I punti chiave
- Il Presidente Usa Biden: "Prioritario affrontare crisi umanitaria a Gaza"
- I Paesi arabi rifiutano l'evacuazione
- Netanyahu parla alla nazione: "Stiamo colpendo Hamas"
- "Due ore per evacuare l'ospedale". Ultimatum posticipato
- Raid con forze di fanteria e corazzate nella Striscia di Gaza
- Obiettivi terroristici di Hezbollah colpiti da drone in Libano
- Giornalista di Al Jazeera ucciso in Libano
- L'Arabia saudita "congela la normalizzazione"
- Pioggia di razzi su Israele
- Tensione al confine con il Libano
- Putin: "Gaza come Leningrado"
- Cina: "Ingiustizia storica verso i palestinesi"
- Portavoce dell'Idf: "Hamas blocca le vie di fuga dei civili"
- Accoltellato un diplomatico israeliano a Pechino
- Hezbollah: "Colpiremo al momento giusto"
- Gli Usa negoziano l'apertura del valico di Rafah
- Incontro tra i vertici di Iran e Hezbollah
- I terroristi invocano una "giornata della rabbia"
- Il fronte diplomatico: le visite in Israele
- Abu Mazen: "Si rischia una seconda Nakba"
- Hamas: "Ultimatum è propaganda". Inizia l'esodo dei civili
- La Giordania chiude le porte ai rifugiati
- L'Egitto al lavoro per la de-escalation
- Scontri in Cisgiordania
- L'Onu chiede la revoca dell'evacuazione
- Israele: "Combattiamo terroristi, non i palestinesi"
- Washington Post: "Israele ha usato il fosforo bianco"
Nuova notte di bombardamenti a Gaza. L'aviazione israeliana ha condotto diversi raid sulla Striscia, colpendo soprattutto Gaza City e Bureij, rispettivamente nel nord e nel centro dell'exclave. Gli obiettivi colpiti sono 750, tra cui depositi di armi, grattacieli, postazioni militari e appartamenti di alti ufficiali di Hamas. Le vittime palestinesi sarebbero una trentina. Secondo i terroristi, inoltre, tra i morti vi sarebbero anche 13 ostaggi, di cui alcuni in possesso della doppia cittadinanza. Nel pomeriggio, Israele ha colpito anche una macchina all'interno della Striscia in cui, stando a quanto dichiarato dall'Idf, vi era una cellula terroristica.
L'Idf ha fatto sapere che l'unità d'elite Flottilla 13 è stata schierata già il 7 ottobre nei dintorni del kibbutz di Sufa, dove ha liberato 250 ostaggi ed eliminato 60 terroristi di Hamas. Le forze armate ebraiche hanno anche aggiornato il bilancio delle vittime tra le loro fila: da sabato 7 ottobre a oggi, i soldati caduti sono 258. In totale, i morti israeliani sono oltre 1300, a cui si aggiungono più di 3200 feriti. Le vittime a Gaza sono 1.949, i feriti 6.500.
Nelle prime ore del mattino, l'esercito israeliano ha chiesto "l'evacuazione di tutti i civili di Gaza City dalle loro case a sud per la loro sicurezza e protezione e lo spostamento nell'area a sud di Wadi Gaza", un corso d'acqua situato a circa 10 chilometri a sud della città. "Sarà permesso di tornare a Gaza City solo quando verrà fatto un altro annuncio che lo consentirà", ha aggiunto l'Idf. L'ultimatum doveva scadere entro 24 ore, ma attorno alle sei di sera italiane l'esercito di Tel Aviv ha rilasciato un altro comunicato, in cui si intima ai residenti del nord della Striscia di allontanarsi entro le 20:00 locali (19:00 italiane), quindi il tempo è scaduto. Pare imminente l'inizio dell'invasione via terra. Rimane chiaro l'obiettivo dell'Idf, ribadito anche oggi dal ministro della Difesa Gallant: "Distruggeremo Hamas per sempre".
