Raid, violenze sulle donne e missili: il giorno più lungo di Israele

Dal blitz mattutino di Hamas agli orrori nelle aree occupate dal movimento islamista, fino alla reazione di Israele: ecco cosa è successo nelle ultime 24 ore

Raid, violenze sulle donne e missili: il giorno più lungo di Israele

Tutto è partito quando in Medio Oriente era da poco passata l'alba. Le prime luci del mattino si sono contrapposte ai bagliori dettati dalla caduta di primi razzi sparati dalla Striscia di Gaza verso Israele. Ma questa volta Hamas, da anni impegnato nel lancio di missili verso il sud dello Stato ebraico, ha avviato anche un'operazione via terra. Diverse località israeliane sono state occupate, molti civili sono stati sorpresi dalle battaglie e in alcuni casi sono stati rapiti e portati dai terroristi di Hamas verso Gaza.

Poco dopo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu è apparso in video per annunciare una pronta risposta. “Siamo in guerra – ha detto – e questa guerra la vinceremo”. Il sabato più drammatico in Israele degli ultimi decenni è dunque iniziato così. E la sensazione è che ancora il terrore non sia finito.

Come Hamas ha condotto il blitz

La prima fase dell'operazione da parte del gruppo islamista ha riguardato il lancio di almeno cinquemila razzi verso Israele. Un numero importante che ha portato alla saturazione del sistema difensivo Iron Dome, con diverse città del sud e del centro del Paese colpite. Ma i missili hanno rappresentato unicamente un diversivo.

Poco dopo infatti, mentre le forze di difesa erano impegnate a limitare i danni del lancio di razzi, sono iniziate incursioni di terra in diversi punti del confine della Striscia di Gaza. Centinaia di terroristi legati ad Hamas sono riusciti a penetrare all'interno del territorio israeliano, avanzando per diversi chilometri.

Almeno 21 località vengono occupate nel corso della mattinata, con i miliziani che hanno ingaggiato scontri con l'esercito e le polizie locali. La più importante città a essere coinvolta è quella di Sderot, a pochi passi dal confine con Gaza. Ma i combattenti si sono spinti anche verso il deserto, costringendo alla fuga diversi civili.

È in questa fase che si è registrato il maggior numero di vittime, specie tra i civili. Alcuni cittadini israeliani sono morti nei conflitti a fuoco, altri sono stati uccisi dai terroristi. Decine infine coloro che sono stati presi come ostaggi e portati con la forza all'interno della Striscia di Gaza. Le comunità occupate sono state poi vittime di razzie nelle fattorie e in diverse abitazioni private.

Nella tarda mattinata, Hamas ha tentato infine di attaccare Askhelon e altre città del sud di Israele via mare. In questo caso però, le forze dello Stato ebraico sono riuscite a rispondere. La marina ha infatti colpito e affondato diverse imbarcazioni con le quali Hamas ha provato ad attuare una nuova fase del blitz.

La risposta di Israele

Le autorità israeliane sono state colte di sorpresa dall'avvio delle operazioni da parte di Hamas. Questo ha tardato di diverse ore una risposta organica e organizzata da parte dell'esercito e del governo. Il premier Netanyahu, parlando alla nazione subito dopo le prime notizie ricevute da Gaza, ha esplicitamente affermato che il Paese adesso era in guerra e occorreva far di tutto per vincere il conflitto.

La prima vera risposta israeliana ha riguardato il respingimento dell'aggressione via mare da parte di Hamas. Nel frattempo il governo ha istituito lo stato d'emergenza nelle regioni meridionali e ha richiamato i riservisti. Nel corso delle riunioni del gabinetto di sicurezza, sono state approvate le operazioni via aerea e via terra da condurre per respingere l'attacco di Hamas e per colpire a Gaza i vertici del movimento.

Nel pomeriggio sono iniziati i raid aerei su Gaza e sulle città limitrofe. È stato colpito e abbattuto un palazzo di 14 piani sede di uno dei quartier generali di Hamas. Un attacco dimostrativo che potrebbe essere il preludio a una notte di fuoco da parte israeliana. I raid sono andati avanti per tutto il resto della giornata. In serata, il governo ha esteso lo stato di emergenza a tutto il territorio nazionale.

Sul campo intanto, il ministero della Difesa ha rivendicato la riconquista di una base militare nel sud del Paese caduta nelle ore precedenti nelle mani del movimento islamista palestinese. Le battaglie quindi adesso verteranno sulla riconquista delle località occupate.

Gli ostaggi e gli orrori

Uno degli aspetti più tragici della giornata ha riguardato il rapimento di decine di civili da parte dei miliziani di Hamas. In alcuni casi sono state portate via con la forza intere famiglie, in altri genitori e figli sono stati separati e trascinati verso Gaza. Drammatici i video che hanno ritratto alcuni dei sequestri di ostaggi compiuti nelle località prese d'assalto. Ragazze e ragazzi, soldati e soldatesse, così come a volte anche minori, sono stati presi con la forza e condotti verso località sconosciute.

A Gaza poi si è assistito alla macabra sfilata degli ostaggi per le vie delle strade. I civili rapiti sono stati mostrati alla popolazione, messi alla gogna, insultati e a volte anche picchiati dalla folla. Ci sono video inoltre che ritraggono l'esposizione in pubblica piazza di un cadavere di una soldatessa israeliana, il cui corpo è stato oltraggiato dai miliziani.

Hamas ha anche diffuso un video in cui è stato mostrato il bombardamento, avvenuto tramite un drone, di un'ambulanza che trasportava soldati feriti durante gli scontri lungo il confine. Secondo le autorità israeliane, i civili morti sarebbero almeno 200 dall'inizio del blitz del movimento, oltre mille invece i feriti.

Le parole della comunità internazionale

Usa ed Europa hanno condannato le operazioni da parte di Hamas. Da Washington, il segretario alla Difesa Lyod James Austin ha promesso tutto l'aiuto possibile a Israele, la Casa Bianca ha espresso solidarietà allo Stato ebraico. Nel Vecchio Continente, tutti i leader hanno puntato il dito contro Hamas e contro il blitz attuato. Condanna è stata infatti espressa, tra gli altri, dal presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen.

In Italia il governo ha espresso il proprio convincimento relativo al diritto di difesa di Israele. Sia il presidente del consiglio Giorgia Meloni che il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno condannato senza riserve l'attacco di Hamas. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha scritto una lettera di solidarietà e vicinanza all'omologo israeliano Isaac Herzog. Tutti i partiti hanno espresso parole di condanna verso il movimento terrorista palestinese.

Da Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rimarcato il diritto di Israele di difendere i propri confini. Da Mosca è stato invocato il cessate il fuoco, con la Russia che ha chiesto alle parti di deporre le armi e iniziare le trattative.

In medio oriente, l'Arabia Saudita assieme a diversi governi del Golfo ha invitato le parti a dare segnali di moderazione.

Al tempo stesso però, Riad e gli alleati della regione hanno incolpato Israele per le escalation politiche e militari degli ultimi anni.

L'Iran dal canto suo, principale sospettato quale attore internazionale in grado di appoggiare direttamente l'azione di Hamas, ha espresso i complimenti ai palestinesi per le operazioni compiute. Rivendicando di fatto una responsabilità su quanto accaduto.

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