Continua lo scontro tra le istituzioni israeliane e gli ultraortodossi. Il rabbino capo sefardita Yitzhal Yosef ha dichiarato che gli ebrei appartenenti alle frange religiose più estremiste lasceranno il Paese in massa se il governo metterà fine all’esenzione dall’obbligo militare di cui gode la comunità.
“Se ci costringeranno ad arruolarci nell’esercito, ci trasferiremo tutti all’estero”, ha affermato il figlio del defunto leader del partito Shas, Ovadia Yosef, e figura molto influente della coalizione che sostiene il premier Benjamin Netanyahu. “Tutti questi laici non capiscono che senza kollel e yeshiva, l’esercito non avrebbe successo”. Il riferimento, riportato dal Times of Israel, è alle istituzioni in cui i religiosi studiano la Torah, il mezzo grazie al quale Yitzhal Yoesef è convinto che le Idf trionferanno contro Hamas.
Le parole del rabbino hanno scatenato dure reazioni nella politica israeliana. Il presidente del partito Unità Nazionale e membro del gabinetto di guerra Benny Gantz le ha definite come “un colpo mortale per lo Stato e la società israeliana”, sottolineando che “tutti dovrebbero prendere parte al sacro diritto di servire e lottare per il nostro Paese, soprattutto in questo momento difficile. Compresi i nostri fratelli ultraortodossi”. Secondo Yair Lapid, leader del partito centrista d’opposizione Yesh Atid, le osservazioni di Yosef sono “una vergogna e un insulto ai soldati delle Idf che sacrificano la loro vita per la difesa del Paese”. Il politico ha anche aggiunto che “il rabbino Yosef è un impiegato statale, con uno stipendio pagato dallo Stato. Non può minacciarlo”.
Il malcontento verso la comunità ortodossa serpeggia da tempo in una parte della popolazione israeliana. Il 26 febbraio centinaia di persone appartenenti a varie associazioni hanno protestato contro l’esenzione dal servizio militare per gli ultra-religiosi, con il sostegno di 170 tra ex ufficiali e funzionari della sicurezza. Da più parti, inoltre, crescono le pressioni sul governo per sospendere il privilegio di cui godono le comunità più fedeli all’ebraismo tradizionale, concesso per la prima volta da David Ben Gurion negli anni ’70.
“Gli ultra-ortodossi sono 66mila giovani in età di servizio, pari a quasi cinque divisioni”, ha commentato Dani Jalutz,
comandante in capo delle Idf tra il 2005 e il 2007. Uomini abili alle armi che, con il proseguimento del conflitto a Gaza e la possibilità di un aumento dell’intensità degli scontri con gli Hezbollah libanesi, sono richiesti in prima linea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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