"Trasferimento e bear-spray". Intervista al sottosegretario Barbaro sull'emergenza orsi

In Trentino si è entrati in una fase emergenziale per quanto riguarda l'eccesso di orsi sul territorio: il ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica apre un tavolo tecnico

"Trasferimento e bear-spray". Intervista al sottosegretario Barbaro sull'emergenza orsi

Ieri mattina, al ministero dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, si è aperto il tavolo tecnico sull'emergenza orsi in Trentino, convocato dal dicastero stesso e coordinato dal sottosegretario di Stato, Claudio Barbaro. Hanno partecipato numerosi esponenti del governo trentino, tra i quali lo stesso presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti. Da parte sua, il ministero si è impegnato a intervenire entro la prima decade del mese di marzo, effettuando una ricognizione della normativa nazionale e comunitaria per proporre alle autorità politiche competenti delle misure per la gestione dei plantigradi in sovrannumero in Trentino, autorizzando anche il bear-spray per gli operatori di pubblica sicurezza. In merito ai prossimi passi del ministero abbiamo raggiunto il sottosegretario Barbaro, che ci ha illustrato il piano per il prossimo futuro.

Sottosegretario Barbaro, come funziona lo spray proposto per gli operatori di pubblica sicurezza?
"Lo spray urticante è a base di un principio attivo naturale (capsicina, cioè peperoncino) con una capacità balistica fino a oltre 10 metri di distanza. Come effetto l'animale interrompe la sua azione offensiva senza conseguenze pregiudizievoli e l'effetto svanisce dopo qualche tempo, da pochi minuti a un’ora. Duplice il vantaggio: quello, nell’immediato, di interrompere un’eventuale azione offensiva e, successivamente, un effetto dissuasivo per l'orso nell’avvicinamento all'uomo. La richiesta sul tavolo, peraltro già avanzata da Trento e dagli altri territori interessati, è quella di dotare dello spray gli operatori di pubblica sicurezza. Il tema non è di nostra diretta competenza ma senza dubbio sarebbe auspicabile un intervento del governo e del legislatore in questo senso facendo un ragionamento anche sulla possibilità di dotare dello spray non solo gli operatori di polizia forestale, ma anche altri operatori professionali della montagna (soccorritori, ricercatori, manutentori, veterinari, ecc)".

Il suo utilizzo potrebbe essere esteso anche ai residenti e agli utilizzatori del bosco?
"In questo caso è il ministero degli Interni a dover valutare la possibilità di estensione anche ai privati. Naturalmente occorre essere più cauti per immaginare questo strumento in mano a tutti i fruitori del bosco: il bear-spray deve essere adoperato con perizia e giudizio, un utilizzo improprio può essere foriero di incidenti o persino di condotte illecite".

Sono già state individuate le aree per l’eventuale ricollocamento degli orsi del Trentino?
"Attualmente stiamo verificando la fattibilità dei trasferimenti senza precludere nessuna possibilità, in Italia e all'estero: il rilascio in natura o in adeguati luoghi di captivazione che comunque preservino il benessere animale. Certamente sarà più difficile trovare comunità locali disposte ad ospitare gli esemplari più problematici, ed in quel caso occorrerà trovare, eventualmente, siti sicuri di contenimento. Di fatto non possiamo lasciare il Trentino solo di fronte questa emergenza, che oggettivamente non può gestire autonomamente.
A tal fine, entro la prima decade di maggio, gli uffici del Mase procederanno ad una ricognizione normativa nazionale e comunitaria per proporre alle autorità politiche competenti misure per i plantigradi in sovrannumero attualmente presenti nella provincia di Trento. Entro la stessa data i tecnici del Mase avvieranno le interlocuzioni anche diplomatiche necessarie all’ipotesi di ricollocamento degli orsi.
Ad inizio e fine riunione ho chiesto con forza a tutti i presenti che questo tavolo desse risposte in tempi rapidi. Il ministero ha dettato una tempistica stringente per l’individuazione delle soluzioni più idonee ad affrontare un’emergenza particolarmente sentita dai territori e a livello nazionale".

Nelle altre zone italiane in cui vivono gruppi di orsi, come in Abruzzo, esistono le stesse problematiche del Trentino?
"Gli orsi marsicani abruzzesi sono per natura più docili, e molto più abituati a condividere gli spazi vitali con l'uomo, occupando quell'area da sempre. Gli esemplari in Trentino sono molto più giovani di radicamento, introdotti dal recente progetto Life Ursus, ed in piena espansione demografica: stanno conquistandosi il loro territorio, anche con conflitto rispetto alle attività umane.

I rappresentanti delle comunità locali ci comunicano il loro disagio e la loro preoccupazione: è evidente che bisogna avere il coraggio di individuare quale sia il numero massimo di orsi che quella provincia può sopportare in queste condizioni e trovare delle soluzioni che vogliamo quanto più equilibrate e condivise. Aver richiesto anche il parere delle associazioni ambientaliste va in questa direzione dopo la prima riunione del tavolo costituito soltanto gli Enti e soggetti pubblici direttamente interessati".

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