Gli attacchi esplosivi e l'obbligo della guerra santa: chi era il capo della Jihad palestinese ucciso

Il ventenne Mohammed Iyad Abdullah era il capo della branca del gruppo islamista palestinese di Nur Shams: avrebbe sostituito il suo predecessore ucciso nel mese di agosto

Gli attacchi esplosivi e l'obbligo della guerra santa: chi era il capo della Jihad palestinese ucciso
00:00 00:00

Tel Aviv elimina nuovamente un nuovo pezzo da novanta, questa volta si tratta del leader della Jihad islamica palestinese. Secondo le forze israeliane, il ventenne Mohammed Iyad Abdullah era il capo della branca del gruppo islamista palestinese di Nur Shams e aveva sostituito Mohammed Jaber, ucciso ad agosto. Secondo il Times of Israel, Israele lo avrebbe eliminato giovedì 10 ottobre in un raid aereo nella Cisgiordania centrale, durante un'operazione congiunta tra le Idf, lo Shin Bet e l'aeronautica militare israeliana.

Chi era Abdullah

Abdullah era stato nominato capo della Jihad islamica nell'accampamento di Tulkarem. Insieme a lui sarebbe stato ucciso un secondo terrorista, il cui nome non è ancora stato reso noto. L'esercito afferma che Abdullah era responsabile dell'organizzazione delle attività del gruppo, compresi "molti attacchi" e l'uso di esplosivi contro le truppe israeliane. Secondo quanto riferito, le truppe sul campo hanno sequestrato fucili semiautomatici e giubbotti antiproiettile trovati addosso ai due. L'agenzia stampa ufficiale dell'Autorità Nazionale Palestinese, Wafa, ha riportato che gli uomini delle Idf hanno preso anche i corpi dei due, identificando la seconda vittima come Awad Omar, originario della vicina città di Bal'a. Abdullah e i suoi definiscono il jihād come obbligo da attuare contro Israele, opponendosi anche a molti governi arabi che giudicano non sufficientemente musulmani e troppo occidentali. Si tratta di un’organizzazione molto più piccola di Hamas e che non può contare neppure sull'ampio sostegno popolare di cui gode quest’ultima.

Come è cambiata la Jihad islamica nel tempo

Le forze di sicurezza israeliane avevano dichiarato che il 29 agosto scorso le truppe israeliane avevano ucciso cinque militanti palestinesi nascosti in una moschea nella città di Tulkarem nell'ambito di un'operazione antiterrorismo. Tra gli uccisi, l'esercito aveva annunciato la morte di un membro anziano della Jihad islamica palestinese responsabile di un precedente attacco che uccise un civile israeliano.

Rispetto ad altre organizzazioni estremiste, il gruppo alleato di Hamas ha sempre avuto dei contorni più sfumati. Fondata nel 1981 da Fathi Abd al-Aziz al-Shikaki, un medico di Rafah, crebbe grazie alla rete della Fratellanza musulmana in Palestina, sebbene si sviluppò velocemente in un'organizzazione distinta, plasmata dal crescente militarismo e fortemente influenzata dall’Iran e dai fatti del 1979. Teheran, infatti, rimane una fonte chiave di finanziamento fino ad oggi. Nel 2018 Ziyad al-Nakhalah è stato eletto segretario generale, succedendo a Ramadan Shalah , morto di ictus.

Il gruppo agisce come come un'avanguardia d'élite piuttosto che come un ampio movimento basato sulla comunità e si oppone all'impegno politico con Israele. Ha una lunga storia di attacchi a soldati e civili ebraici, risalente agli anni '80. La sua ala armata, le Brigate al-Quds, nacque nel 1992. Al-Shikaki fu assassinato a Malta nel 1995 in rappresaglia per un doppio attentato suicida contro i soldati israeliani a Beit Lid Junction in Israele. Il gruppo continuò poi a impegnarsi in attentati suicidi contro obiettivi civili israeliani fino al 2007.

Israele intensifica gli attacchi in Cisgiordania

Nelle ultime ventiquattro ore Israele ha intensificato gli attacchi nel West Bank. L’agenzia di stampa palestinese Wafa, due notti fa, aveva riferito che i soldati israeliani avevano nuovamente attaccato diverse località della Cisgiordania, tra le quali Nablus, Birzeit e Kobar a nord di Ramallah. Precedentemente a Nablus, le forze speciali israeliane avevano assassinato quattro uomini in un raid sulla città. Sempre in Cisgiordania, le forse israeliane hanno poi dichiarato di aver sventato il piano di cinque palestinesi che volevano compiere un attentato con un'autobomba all'Azrieli Mall di Tel Aviv in nome dell'Isis. I cinque residenti di Taybeh, cittadina al centro della Cisgiordania, sono stati arrestati dopo un mese di indagini e saranno accusati nei prossimi giorni.

I cinque avevano discusso la quantità di esplosivo necessario per abbattere le iconiche torri Azrieli di Tel Aviv. Due di loro erano in contatto con esponenti dell'Isis e avevano pianificato di recarsi all'estero per incontrarli.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica