L'Ucraina voleva attaccare la Russia in Siria: la rivelazione dei leak del Pentagono

Secondo alcuni documenti del Pentagono pubblicati dal Washington Post, l'attacco di Kiev contro Mosca in Siria avrebbe avuto come obiettivo le forze del Cremlino e i mercenari della Wagner

L'Ucraina voleva attaccare la Russia in Siria: la rivelazione dei leak del Pentagono

L'agenzia di intelligence militare dell'Ucraina aveva sviluppato piani per condurre attacchi segreti contro le forze russe in Siria utilizzando l'aiuto dei curdi. L'operazione, con lo scopo di indebolire la Russia e il gruppo Wagner, è stata fermata da Volodymyr Zelensky a dicembre. Sono queste le ultime, clamorose rivelazioni contenute in uno dei documenti del Pentagono diffusi sul web dal giovane Jack Teixeira, un ex aviere della Massachusetts Air National Guard, adesso arrestato.

Il piano dell'Ucraina

Secondo alcuni file visionati dal Washington Post, l'attacco ucraino contro la Russia in Siria, avrebbe dovuto colpire le forze del Cremlino e i mercenari della Wagner presenti in loco, così da creare un nuovo fronte e costringere Mosca a ridistribuire le risorse dall'Ucraina, a migliaia di chilometri di distanza. Zelensky ha tuttavia ordinato di fermare il piano e non è successo niente del genere.

Il documento trapelato, basato su una notizia dell'intelligence Usa raccolta il 23 gennaio, espone nel dettaglio come è progredita la pianificazione, e come potrebbe procedere una campagna del genere nel caso in cui l'Ucraina decidesse di effettuarla.

L'attacco contro la Russia in Siria

L'attacco sarebbe stato sferrato iniziando da "obiettivi piccoli", appunto la milizia mercenaria, e con velivoli senza equipaggio. Ma c'era anche l'ipotesi di addestrare gli uomini delle Forze democratiche siriane (Sdf), la forza militare del nord-est controllato dai curdi, per colpire obiettivi russi.

Nel file si legge inoltre che gli ufficiali della Direzione principale dell'intelligence di Kiev, il servizio di intelligence militare del ministero della difesa ucraino, avrebbero potuto pianificare attacchi negabili che avrebbero evitato ogni eventuale coinvolgere del governo ucraino.

Dal momento che la pianificazione è avvenuta lo scorso autunno, le Sdf hanno chiesto addestramento, sistemi di difesa aerea e una garanzia che il loro ruolo sarebbe stato tenuto segreto in cambio del supporto alle operazioni ucraine. La dirigenza delle Sdf aveva anche vietato gli attacchi alle postazioni russe nelle aree curde.

Soldati russi in Siria
Soldati russi in Siria

Il piano di Kiev

Il documento entra poi nel dettaglio su come sarebbe stata realizzata una campagna segreta di attacchi ucraini "fittizi", classificandoli in base alla probabilità di provocare, come risposta, un'escalation della Russia.

Il file soppesa le conseguenze di attacchi contro strutture russe "prioritarie" ben difese vicino a Damasco e alla costa siriana, le più pericolose ma le più costose per la Russia, e contro le "infrastrutture petrolifere affiliate alla Russia" nella Siria centrale, scarsamente protetta dalla difesa aerea, ma con "costi modesti" alla Russia, in particolare al gruppo Wagner.

Il ruolo delle Forze democratiche siriane

"I documenti riguardo alle nostre forze non sono reali. Le nostre forze non hanno mai preso parte alla guerra russo-ucraina", ha dichiarato Farhad Shami, portavoce delle Sdf. Il documento indica che la Turchia era a conoscenza della pianificazione. I funzionari turchi "cercavano di evitare potenziali contraccolpi" e suggerivano all'Ucraina di organizzare i suoi eventuali attacchi dalle aree curde invece che da quelle situate nel nord e nel nord-ovest, controllate da altri gruppi ribelli, alcuni dei quali sostenuti da Ankara.

L'ordine di Zelensky

A novembre gli ufficiali dell'intelligence militare ucraina hanno identificato potenziali vincoli logistici alle loro ambizioni, tra cui "problemi con i controlli alle frontiere intra-curde e la creazione di una base operativa". Il 29 dicembre, gli ufficiali hanno scoperto che Zelensky aveva interrotto la loro pianificazione.

Non è chiaro il motivo per cui il leader ucraino abbia ordinato la fine dell'operazione. Il paper cita diverse ipotesi: pressioni statunitensi, fornitura limitata di droni da parte dell'Ucraina o dubbi sul successo degli attacchi.

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