mi corre l'obbligo di ricordare che il protocollo è stato approvato dal Parlamento della Repubblica italiana e non è normale che rappresentanti italiani vadano in Europa a chiedere che l'Italia venga punita", ha sottolineato. Gli ostacoli erano stati previsti dal premier, com'era ovvio che fosse, "però lì supererà: il protocollo funzionerà e non intendo che una soluzione che abbiamo individuato, nel pieno rispetto del diritto internazionale e del diritto europeo, venga smontata semplicemente perché c'è una parte della politica che non è d'accordo con questa lettura". Questo protocollo, ha aggiunto, "è oggettivamente un progetto che può cambiare il tema della gestione dei flussi migratori e questo lo capiscono tutti". D
i strettissima attualità è anche la legge di Bilancio e il presidente del Consiglio ne ha approfittato per smentire le dichiarazioni recenti delle opposizioni, sottolineando che "non vengono aumentate" le tasse e vengono mantenuti "i conti in ordine". E sulle accuse delle ultime ore bacchetta chi l'ha preceduta a Chigi: "Abbiamo fatto una manovra da 30 miliardi per il 2025 e per il 2025 abbiamo da pagare 38 miliardi di euro di superbonus che ci è servito a ristrutturare meno del 4% di case degli italiani, prevalentemente seconde case. Con quelle risorse avremmo potuto aumentare le pensioni minime di 20mila euro per ciascun pensionato minimo"
Nel corso dell'intervista, inevitabile un passaggio sul tema caldo del giorno inerente le dimissioni del capo gabinetto del ministero della Cultura: "Non ho incontrato Giuli e ho capito abbastanza poco
della vicenda, non me ne sono occupata. Seguo quello che esce sui giornali. Quando si parlava della nomina di questa persona c'è stata anche una polemica, da FdI mi dissero che c'era nervosismo per questa nomina".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.