Il Presidente Usa Biden: "Prioritario affrontare crisi umanitaria a Gaza"
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha definito Hamas "puro male" ma ha sottolineato che la maggior parte dei palestinesi sta soffrendo a causa delle azioni di terrorismo del gruppo militante. Parlando a Philadelphia, Biden ha definito "una priorità" per lui anche "affrontare urgentemente la crisi umanitaria a Gaza". "I miei team nella regione stanno lavorando, in contatto con i governi di Israele, Egitto, Giordania, altre nazioni arabe e le Nazioni Unite, per rafforzare l'appoggio", ha affermato. "Non possiamo perdere di vista il fatto che la stragrande maggioranza dei palestinesi non ha nulla a che fare con Hamas".
I Paesi arabi rifiutano l'evacuazione
L'Egitto ha aspramente criticato l'invito rivolto da Israele alle persone che vivono nella parte nord di Gaza di lasciare le loro case e dirigersi a sud. Il Cairo l'ha definita "una pesante violazione del diritto internazionale umanitario". Anche l'Arabia Saudita ha condannato "lo spostamento forzato del popolo palestinese" e il "continuare a prendere di mira i civili". Il Jerusalem Post ha riportato su X anche il rfiuto "tassativo" del Kwait alla richiesta di Tel Aviv di sfollare i residenti dalle zone settentrionali della Striscia.
Netanyahu parla alla nazione: "Stiamo colpendo Hamas"
"Oggi tutti sanno che stiamo combattendo per la patria, e stiamo combattendo come leoni. Abbiamo colpito duramente Hamas, ma questo è solo l'inizio". Lo ha detto il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un discorso alla nazione. Lo riporta il Times of Israel sottolineando che si tratta del primo discorso pubblico del premier durante lo shabbat, il sabato ebraico del riposo. "Non dimenticheremo mai" l'assalto di Hamas, ha aggiunto, riferendo di aver parlato con le famiglie delle vittime dell'attacco da parte di Hamas sabato 7 ottobre.
"Due ore per evacuare l'ospedale". Ultimatum posticipato
"Israele ha concesso all'ospedale Al Awda", nella Striscia di Gaza, "solo due ore per evacuare. Il nostro personale sta ancora curando i pazienti. Condanniamo inequivocabilmente questa azione, il continuo spargimento di sangue indiscriminato e gli attacchi all'assistenza sanitaria a Gaza. Stiamo cercando di proteggere il nostro personale e i nostri pazienti". Lo denuncia Medici Senza Frontiere in un messaggio su X. L'esercito israeliano ha posticipato l'ordine di evacuazione alle 6 del mattino (le 5 italiane).
Raid con forze di fanteria e corazzate nella Striscia di Gaza
E' stato reso noto dalla CNN citando le forze di difesa israeliane che le truppe israeliane hanno effettuato raid localizzati nella Striscia di Gaza. I raid hanno coinvolto "forze di fanteria e corazzate". Secondo la dichiarazione dell'Idf citata dal canale all news americano, le truppe hanno cercato ostaggi e raccolto prove che potrebbero aiutarli a trovare i prigionieri. L'esercito ha anche affermato di aver "sventato cellule terroristiche e infrastrutture situate nell'area, inclusa una cellula di Hamas che ha lanciato missili anticarro verso il territorio israeliano". L'Idf ha affermato di aver continuato gli attacchi anche contro obiettivi di Hamas a Gaza. Nel corso delle operazioni, sono stati recuperati e trasportati oltre il confine i corpi di alcuni ostaggi israeliani.
Obiettivi terroristici di Hezbollah colpiti da drone in Libano
Un drone israeliano ha colpito "obiettivi terroristici appartenenti a l'organizzazione di Hezbollah in Libano". Lo riferiscono le Forze di difesa israeliane (Idf). L'attacco ha fatto seguito agli scontri al confine settentrionale, dopo che Hezbollah ha aperto il fuoco contro diverse postazioni dell'esercito.
