Nuovo successo per le forze ucraine nel Mar Nero. Giovedì 1° febbraio, droni marittimi pilotati da remoto hanno colpito una corvetta missilistica russa di classe Tarantul, la Ivanovets, mentre si trovava nel lago Donuzlav in Crimea. Dopo aver subito una serie di colpi diretti allo scafo, il vascello si è inclinato a poppa ed è colato a picco.
Nel video dell’attacco diffuso sui social, si vedono i droni che, uno dopo l’altro, si avvicinano a grande velocità verso l’imbarcazione. L’equipaggio russo cerca di distruggerli, come evidente dagli schizzi d’acqua provocati da proiettili che si sollevano in aria attorno ai dispositivi senza pilota. Non è noto se siano riusciti a fermarne alcuni, ma comunque i loro sforzi non sono bastati a salvare la Ivanovets. La nave è stata squarciata da almeno due esplosioni, per poi affondare. Come riportato dall’Ukrainsakia pravda, l’operazione è stata condotta dal “gruppo 13”, un’unità speciale del servizio d’intelligence del ministero della Difesa (Gur). Pare, inoltre, che la missione di ricerca e salvataggio dei 48 membri della ciurma russa non abbia avuto successo. Secondo il Gur, il valore del vascello distrutto è di circa 70 milioni di dollari. Prima dell’attacco, la flotta del Mar Nero aveva a disposizione cinque di queste navi, costruite in epoca sovietica e entrate ufficialmente in servizio nel 1979.
Questo successo degli ucraini è l’ennesimo duro colpo per la marina militare della Federazione. Dall’inizio della guerra, il Paese invaso è riuscito a distruggere 16 vascelli e a danneggiarne altri 12, pur non possedendo una flotta. Riparare le navi danneggiate o costruirne di nuove impiegherebbe molto tempo e risorse, quindi la Russia si è vista costretta ad abbandonare la parte nord-occidentale del mare che bagna le coste meridionale dell’Ucraina, il che ha permesso il ripristino delle esportazioni di grano verso l’Africa. Queste vittorie, per quanto considerevoli, non sono però sufficienti a sbloccare la situazione di stallo a cui si è giunti dopo quasi due anni di conflitto.
I droni marittimi prodotti da Kiev si sono rivelati un’arma estremamente efficace, ma il loro utilizzo è limitato all’acqua. Sul fronte terrestre, la scarsità di equipaggiamento e la riduzione del supporto occidentale sta mettendo in seria difficoltà le forze armate ucraine, costrette per quest’anno a rivedere i propri piani e a optare per una strategia difensiva.
A queste problematiche, si aggiungono anche le divisioni politiche interne al Paese, esacerbate dalle voci sulla possibile destituzione nel prossimo futuro del capo di Stato maggiore Valerij Zaluzhny, molto apprezzato sia dalla popolazione, sia dall’esercito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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