"Avanti nel 2024 ma riorganizziamo le forze": Israele rivela i piani per Gaza

Parte dei riservisti convocati dopo il 7 ottobre saranno smobilitati, in modo da "revitalizzare l'economia", mentre altri saranno spostati a nord al fronte con gli Hezbollah

"Avanti nel 2024 ma riorganizziamo le forze": Israele rivela i piani per Gaza
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L’esercito israeliano sarà impegnato nella Striscia di Gaza per tutto il 2024, ma la sua presenza sul campo deve essere riorganizzata. “Gli obiettivi della guerra comportano combattimenti prolungati e noi ci organizzeremo adeguatamente”, ha spiegato il portavoce militare Daniel Hagari. “Dobbiamo gestire la distribuzione delle forze sul terreno in maniera complessa, con particolare riferimento alle unità dei riservisti e alle necessità della economia”. L’obiettivo di Tel Aviv rimane la completa distruzione di Hamas, ma con la maggior parte dei combattimenti concentrati a Khan Younis e ampi settori dell’exclave sotto il controllo israeliano, nonostante le continue imboscate da parte di cellule isolate, non sarà più necessario mantenere in armi tutti i 300mila uomini richiamati dopo il 7 ottobre.

Unità di riservisti torneranno a casa questa settimana, sapendo che la guerra continua e che avremo ancora bisogno di loro nel 2024”, ha affermato Daniel Hagari. Cinque brigate saranno ritirate da Gaza: alcune saranno smobilitate, mentre altre verranno schierate al fronte nord con il Libano, dove la situazione con gli Hezbollah rimane tesa. Due di queste unità sono composte da personale richiamato in servizio e la decisione di permettere il loro ritorno alla vita civile è stata presa per “rienergizzare l’economia”, come parte di una “riconfigurazione” delle forze in campo per l’avvio della terza fase del conflitto.

Questa richiederà almeno sei mesi e comporterà intense missioni di smantellamento delle infrastrutture e delle cellule terroristiche. Nessuno parla di colombe di pace in volo da Shajaia”, ha dichiarato un ufficiale delle Idf a Reuters, facendo riferimento a un quartiere di Gaza distrutto dai combattimenti. “Il prossimo semestre sarà critico anche per il fronte con gli Hezbollah, perché la situazione al fronte nord non potrà continuare così”. Da un lato, dunque, vi è la possibilità dell’apertura di un nuovo teatro di guerra ad alta intensità contro un altro membro dell’”asse della resistenza” finanziato dall’Iran, mentre dall’altro in alcune zone di Gaza i combattimenti si ridurranno a raid chirurgici diretti ad eliminare gli ultimi rimasugli di Hamas.

Ad oggi, le Idf hanno subito 174 perdite dall’inizio dell’offensiva di terra nell’exclave palestinese, buona parte delle quali erano riservisti, mentre al fronte nord sono morti nove soldati israeliani.

Di contro, stando a quanto riferito dal premier Benjamin Netanyahu, oltre 8mila combattenti dell’organizzazione terroristica sono stati eliminati dalle forze di Tel Aviv. Una stima, questa, che implica il fatto che il nucleo delle forze di Hamas sia ancora intatto. Secondo le stime pre-conflitto dello Stato ebraico, infatti, il gruppo aveva circa 30mila uomini in armi.

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