Giornalista di Al Jazeera ucciso in Libano
Lavorava per l'agenzia Reuters ed era libanese il giornalista e cameraman rimasto ucciso dal fuoco israeliano sul Sud del Libano. Issam Abdullah è stato ucciso e altri tre colleghi sono rimasti feriti quando il loro veicolo è stato colpito da un attacco aereo israeliano nel villaggio libanese di Alma al Shaab. Lo riporta Al Arabiya. Il veicolo, chiaramente contrassegnato come un'auto dei media con la scritta 'Press', si trovava nell'area per seguire l'aggravarsi della tensione al confine. Reuters fa sapere che altri due giornalisti dell'agenzia, Thaer Al Sudani e Maher Nazeh, sono rimasti feriti e sono stati trasportati in ospedale. La Reuters inoltre esprime le condoglianze alla famiglia di Issam Abdullah.
L'Arabia saudita "congela la normalizzazione"
Fonti vicine alla corte di Riad hanno comunicato a Reuters che il governo saudita ha deciso di bloccare il processo di normalizzazione delle relazioni diplomatiche con Israele fortemente voluto dagli Stati Uniti. Fino all'assalto di Hamas, Arabia Saudita e Stato ebraico stavano facendo costanti progressi sull'iter di un accordo che avrebbe potuto "rimodellare il Medio Oriente". Questo è un primo risultato importante per il movimento terroristico palestinese, che per ora mantiene dalla sua parte uno degli attori di maggiore importanza della regione.
Pioggia di razzi su Israele
In mattinata, Hamas ha rivendicato il lancio di almeno 150 missili sulla città israeliana di Ashkelon, situata a meno di cinque chilometri a nord della Striscia di Gaza. La maggior parte dei vettori è stata intercettata dal sistema di difesa "Iron dome". Afp ha riferito di "centinaia di razzi" partiti dal territorio controllato dai terroristi. Missili anche sull'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Nel pomeriggio, Hamas ha di nuovo bersagliato la capitale israeliana. I razzi diretti verso il centro della città e lo stadio Bloomfiled sono stati intercettati dalle difese antiaeree. Una casa a Rechovot, 20 chilometri a sud di Tel Aviv, è stata colpita.
Tensione al confine con il Libano
L'agenzia libanese Nna ha riferito che due missili del sistema "Iron dome" sono stati sparati da Israele verso il territorio costiero di Naqura. Non si fa menzione di danni materiali o vittime. La stessa agenzia ha fatto sapere che i jet di Tel Aviv "sorvolano intensamente" il sud del Paese da questa mattina. Al-Jazeera, invece, ha riportato la notizia di esplosioni udite nel settore centrale della "Linea blu", nei pressi di Dhahira. Nel pomeriggio, l'esercito israeliano ha diffuso la notizia di una possibile infiltrazione armata da nord, vicino alla comunità di Hanita. Si sarebbe anche verificata un'esplosione che ha "danneggiato leggermente" la barriera di confine tra i due Paesi. Verso sera, gli Hezbollah hanno rivendicato attacchi a quattro siti israeliani in risposta ai bombardamenti di Tel Aviv nei pressi di alcune città del Libano meridionale.
Putin: "Gaza come Leningrado"
Il presidente russo Vladimir Putin, pur riconoscendo il diritto di Israele a difendersi in quanto nazione attaccata con "una brutalità senza precedenti", ha definito "inaccettabile" l'assedio della Striscia di Gaza e lo ha paragonato a ciò che ha subito la città sovietica di Leningrado durante la seconda guerra mondiale. "Lì vivono più di due milioni di persone. Non tutti sostengono Hamas", ha sottolineato il leader di Mosca.
Cina: "Ingiustizia storica verso i palestinesi"
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, in conferenza stampa con l'omologo Josep Borrell, ha affermato che la guerra dimostra come "per risolvere la questione palestinese sta nel riprendere i colloqui di pace autentici il più presto possibile e nel realizzare i diritti legittimi della nazione palestinese", risolvendo così un'"ingiustizia". Il capo della diplomazia di Pechino ha anche esortato le parti in conflitto a dare prova di moderazione, per evitare un'escalation regionale e la catastrofe umanitaria a Gaza.
Portavoce dell'Idf: "Hamas blocca le vie di fuga dei civili"
Il portavoce militare di Israele Daniel Hagari ha affermato che Hamas sta erigendo posti di blocco e barriere per impedire agli abitanti di lasciare Gaza City. "Hamas è peggio dell'Isis. Ora ha gettato la maschera", ha affermato il contrammiraglio, sottolineando che l'esercito israeliano farà del suo meglio per non colpire localià sensibili, anche se "in passato Hamas ha sfruttato ospedali, scuole e moschee come scudi per difendere le sue infrastrutture militari". Il portavoce ha anche ammesso che per l'evacuazione totale di Gaza City potrebbero volerci più di 24 ore e ha affermato che l'ordine è stato diffuso tramite "volantini, messaggi radio e telefonici e sul web".
Accoltellato un diplomatico israeliano a Pechino
Un dipendente dell'ambasciata israeliana a Pechino è stato aggredito a coltellate. Si sospetta un attacco terroristico. L'uomo è stato ricoverato in ospedale e le sue condizioni sono stabili. Le autorità cinesi hanno fermato l'attentatore, un cittadino straniero di 53 anni di cui non è stata fornita la nazionalità.
Hezbollah: "Colpiremo al momento giusto"
Il numero due del movimento terroristico libanese, Naim Qassem, ha affermato di fronte ad una folla di sostenitori degli Hezbollah che "siamo completamente preparati, e quando il tempo arriverà per l'azione, lo coglieremo". L'uomo ha anche sottolineato che la sua organizzazione non intende rispondere ai vari attori internazionali che gli chiedono di non intervenire nella guerra, mentre i manifestanti scandivano "Nasrallah, colpisci Tel Aviv".
Gli Usa negoziano l'apertura del valico di Rafah
Il segretario di Stato americano Antony Blinken e il suo staff, giunti a Doha nell'ambito di un tour del Medio Oriente per evitare il peggioramento della crisi in corso, stanno negoziando l'apertura del valico di frontiera di Rafah, unico passaggio tra l'Egitto e la Striscia di Gaza. "Anche questo è qualcosa di cui abbiamo discusso con Israele, qualcosa di cui continuiamo a discutere con l'Egitto", ha riferito un alto funzionario di Washington. "L'importanza che il valico di Rafah sia aperto per i cittadini americani e per i cittadini stranieri di altri Paesi che vogliono andarsene e hanno il diritto di andarsene". Il passaggio, attualmente, è inagibile per via dei bombardamenti israeliani che ne hanno distrutto le infrastrutture sul lato palestinese.
Incontro tra i vertici di Iran e Hezbollah
Il ministro degli Esteri di Teheran Hossein Amir-Abdollahian si è recato in Libano per incontrare il leader del movimento terrorista Hezbollah, Hassan Nasrallah. Il capo della diplomazia iraniana ha dichiarato che "è possibile ogni decisione da parte delle altre correnti della resistenza" anti-israeliana nel caso in cui i "crimini di guerra" contro i palestinesi e il blocco di Gaza dovessero continuare. Il ministro ha anche chiesto a Washington di "controllare Israele", per evitare lo sviluppo di un conflitto regionale.
La missione iraniana all'Onu, inoltre, ha comunicato che Stati Uniti e Qatar non hanno trovato l'accordo per bloccare l'accesso di Teheran ai 6 miliardi di dollari scongelati nell'ambito della recente trattativa per il rilascio di cinque prigionieri americani. La notizia era stata riportata ieri dal Washington Post. "L'informazione è priva di veridicità. Il governo Usa è consapevole di non potersi sottrarre all'accordo", ha fatto sapere la delegazione della Repubblica islamica.
