È un momento delicatissimo per l'Ucraina. Le forze armate di Kiev stanno facendo i conti con un gravissimo problema: la mancanza di soldati. Proprio nelle settimane in cui i russi, supportati dai nordcoreani, martellano con insistenza sul fronte orientale, il governo ucraino si è accorto di avere tra le mani una coperta che, quasi improvvisamente, si è fatta corta. Anzi: cortissima. I motivi principali coincidono con le diserzioni e gli abbandoni volontari degli stessi militari. Militari stanchi e spossati e che, dopo due anni di intensi combattimenti, hanno iniziato ad evaporare nel nulla. Pare che intere unità abbiano lasciato vulnerabili le proprie postazioni accelerando le perdite territoriali, e che oggi l'esercito ucraino soffra di una preoccupante carenza di "manodopera".
Il grave problema dell'esercito ucraino
Questa tendenza ha rinvigorito la Russia, che sta approfittando delle vulnerabilità rivali per conquistare quanto più spazio vitale possibile, preferibilmente prima dell'inizio ufficiale della presidenza di Donald Trump (20 gennaio). Un esempio su tutti: sembra che la cittadina di Vulhedar, nel Donbass, sia finita nelle mani di Putin proprio perché le unità di Kiev che avrebbero dovuto difenderla sarebbero fuggite. I numeri ufficiali sono intanto allarmanti: tra il 10 e il 20% dei soldati ucraini, che complessivamente ammontano a 1,3 milioni, rischia di essere processato per renitenza al reclutamento.
Ma che cosa sta succedendo? Alcuni prendono un congedo medico e non tornano mai più sul fronte, tormentati dai traumi della guerra e demoralizzati dalle cupe prospettive di vittoria. Altri, molto più semplicemente, rifiutano di eseguire gli ordini, a volte persino nel bel mezzo di scontri a fuoco. "Questo problema è critico. Siamo nel terzo anno di guerra e questo problema non potrà che aumentare", ha spiegato l'analista militare ucraino Oleksandr Kovalenko.
I militari ucraini che si stanno allontanando dal fronte hanno messo a nudo problemi fin qui ignorati. Su tutti: il modo in cui Kiev sta gestendo la guerra, che include una imperfetta spinta alla mobilitazione. Come se non bastasse, tutto questo si sta materializzando mentre gli Stati Uniti esortano l'Ucraina ad arruolare più truppe e a consentire la coscrizione di coloro che hanno appena 18 anni.
Kiev e l'incubo delle diserzioni
Ci sono almeno due categorie di soldati che hanno abbandonato l'esercito. Da un lato troviamo i classici disertori, dall'altra i cosiddetti Szch, ovvero "chi ha abbandonato la propria unità senza autorizzazione", secondo l'acronimo ucraino. Mentre i disertori rischiano oltre sette anni di carcere, i secondi hanno alcune attenuanti. In primis: non hanno abbandonato il fronte mettendo a rischio la vita dei compagni, limitandosi a scivolare nelle seconde linee. Il punto è che i volontari sono spariti, e al momento non si intravedono nuovi bacini di soldati dai quali attingere per rinforzare un esercito con l'umore a pezzi. Più che di armi e munizioni, Kiev soffre dunque di una carenza di militari.
Già, perché i veterani sono stanchi. Le nuove leve, oltre ad esser pochissime in termini numerici, non sono sempre pronte. Intanto, gli Usa hanno suggerito a Volodymyr Zelensky di prendere in considerazione l'abbassamento dell'età per il servizio militare da 25 a 18 anni, visto che l'Ucraina non starebbe mobilitando o addestrando abbastanza nuovi soldati per sostituire quelli caduti in azione.
"Senza un flusso di nuove truppe, le unità esistenti, che combattono eroicamente in prima linea, non possono ruotare per riposare, riorganizzarsi, addestrarsi e riequipaggiarsi", fanno sapere fonti interne all'amministrazione Biden. Zelensky prende nota ma attuare un piano è sempre più complicato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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