Gaza, Hamas accetta la proposta per il cessate il fuoco. Cosa succede adesso

L'alto funzionario di Hamas, Khalil al-Hayya, ha annunciato che la fazione palestinese ha approvato una nuova proposta di cessate il fuoco a Gaza

Gaza, Hamas accetta la proposta per il cessate il fuoco. Cosa succede adesso
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Un alto funzionario di Hamas ha detto sabato che il gruppo ha approvato una nuova proposta di cessate il fuoco di Gaza presentata dai mediatori, esortando Israele a sostenerla, ma avvertendo che le armi del gruppo sostenuto dall'Iran erano una "linea rossa". Khalil al-Hayya, leader del gruppo filo palestinese nella Striscia di Gaza, ha dichiarato di aver ricevuto e accettato una nuova proposta dai mediatori egiziani, aggiungendo di sperare che Israele non la saboti. Attenzione alla tempistica: le sue dichiarazioni - ha evidenziato il giornale israeliano The Times of Israel - seguono le notizie secondo cui il gruppo terroristico ha accettato di rilasciare cinque ostaggi israeliani in cambio di 50 giorni di cessate il fuoco e del rilascio dei prigionieri palestinesi.

L’annuncio di Hamas

"Due giorni fa, abbiamo ricevuto una proposta dai fratelli mediatori in Egitto e Qatar. Ne abbiamo discusso positivamente e l'abbiamo approvata. Speriamo che l'occupazione (Israele, ndr) non la ostacolerà", ha affermato al-Hayya, specificando tuttavia che le armi del gruppo sono una "linea rossa". Hamas ha dunque approvato una proposta di cessate il fuoco a Gaza avanzata dai Paesi mediatori. La palla adesso passa a Israele, che dovrà decidere se accettare o meno l’ipotesi.

Soltanto un giorno fa, un altro alto funzionario di Hamas, Bassem Naim, aveva detto che i colloqui tra il movimento islamista palestinese e i mediatori sull'accordo di fuoco eccessivo stavano guadagnando slancio mentre Israele continuava le sue intense operazioni militari a Gaza. Fonti palestinesi avevano inoltre riferito all'AFP che i colloqui tra il gruppo e i mediatori egiziani e del Qatar ;per rilanciare un cessate il fuoco e un accordo di rilascio degli ostaggi) erano iniziati giovedì sera.

Guerra e diplomazia

La fragile tregua che aveva portato settimane di relativa calma nella Striscia di Gaza si è conclusa lo scorso 18 marzo, quando Israele ha ripreso la sua campagna di bombardamenti in tutto il territorio. I colloqui a Doha sono invece iniziati un giorno dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva minacciato di impadronirsi di parti di Gaza se Hamas non avesse rilasciato ostaggi. Dal canto suo il gruppo aveva avvertito che i prigionieri sarebbero tornati "nelle bare" se Tel Aviv non avesse cessato i suoi raid. Nel frattempo l’esercito israeliano ha fatto sapere di aver iniziato "attività di terra" nel quartiere Jneina di Rafah per espandere quella che ha descritto come zona di sicurezza nel sud di Gaza.

Secondo quanto riportato da Reuters, giovedì l'Egitto aveva ricevuto indicazioni positive da Israele in merito ad una nuova proposta di cessate il fuoco che avrebbe incluso una fase di transizione. Pare che la proposta dei mediatori includesse il rilascio settimanale da parte di Hamas di cinque degli ostaggi ancora in suo possesso. L'ufficio del primo ministro israeliano ha detto di aver tenuto una serie di consultazioni e che Israele aveva trasmesso ai mediatori una controproposta in pieno coordinamento con gli Stati Uniti.

Intanto migliaia di persone in giornata si sono radunate in piazza Habima a Tel Aviv e in altre città e incroci in tutto Israele per le manifestazioni contro il governo.

In piazza Habima i manifestanti sventolavano bandiere israeliane e del Pride, nonché manifesti che chiedevano il ritorno degli ostaggi tenuti a Gaza e slogan contro il governo Netanyahu. Ad Haifa, i manifestanti stanno marciando tenendo in mano un cartello con la scritta: "Fino a quando non verrà restituito l’ultimo ostaggio".

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