Granata subito in dieci La Roma approfitta di un Toro «spuntato»

Al 24’ espulso Franceschini. Totti sbaglia il quarto rigore, ma poi si fa perdonare. Raddoppio di Mancini. Rosina accorcia

da Torino

Ci sono giornate che nascono storte e che, in un modo o nell'altro, si raddrizzano come per miracolo. Capita così che Francesco Totti prima sbagli malamente un calcio di rigore e poi, quando è già diventato bersaglio del pubblico di casa, devii in porta del tutto involontariamente una conclusione di Mancini: Roma a quel punto in vantaggio e con un uomo in più, vista l'espulsione di Franceschini per fallo di mano. E partita più che indirizzata, portata poi a casa per 2-1 grazie al raddoppio dello stesso sudamericano e il gol bandiera di Rosina al 44’.
Buon per i giallorossi, insomma, che bissano così la vittoria di domenica sera contro il Palermo confermandosi primi inseguitori dell'Inter e dimenticando definitivamente le sberle prese nel derby. Il Toro, dal canto suo, ha fatto quello che ha potuto: squadra con limiti tecnici evidenti, finchè è rimasta in parità numerica ha retto l'urto. Dopo di che, ha alzato bandiera bianca nella sostanza ma non nella forma: Rosina e compagni hanno corso e lottato fino alla fine, il che dalle parti di chi ama il granata è sempre cosa da apprezzare.
Ha messo insieme tredici punti nelle ultime cinque partite, il Toro che Zaccheroni sceglie di coprire con una pesantissima coperta di lana: la solita difesa a tre, con Doudou (di nuovo in campo dal primo minuto dopo quasi sei mesi) e Brevi al posto degli squalificati Cioffi e Di Loreto, viene così protetta da un centrocampo che più folto non si può. Rosina, nelle speranze del popolo granata il nuovo Totti, viene così liberato da ogni laccio: a lui il compito di dare una mano ad Abbruscato, preferito a sorpresa a Stellone. Dal canto suo la Roma investe Taddei del ruolo di Perrotta e affida a Virga la posizione del brasiliano. Sono i giallorossi a fare subito la partita: il Toro aspetta, come tradizione e come carenze di organico impongono. I giallorossi spingono soprattutto sulla sinistra, dove Tonetto e Mancini propongono meccanismi rodati: su suggerimento dell'ex leccese, arriva al tiro De Rossi ma la palla finisce in tribuna. Poi è Totti a saggiare i riflessi di Abbiati con una punizione dai trenta metri controllata in due tempi dall'ex juventino. Da parte granata, poco o nulla: tanta grinta e un paio di mischie create su calcio d'angolo. Quando il Pupone batte una punizione a sorpresa pescando Mancini tutto solo in mezzo all'area (posizione sospetta), il vantaggio ospite sembra fatto: invece Abbiati si supera deviando sul palo una prima conclusione del brasiliano, che poi prova il tap-in trovando però il braccio di Franceschini. Risultato: rosso per quest'ultimo (su segnalazione del guardalinee Griselli), rigore per la Roma e altro miracolo di Abbiati che ipnotizza Totti, al quarto errore in stagione. Zaccheroni corre ai ripari e si affida alla difesa a quattro, ma il destino si fa beffe della tattica: conclusione di Mancini, palla che sbatte praticamente sul fondoschiena del capitano, Abbiati spiazzato e battuto. Del resto, Totti e Abbiati hanno un conto aperto da anni: sono infatti otto le reti segnate in carriera dal capitano giallorosso all'attuale numero uno del Toro.
Partita indirizzata, allora. Con i granata spuntati, al punto che nell'intervallo i tifosi quasi ringraziavano Paparesta per avere fischiato un fuorigioco (inesistente) ad Abbruscato, la cui conclusione era finita abbondantemente in curva. Zaccheroni prova allora a giocarsi la carta Muzzi proprio al posto dell'ex aretino, ma la sostanza non cambia di molto anche perché il centrocampo granata non riesce a proporre qualità.

La Roma prende allora possesso della partita e ci vuole ancora il miglior Abbiati a dire di no a Mancini: siccome però è giusto che anche il brasiliano abbia la sua soddisfazione personale, ecco che nel finale il Pupone gli scodella un assist di tacco. Botta di destro, 2-0. Segue giusta soddisfazione anche per Rosina. Inutile, però.

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