Caccia F-16 a Kiev: cosa può fare il Falco combattente per l'Ucraina

L'F-16, caccia multiruolo sviluppato dagli americani con una lunga storia nella Nato, rappresenta la nuova "speranza" di Kiev nell'aria e potrebbe davvero scoraggiare le Forze Aerospaziali russe. Ma non è esattamente un'arma di ultima generazione

Caccia F-16 a Kiev: cosa può fare il Falco combattente per l'Ucraina

L’Ucraina è pronta a ricevere gli aerei da combattimento a lungo promessi dagli occidentali nelle nuove tranche di aiuti che comprendono armi più potenti e sofisticate secondo i vertici della difesa di Kiev. Avranno la funzione di "scoraggiare la Russia invece di provocarla” come aveva temuto Washington, a lungo combattuta sulla concessione di armi offensive, e ora apparentemente convinta al pari dei partner europei scelti per fornire queste piattaforme di seconda mano.

Stiamo parlando degli F-16, noti come "Fighting Falcon" o "Viper" a secondo delle versioni, e "Sufa" per gli israeliani che ne hanno fatto il nerbo della loro aeronautica per almeno vent'anni. Un caccia multiruolo di quarta generazione sviluppato - come cellula - nella prima metà degli anni '70 ed entrato in servizio, nelle sue prima versioni, nel lontano 1979. Il primo F-16A operativo venne consegnato al 388° Tactical Fighter Wing dell'Us Air Force il gennaio di quello stesso anno.

Jet da combattimento con una lunga storia alle spalle, l'F-16 è uno dei primi figli che segnano la fine della “guerra aerea” come era stata combattuta fino all'inizio della Guerra Fredda: quando il tempo di dog-fight e delle manovre aeree si erano conclusi nei cieli del Vietnam e "tutto veniva deciso dai missili aria-aria e dalla velocità dei velivoli che li trasportavano". Compatto e affidabile il Fighting Falcon è un aereo da caccia altamente manovrabile che si è a lungo dimostrato piattaforma efficace nel combattimento aria-aria e nelle missioni d'attacco aria-superficie, con prestazioni che superano ancora oggi gli omologhi di produzione sovietica.

Per tale ragione dovrebbe essere capace di fornire, con il suo range operativo e le armi di precisione, una determinata deterrenza alle Forze Aeree Ucraine che erano equipaggiate con pochi caccia di produzione sovietica (poi russa, ndr) Sukohoi Su-30 e Su-35 e MiG-29. "Flanker" e "Fulcrum" secondo la codificazione Nato.

Il "Falco combattente"

L’F-16, attualmente prodotto dalla stessa Lockheed Martin che ha sviluppato l'F-35, misura 15 metri e possiede un’apertura alare di 9,45 metri. La cellula, rimasta fedele alla linea generale delle prime versioni e sviluppata per alloggiare singolo motore turbofan Pratt & Whitney, che gli permette di aggiungere un’accelerazione di Mach 2, prevede un abitacolo monoposto e biposto che accoglie tutte le più sofisticare strumentazioni sviluppate tra gli anni '80 e '90, implementate ove possibile dai più moderni pacchetti di aggiornamento. Come tutti gli aerei da combattimento della sua generazione può trasportare i sistemi d'arma solo ed esclusivamente attraverso i numeri "pod" posti sulle ali e sotto la fusoliera.

Essi comprendono munizionamento a caduta libera, missili aria-aria di lungo, corto e medio raggio, e una vasta gamma di armi di precisione come le bombe guidate della famiglia Paveway, missili Jdam, bombe guidate plananti Gbu-39 e missili anti-nave Harpoon. L’F-16 è stato configurato per trasportare e lanciare munizionamento nucleare del tipo B-61 ed è provvisto di un cannone da 20 mm M61 Vulcan.

Questi caccia sono dotati fin dalle prime versioni degli anni '80 di sistemi avionici efficaci per quanto riguarda la loro generazione, tra cui si annoverano i classici sistemi di posizionamento globale e di navigazione, e contromisure modulari da impiegare contro le minacce elettroniche aeree o di superficie. A differenza delle prime versioni tutti gli F-16 dei blocchi successivi comprendono l'espansione della flessibilità multiruolo per eseguire missioni di attacco al suolo di precisione, attacco notturno e intercettazione "oltre il raggio visivo". L'impiego di questo tipo di aereo da combattimento potrebbe quindi variare dal supporto dalle operazioni di terra, oggi ridotte in numero dopo il fallimento della controffensiva, alla soppressione di incursioni aeree avversarie, oltre al condurre strike con armi di precisione su obiettivi di una certa rilevanza: siano questi siti terresti o navi da guerra russe che incrociano nel Mar Nero.

La nuova speranza di Kiev

Gli Stati Uniti, a lungo restii in merito al fornire armi offensive con raggio medio che potevano rappresentare una seria minaccia per Mosca, con il rischio di condurre a una pericolosa escalation capace di allargare il fronte e trascinare la Nato nel conflitto, hanno consentito - nel tempo - al trasferimento di potenti lanciamissili Himars e Atacms, di carri armati Abrams e sistemi di difesa aerea Patriot. Adesso è il turno degli F-16.

Questo nuovo asset potrebbe consentire un piccolo ulteriore vantaggio alle Forze Aeree Ucraine e non è escluso, per quanto sia un'ipotesi remota, che possa sferrare dei raid in territorio russo per via del suo raggio operativo a cui si andrebbe a sommare la portata dei missili da crociera che potrebbe trasportate. In un'incursione aerea in uno spazio aereo russo gli F-16 dovrebbero affrontare i sistemi di difesa come gli S-300 e S-400, che sono tarati per abbattere velivoli di ultima generazione e potrebbero sopprimere facilmente la minaccia rappresentata da un aereo di quarta generazione come il Falcon. Va ricordato inoltre come i piloti ucraini, che possono aver ricevuto un addestramento a questa piattaforma non superiore all'anno, non abbiano alcuna dimestichezza con il vettore in "azione".

A fornire questa nuova arma dell'aria dovevano essere inizialmente Paesi Bassi, Danimarca, Belgio, e Norvegia. Anche se già si registrano i primi dubbi e le prime defezioni. Lo scorso maggio l’International Institute for Strategic Studies, think tank britannico che analizza tra le altre le scorte militari a livello globale, aveva quantificato in 125 unità la flotta di F-16 "pronti al combattimento" in Europa che potevano essere facilmente destinati a Kiev.

Inutile dire che questa passaggio di mano cela in se un piccolo deal: l'acquisizione di nuovi jet da combattimento Joint Strike Fighter F-35 prodotti dalla stessa Lockheed Martin. Caccia di ultima generazione con capacità di combattimento elevate alla massima potenza.

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