L'ipotesi di un condono fiscale per i debiti fino a 30mila euro lanciata da Matteo Salvini fa discutere, alla vigilia del redde rationem sulla Rottamazione quater delle cartelle esattoriali e in vista di una sentenza della Cassazione che rischia di riscrivere i piani di ammortamento di chi ha rateizzato i debiti col fisco.
Andiamo con ordine. Il leader della Lega da mesi insiste per una semplificazione «soprattutto per chi ci lavora con il fisco» e una pace fiscale tombale attraverso una manovra «saldo e stralcio» sui debiti nei confronti dell'ex Equitalia fino a 30mila euro ma solo per chi ha un Isee sotto i 25mila euro. Avrebbe senso chiudere con un condono la stagione travagliata delle cartelle pazze iniziata dall'allora ministro dell'Economia Vincenzo Visco, visto che ha partorito 172 milioni di cartelle pari a 1.153 miliardi di crediti dei quali appena 30-40 sono realmente recuperabili. Anche perché entro la fine della legislatura andrà pienamente in vigore la riforma del fisco, dalla riduzione del cuneo fiscale (che da solo vale 8-10 miliardi) alle aliquote Irpef, dalla detassazione delle tredicesime al 15% fino alla flat tax.
La richiesta di semplificazione è pressante e arriva dai professionisti, su tutti dalla presidente dell'Ordine dei commercialisti di Milano Marcella Caradonna, che da sempre reclama «un diverso rapporto fra contribuente e Stato attraverso una semplificazione e una riduzione delle norme», come ha ribadito l'altra sera a una charity da lei organizzata per raccogliere fondi per l'ospedale Buzzi, a cui erano presenti il viceministro dell'Economia Maurizio Leo (nella foto), che ha in mano le chiavi della riforma fiscale e lo stesso Salvini.
Contrario al condono il presidente dell'Istituto nazionale dei tributaristi Riccardo Alemanno, convinto che così si vanifichi il lavoro dei professionisti, sebbene proprio la farraginosità del sistema sia l'alibi che giustifica sanatorie e condoni. Contrario al condono anche lo stesso Leo: «Stiamo cercando di cambiare rotta, la flat tax è un'obiettivo di legislatura». Ma prima di parlare di condoni attendiamo l'esito della rottamazione quater, è il senso del suo ragionamento. Tra ottobre e novembre capiremo se sarà andata a buon fine o se sarà l'ennesima rottamazione fallita perché prevede poche rate, troppo alte e troppo ravvicinate. E le voci di condono - motivate dalla necessità di fare cassa, viste le stime di crescita ipotizzate nella Nadef - non aiutano di certo.
Poi c'è il giallo sul cosiddetto «ammortamento alla francese», lo schema con cui le banche erogano i mutui e che l'ex Equitalia usa per calcolare le rateazioni delle cartelle. Un meccanismo che prevede di pagare prima gli interessi, poi il prestito (o la cartella).
Nei prossimi giorni le Sezioni Unite dovranno valutare l'eventuale indeterminatezza delle condizioni pattuite, visto che lo stesso calcolo di sanzioni e aggio presentano profili di irregolarità più volte sollevati dalla stessa Cassazione (e dalla giurisprudenza Ue) assieme al rischio di anatocismo, gli interessi sugli interessi. Se il sistema alla francese venisse demolito bisognerebbe rivedere i piani di ammortamento delle cartelle. Con un impatto sui conti pubblici tutto da verificare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.