I terroristi invocano una "giornata della rabbia"
Hamas ha rinnovato il suo appello alla mobilitazione del mondo arabo in una "giornata della rabbia", per mostrare solidarietà verso la causa palestinese e fermare "i piani israeliani per giudaizzare Gerusalemme e Al-Aqsa". Kaleed Meshaal, a lungo parte del politburo dell'organizzazione, ha chiesto agli arabi di tutto il mondo di scendere per le strade e protestate contro la morte dei civili a Gaza.
Le autorità israeliane hanno raccomandato ai propri concittadini all'estero e a tutti gli ebrei di prestare attenzione ed evitare di avvicinarsi a manifestazioni che potrebbero diventare violente. Si temono disordini anche nella Città Vecchia di Gerusalemme, visto che Hamas ha chiesto agli arabi israeliani di riunirsi nel complesso di Al-Aqsa, sul Monte del Tempio, per impedire agli israeliani di "profanarlo". In risposta, le autorità cittadine limiteranno l'accesso al luogo ai cittadini arabi di età superiore ai 60 anni. Estremisti ebrei della destra religiosa hanno già avvisato che impediranno l'accesso alla Spianata delle Moschee alle migliaia di fedeli musulmani attesi per la preghiera del venerdì.
Il fronte diplomatico: le visite in Israele
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è atterrato in Israele. Inizierà la sua visita dai luoghi dei massacri dei civili ad opera di Hamas, per poi incontrare il capo della diplomazia di Tel Aviv Ely Choen e i parenti dei tre italo-israeliani ancora dispersi. "La priorità per l'Italia è il salvataggio degli ostaggi", ha dichiarato il ministro. "Faremo del nostro meglio per il salvataggio di questa gente innocente". Durante la visita, Tajani ha ribadito il paragone tra Isis e il movimento islamico palestinese: "Hamas è come lo Stato islamico, come le Ss, come la Gestapo. Fanno le stesse cose, sono terroristi e assassini". Il ministro, inoltre, ha visionato le truppe israeliane al confine con Gaza e ha parlato di "centinaia di carri armati" pronti a entrare nella Striscia.
Nel Paese è giunto anche il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin, che ha in programma riunioni con il primo ministro Benjamin Netanyahu, il titolare della Difesa Gallat e altri vertici militari, "per dimostrare che è ferreo il sostegno dell'America alla sicurezza di Israele e per parlare di persona con loro delle loro esigenze di difesa".
In tarda mattinata sono atterrate a Tel Aviv anche il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il capo dell'europarlamento Roberta Metsola "per esprimere la nostra solidarietà con il popolo israeliano dopo gli orribili attacchi terroristici di Hamas". "Il terrore non vincerà. Possiamo e dobbiamo fermare Hamas e fare il possibile per mitigare le conseguenze umanitarie", ha aggiunto Metsola.
Il ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock è arrivato in Israele nel primo pomeriggio. A Netivot, una città nel sud del Paese non lontana dalla Striscia di Gaza, ha affermato che "in questi giorni siamo tutti israeliani. Voglio manifestare la nostra più forte solidarietà da parte del governo e del popolo tedesco".
Abu Mazen: "Si rischia una seconda Nakba"
Il presidente palestinese Abu Mazen ha dichiarato che "lo sfollamento della Striscia di Gaza equivarrebbe ad una seconda Nakba per il nostro popolo". Il termine richiama l'esodo di 760mila palestinesi, fuggiti o espulsi dalle loro abitazioni durante la guerra del 1948 che coincise con la nascita dello Stato di Israele.
Hamas: "Ultimatum è propaganda". Inizia l'esodo dei civili
Il ministero dell'Interno di Hamas a Gaza ha invitato i cittadini del nord della Striscia a rimanere nelle loro case, definendo "propaganda" e "guerra psicologica" l'invito dell'esercito israeliano a evacuare in 24 ore. Molte migliaia di civili, però, si sono messi in marcia verso sud. Fonti locali riferiscono che chi non possiede un mezzo di trasporto si sta allontanando da Gaza City a piedi, con solo qualche bagaglio. Medici e pazienti dell'ospedale al-Quds resteranno nella zona di pericolo, vista la mancanza di ambulanze e di soluzioni adeguate per il ricovero dei malati più gravi.
