da New York
È diventato lautore numero uno dei film-inchiesta, spingendo la telecamera in faccia a politici e capitani d'industria. Ha vinto un Oscar con Bowling a Columbine, diventando un nemico feroce dellamministrazione Bush con Farenheit 9/11. Eppure appena due cineasti hanno cercato di girare un documentario su di lui, Michael Moore li ha fatti prendere a calci dal suo staff, mentre sua madre si lanciava addosso al cameraman ferendolo alla faccia.
Moore non ha gradito di finire nellobbiettivo di due colleghi di Toronto, Rick Caine e la moglie Debbie Melnyk, che pure militano anchessi a sinistra. Il fatto è che i due, nel girare Manufacturing Dissent, si sono resi conto che dietro al sorriso e al cappello da baseball di Moore si nascondono bugie, scorrettezze, omissioni. Il loro documentario, che verrà presentato il 10 marzo al Southwest Film Festival di Austin, Texas, ha imbestialito i fan di Moore. «Ci hanno minacciato - ha spiegato Caine - accusandoci di tirare pietre in faccia a un eroe». Da parte sua Moore non li ha degnati di alcuna dichiarazione: si è detto troppo impegnato a girare Sicko, a Londra, un attacco frontale al sistema sanitario americano.
Ma anche Manufacturing Dissent sta già appannando limmagine di Moore. «I miei studenti sono rimasti stupiti» ha ammesso il producer John Pierson già collaboratore di Moore, che ora insegna cinematografia allUniversità del Texas. «Moore di bugie ne ha raccontate proprio tante».
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