Grecia, approvate nuove misure di austerity. Espulsi 6 deputati di maggioranza

La Grecia approva nuovi tagli, preliminari all'iniezione di fondi internazionali. La coalizione perde sette deputati: hanno votato contro la misura

Dopo l'ennesima giornata in cui piazza Syntagma è tornata a farsi fulcro della protesta ateniese, il Parlamento greco ha approvato le nuove misure di austerity richieste dalla troika. L'approvazione da parte dell'Aula, secondo il primo ministro, Antonis Samaras, era imprescindibile, perché preliminare all'arrivo di una nuova tranche di aiuti da parte dei creditori esteri.

Le misure, che andranno a incidere soprattutto su pensioni e salari, sono passate non senza contestazioni. A dare il via libera alla nuova austerity una maggioranza risicatissima. 151 i voti necessari, 153 quelli ottenuti. Numeri che non tornano al governo, che ha espulso sette dei suoi deputati, sei socialisti del Pasok e un membro della Nia Demokratia di Samaras, che non hanno votato secondo le indicazioni del partito.

Nonostante i dissidi interni alla maggioranza, il premier ha parlato di un momento fondamentale per la Grecia, che - lo ha ripetuto più volte in passato - senza questi nuovi aiuti si sarebbe trovato al 16 novembre senza la liquidità necessaria a pagare salari, pensioni e servizi per il Paese. L'approvazione delle nuove misure di austerity, secondo Samaras, rappresenta la sconfitta della "dracmofobia". Atene non rischierebbe più di dover lasciare la valuta comune.

Durissima la reazione di

Syriza, la sinistra greca. Il deputato Panagiotis Lafazanis ha bocciato il provvedimento, che prevede tagli per 13,5 miliardi di euro. "State buttando la gente per strada, gente che tra qualche anno andrebbe in pensione".

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