Meloni: "Superbonus? 140 miliardi tolti a sanità e istruzione"

Intervistata dal Tg1, Giorgia Meloni spazia sui temi più importanti dei prossimi mesi per il governo e guarda al futuro con le nuove riforme

Meloni: "Superbonus? 140 miliardi tolti a sanità e istruzione"
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Giorgia Meloni è stata intervistata al Tg1 ed è tornata a parlare di quelli che saranno i temi caldi del prossimo autunno. In primo luogo il Superbonus, argomento indigeribile dalle parti del Movimento 5 stelle, smascherati in quella che è stata una delle misure più disastrose per i conti italiani degli ultimi anni. Una misura che è servita solo a fare campagna elettorale a Giuseppe Conte sulle spalle di tutti gli italiani. "Parlano i numeri. 140 miliardi di euro di buco tolti alla sanità, all'istruzione, alle pensioni, per ristrutturare le seconde case e anche i castelli", ha spiegato il premier, mettendo in evidenza l'enormità di soldi risucchiati con una gestione che definire spensierata è riduttivo.

Discorso molto simile per il reddito di cittadinanza, come si evince dalle truffe che sono state scoperte in questi anni e dai sussidi a pioggia che sono stati elargiti anche a chi non avrebbe avuto bisogno. Migliaia di persone occupabili e abili al lavoro, infatti, per anni si sono accontentate della paghetta di Stato, che ha garantito, ancora una volta, voti al M5s. La misura è stata ora eliminata dal governo Meloni, che è già partito con un nuovo strumento di sostegno per i fragili, che però vede anche la presenza di un percorso per tutti quelli che possono essere inseriti o reinseriti nel mercato del lavoro. "Abbiamo fatto la cosa giusta e quella che avevamo promesso: distinguere chi può lavorare da chi non può farlo. Chi non può lavorare mantiene il sussidio, chi può lavorare è giusto che abbia lavoro e formazione", ha spiegato il premier, ribadendo la ratio della misura, annunciata già in campagna elettorale un anno fa.

Sempre in tema lavoro, in relazione al salario minimo, Meloni si stupisce del fatto che "l'opposizione scopra oggi la sua utilità, perché in dieci anni al governo non lo ha realizzato". Un appunto logico, che mette in evidenza ancora una volta l'ipocrisia della sinistra che punta a effettuare le riforme quando al governo ci sono forze politiche opposte dopo anni e anni di amministrazione ininterrotta. In ogni caso, il premier non chiude la porta del tutto: "Io temo che possa peggiorare la condizione di più lavoratori di quelli ai quali la migliora, ma aspettiamo la proposta del Cnel".

E sul suo futuro, il presidente del Consiglio non ha dubbi: "Vedo l'orizzonte dei 5 anni di governo e quell'orizzonte mi serve anche per realizzare le grandi riforme di cui questa Nazione ha bisogno".

In questo anno, Meloni vorrebbe vedere avviati i cantieri delle riforme, quindi "vedere i primi mattoni della riforma fiscale, avviare la riforma costituzionale, fare la parte più consistente della riforma sulla giustizia". Ma non solo, perché nei suoi piani c'è "la grande riforma del merito, particolarmente nella scuola e intervenire sull'emergenza abitativa. C'è un grande lavoro da fare ma rispetteremo gli impegni presi".

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