"Attaccheremo i centri nucleari israeliani". La minaccia dei pasdaran e il rischio escalation

Stando a quanto dichiarato dal generale Ahmed Haghtalab, se Tel Aviv prenderà di mira il settore nucleare iraniano i pasdaran risponderanno attaccando i medesimi obiettivi nel territorio dello Stato ebraico

"Attaccheremo i centri nucleari israeliani". La minaccia dei pasdaran e il rischio escalation
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Nell’attesa della risposta israeliana all’attacco del 13 aprile, l’Iran ha alzato il tiro e invocato la minaccia atomica. "Se il regime sionista vuole usare la minaccia di attaccare i centri nucleari del nostro Paese come strumento per fare pressione sull’Iran il colpo che riceveranno sarà ricordato nella storia”, ha dichiarato il generale di brigata Ahmed Haghtalab, comandante del corpo di protezione e sicurezza dei centri nucleari iraniani.

I centri nucleari del nemico sionista sono identificati e le informazioni necessarie su tutti gli obiettivi sono a nostra disposizione per rispondere a una possibile azione”, ha aggiunto l’ufficiale. Stando a quanto riportato dall’agenzia Tasnim, il comandante dei pasdaran ha anche precisato che gli impianti nucleari del Paese sono protetti da strumenti e attrezzature avanzate, i quali li rendono “perfettamente sicuri”. In caso di attacco israeliano contro questi siti sensibili, inoltre, il generale ha affermato che per l’Iran sarebbe “concepibile rivedere la dottrina e la politica nucleare e deviare dalle considerazioni annunciate nel passato". Ahmed Haghtalab ha ricordato che già in passato Israele ha condotto azioni di “sabotaggio e terrorismo” ai danni dell’industria atomica del Paese. Tra il 2007 e il 2020, infatti, sono stati assassinati diversi scienziati iraniani, tra cui Mohsen Fakhrizadeh Mahabadi, l’uomo che Tel Aviv e Washington consideravano la mente dietro i progetti di Teheran di dotarsi di armi di distruzione di massa.

La Repubblica islamica ha sempre dichiarato che il suo programma nucleare ha solamente finalità civili. Secondo le agenzie di intelligence occidentali, però, Teheran ha attualmente a disposizione una quantità di uranio arricchito sufficiente ad armare tre bombe atomiche. Inoltre, i nuovi missili a disposizione dei pasdaran, i Kehibar Shekan utilizzati per la prima volta a gennaio, sarebbero in grado di essere equipaggiati con una testata nucleare.

Le conseguenze di un’escalation con armi di distruzione di massa tra Israele e Iran sono già state considerate ad agosto, durante una simulazione condotta dal Nonproliferation Policy Education Center. Il wargame ha visto la partecipazione di esperti, funzionari e militari Usa. Lo scenario prefigurato si è svolto nel 2027 e si è concluso con uno scambio nucleare tra i due Paesi.

Dai risultati della simulazione è emerso il fatto che l’unico modo per prevenire questa eventualità sia il rafforzamento degli accordi di Abramo e la costruzione di un’alleanza regionale in chiave anti-Teheran per far sì che Israele non si percepisca come isolato e circondato da nemici.

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