"Basta con la litania petulante sui pm controllati dal governo". Nordio zittisce l'Anm

Il ministro ha rivendicato la riforma della Giustizia e i lavori sulla separazione delle carriere: "Questa interscambiabilità, negli ordinamenti anglosassoni, è considerata una follia"

"Basta con la litania petulante sui pm controllati dal governo". Nordio zittisce l'Anm
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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervenendo, in collegamento da remoto, a Taobuk di Taormina nell'ambito del panel "Riforma della giustizia e separazione delle carriere", ha parlato del ddl Giustizia che prevede, tra le altre cose, la separazione delle carriere. "Noi siamo aperti al dialogo. Le modifiche possono intervenire in senso migliorativo, ma sempre nel parametro che ci è stato affidato dagli elettori", ha spiegato il ministro, ricordando che col voto del 2022, gli elettori "hanno dato il compito di riformare il Csm, di separare le carriere dei magistrati".

Separazione delle carriere

E questo, ha proseguito il ministro, "è quello che noi facciamo, perché in democrazia la parola spetta agli elettori attraverso il Parlamento, che ne è espressione". Per questo è importante parlare con tutte le parti coinvolte e, ha detto ancora Nordio, "il dialogo con l'Anm sulla riforma della giustizia è già iniziato e auspico che continui nell'ambito del reciproco parametro di funzioni e con la considerazione reciproca che c'è stata finora". E proprio per quel rispetto che ogni parte deve all'altra, ha aggiunto il ministro, "non accetto che si dica o si sospetti una sorta di intenzione punitiva della magistratura". Le parole di Nordio arrivano in risposta alle dichiarazioni dell'Anm, a seguito del provvedimento approvato in Cdm, che ravvisava uno "scopo punitivo" per i magistrati. Quindi, ha aggiunto: "Sono un po' stanco di questo processo alle intenzioni. Il testo che c'è è chiarissimo. Questa litania di dire che in realtà il testo sottintende l'intenzione di sottoporre il pm al potere esecutivo è petulante, non ha alcun fondamento razionale è un ritornale petulante".

"Io sono stato per 40 anni magistrato e per certi aspetti mi sento ancora magistrato, non vedo la razionalità di una espressione del genere", ha proseguito il ministro, che rivendica la separazione delle carriere come provvedimento che lui teorizzava già decenni fa, prima ancora di diventare ministro. "Io queste cose le sostenevo già 30 anni fa da magistrato e non intendevo certo auto punirmi ma volevo portare una riforma che sia nella logica del processo penale accusatorio", continua, facendo esempi di sistemi nei quali già vige la separazione. "In tutti i paesi anglosassoni le carriere sono separate, nell'ordinamento britannico, negli Usa, in Australia, e in altri paesi del Continente europeo le carriere sono separate e non per questo la magistratura si sente umiliata", ha spiegato Nordio. E poi ha voluto ricordare che "le parole di Falcone, che sono di una chiarezza adamantina. Lui è stato il primo a dire che con l'introduzione del processo accusatorio le carriere andavano separate, perché le due funzioni sono completamente diverse".

La minaccia dell'Anm

E, dicendosi felice se si arrivasse a un referendum, in modo da valutare la volontà popolare, il ministro ha spiegato: "Tutti sanno che il Csm sta alle correnti dei magistrati come il Parlamento sta ai partiti e queste correnti sono determinanti nella elezione della gran parte dei membri del Csm e, poiché riflettono le volontà degli elettori, vi è poi un rapporto tra elettori ed eletti che poi si traduce che gli stessi magistrati hanno chiamato degenerazione correntizia". Ma le parole di oggi di Nordio hanno acceso gli animi dell'Anm. Giuseppe Santalucia, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, intervenendo ai microfoni di radio Giornale Radio, ha annunciato: "Se saranno necessarie altre forme di mobilitazione per rafforzare la comunicazione delle ragioni di contrarietà alla riforma Nordio, le faremo". A detta di Santalucia, "la riforma Nordio non migliora l'efficienza della giustizia e con i problemi della giustizia non c'entra nulla. Questo è evidente perché si muove su un piano costituzionale e non tocca nessuno degli equilibri necessari per migliorare la qualità del servizio. Il cittadino avrà solo ricadute negative". Ma il governo è determinato a proseguire.

Caso carceri: indulto e sofravvollamento

"Pare che in Cassazione, in alcune sezioni, vi siano giudici che furono pm nello stesso processo dove alla fine la Cassazione si deve pronunciare. Questa interscambiabilità, negli ordinamenti anglosassoni, è considerata una follia", ha proseguito il ministro nel suo intervento al forum di Taormia, ricordando che "l'organico dei magistrati in Italia è di 10.500, che è insufficiente, e che è stato stabilito quando il contenzioso civile e penale era diverso da quello di ora. Manca il 15 percento di magistrati". Di contro, le carceri sono sovraffollate ma Nordio esclude l'indulto, che definisce come "una resa dello Stato". La soluzione, spiega il ministro, possono essere "forme di espiazione della pena in comunità poiché i tossicodipendenti sono degli ammalati più che dei criminali". E, ha aggiunto, "visto che i detenuti stranieri rappresentano la metà dei detenuti sarebbe opportuno far scontare la pena agli stranieri nei loro Paesi di origine già avremmo risolto gran parte di questo problema".

Lotta alla mafia e abuso d'ufficio

Nessuna concessione nemmeno sul 41 bis, come ribadito dal ministro, che rispondendo a Nicola Gratteri ha spiegato che non è vero "che non ci stiamo impegnando adeguatamente nella lotta alla mafia. E lo abbiamo dimostrato nella inflessibilità con la quale abbiamo resistito a varie pressioni per modificare il 41 bis". Infatti, ha proseguito, sono state "potenziate le dotazioni e siamo sempre in collegamento con il procuratore antimafia". Ma su una cosa, Nordio, concorda con Gratteri: "La mafia ha dei sistemi di comunicazione che noi non siamo in grado di controllare. Quando io dissi che spendiamo soldi in intercettazioni che non servono a nulla, tutti dissero 'Nordio vuole limitare la lotta alla mafia', ma è il contrario". Nel corso del suo lungo intervento, il ministro della Giustizia ha avuto modo di intervenire anche sulla riforma dell'abuso d'ufficio. Secondo Nordo, "siamo in dirittura d'arrivo" per la sua eliminazione.

"Vi è stata una certa convergenza anche da una parte dell'opposizione. Però da un'altra parte dell'opposizione vi è stata una netta chiusura anche se però sottobanco tutti venivano in processione a dirci 'Fate bene'", ha rivelato il ministro.

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