"Ci aspetta la guerra nei cieli". La profezia di Kiev per l'inverno

Secondo analisti e militari ucraini, i massicci attacchi con droni potrebbero essere un preludio ad una nuova campagna di bombardamenti invernali contro le infrastrutture strategiche del Paese

"Ci aspetta la guerra nei cieli". La profezia di Kiev per l'inverno
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Con l’inverno alle porte, le autorità ucraine temono l’inizio di una nuova campagna di bombardamenti russi contro le infrastrutture strategiche del Paese. Venerdì 3 ottobre, le forze di Mosca hanno lanciato ben 40 droni e un missile da crociera, in quello che è stato l’attacco più massiccio da settimane. Sul suo profilo Telegram, l’aviazione militare di Kiev ha affermato che i velivoli senza pilota sono stati lanciati dalle regioni di Kursk e dalla città di Primorsko-Achtarks. Le difese aeree ne avrebbero abbattuti 24, ma questa affermazione non è stata verificata. Pare che non vi siano state vittime, solo danni a infrastrutture ed edifici amministrativi.

La strategia russa per l'inverno

Con l'avvicinarsi dell'inverno, i terroristi russi cercheranno di causare altri danni. Noi reagiremo”, ha scritto il presidente Volodymyr Zelensky in un posto su X. Tra settembre e ottobre, l’esercito russo ha lanciato circa 650 droni kamikaze iraniani Shahed contro l’Ucraina, un aumento notevole rispetto ai 450 di luglio e agosto. Analisti e militari hanno espresso la convinzione che questi attacchi siano serviti a Mosca per testare la rete di difesa antiaerea di Kiev e individuarne i punti deboli, oltre a costringere gli ucraini a consumare la loro riserva di costosi missili terra-aria. “Ciò che ci attende è la guerra nei cieli”, ha affermato Andriy Yermak, capo dell’ufficio di Zelensky.

Parallelamente all’aumento sensibile delle attività dei droni, i russi hanno ridotto gli attacchi missilistici. A ottobre, l’esercito del Cremlino ne ha lanciati 24, appena un quarto di quelli utilizzati a settembre e agosto. Molti, in Ucraina, sono convinti che le forze di Mosca abbiano deciso di conservare il loro arsenale per “un bombardamento davvero grande”. Nel 2022, bersagliare la rete energetica del Paese non è stato sufficiente a piegarne la resistenza, ma dopo un altro anno di guerra la strategia di Vladimir Putin potrebbe raggiungere i risultati sperati.

Lo stallo nei combattimenti

La situazione sul campo di battaglia non è d'aiuto nel mantenere alto il morale della popolazione e della autorità ucraine. Il generale Valery Zaluzhny, comandante delle forze armate di Kiev, ha affermato in un saggio che la situazione bellica è in “una fase di stallo”, sottolineando la necessità di migliorare la tecnologia dei droni per riprendere l’iniziativa. Molti altri alti ufficiali hanno chiesto un cambiamento di strategia al fronte, anche alla luce del fallimento della controffensiva. Il presidente Zelensky, della cui testardaggine i suoi collaboratori si sono lamentati al Times, si è limitato a licenziare il generale Viktor Khorenko, capo delle operazioni speciali, e a sostituirlo con il colonnello Serhii Lupanchuk.

Con il supporto dell’Occidente in calo e le promesse da parte di Paesi Bassi e Germania di nuovi sistemi antiaerei Patriot, gli ucraini si preparano all’inverno più duro dall’inizio

della guerra, mentre dagli alleati cominciano a levarsi le prime voci di possibili trattative per porre fine ad un conflitto a cui molti ormai si sono abitati e che sta sempre più passando in secondo piano.

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