La Giordania chiude le porte ai rifugiati
Re Abdullah di Giordania ha messo in guardia da qualsiasi tentativo di sfollare i palestinesi dalle loro terre, dopo l'ordine dato da Israele di evacuare il nord della Striscia. Il sovrano, inoltre, ha sottolineato che la crisi non deve estendersi ai Paesi vicini, per evitare di esacerbare la questione dei rifugiati. Nel suo colloquio con il segretario di Stato americano Antony Blinken, il re ha anche rimarcato la necessità di proteggere i civili da entrambe le parti e dell'apertura di corridoi umanitari verso Gaza.
L'Egitto al lavoro per la de-escalation
Il giornale qatarino Al-Araby, citando una fonte di "alto livello", ha riferito che l'Egitto sta lavorando all'organizzazione di un vertice urgente in Giordania, per fermare l'escalation di guerra tra Hamas e Israele. Invitati, per ora, Turchia, Qatar e Giordania, a cui si aggiunge il segretario di Stato americano Antony Blinken. Sarebbero in corso trattative per coinvolgere altre parti, ma non è ancora chiaro se all'incontro ci saranno anche Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
Scontri in Cisgiordania
Il ministero della Sanità palestinese ha riferito che, da sabato scorso, gli scontri tra le autorità israeliane e la popolazione della Cisgiordania hanno provocato 39 morti e 650 feriti. Scontri armati tra giovani palestinesi e forze di sicurezza di Tel Aviv si sono registrati a Jenin e Qabatiya, in risposta alla campagna di raid e arresti iniziata da Israele. Al-Jazeera riporta che, negli scontri durante le manifestazioni filo-palestinesi, almeno 14 persone sono morte e a decine sono rimaste ferite.
L'Onu chiede la revoca dell'evacuazione
Secondo le Nazioni Unite, ricollocare 1.1 milioni di sfollati a sud del Wadi Gaza avrebbe conseguenze devastanti a livello umanitario. Il portavoce del segretario generale dell'organizzazione, Stéphane Dujarric, ha dunque chiesto a Israele di revocare l'ultimatum. Al momento, nella Striscia sono 400mila le persone che hanno abbandonato le proprie case a seguito dei bombardamenti.
Il Palazzo di vetro ha comunque spostato a sud il centro operativo e il personale dell'Unrwa, l'agenzia di soccorso Onu per i rifugiati palestinesi. Le Nazioni Unite riferiscono anche che sono oltre 200mila i civili che hanno trovato rifugio in 92 scuole dell'Unrwa, strutture che "non devono essere attaccate in accordo con le leggi internazionali".
Israele: "Combattiamo terroristi, non i palestinesi"
Il portavoce dell'Idf Daniel Hagari ha commentato l'ordine di evacuare il nord della Striscia, sottolineando che "stiamo combattendo un gruppo terroristico, non la popolazione di Gaza. Vogliamo che i civili non subiscano danni, ma non possiamo convivere con il dominio di Hamas-Isis vicino al nostro confine". Il contrammiraglio ha spiegato che l'esercito vuole minimizzare i danni alla popolazione civile e che lo spostamento dei civili a sud permetterà alle forze armate "libertà di azione e di aggravare il danno" contro l'organizzazione terroristica.
Washington Post: "Israele ha usato il fosforo bianco"
Secondo il giornale americano, che riporta un'analisi di Human Rights Watch, Tel Aviv avrebbe bombardato la Striscia di Gaza usando munizioni al fosforo bianco, un'arma controversa che può provocare gravi danni se usata
contro i civili. La denuncia del quotidiano si riferisce ad un video che ha fatto il giro dei social mercoledì. L'esercito israeliano ha respinto le accuse, definendole "inequivocabilmente false".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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