"Ho dovuto decidere...". Parla il comandante di Caio Duilio

Andrea Quondamatteo ha raccontato gli avvenimenti della sera di sabato 2 marzo, quando la sua nave ha intercettato e abbattuto un drone lanciato dai ribelli Houthi nel Mar Rosso

"Ho dovuto decidere...". Parla il comandante di Caio Duilio
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Il pattugliamento notturno, nel Mar Rosso buio. Poi, un segnale radar che spezza il silenzio, l’identificazione del bersaglio e la decisione di abbatterlo. Andrea Quondamatteo, comandante della Caio Duilio, ha raccontato al Corriere della Sera gli avvenimenti della sera di sabato 2 marzo, quando la sua nave ha distrutto un drone lanciato dai ribelli Houthi yemeniti.

Eravamo in pattugliamento a sud, in acque internazionali. A un tratto c’è arrivato un ‘eco radar’ sconosciuto, il segnale era a 8 miglia di distanza”, ha spiegato. “Un profilo in movimento, a bassa quota e in rapido avvicinamento. Minaccioso. Un drone? Un missile? Un aereo? Così, prima gli abbiamo lanciato delle chiamate di avvertimento, invitandolo a cambiare rotta”. Dal velivolo non è arrivata alcuna risposta e l’equipaggio della Caio Duilio si è dovuto affidare alle telecamere a infrarossi del radar di tiro per identificarlo. Quando il bersaglio è arrivato a sei miglia dalla nave, è stato possibile identificarlo come un drone degli Houthi. “E a quel punto era ormai a quattro miglia, non c’era altro da fare. Così ho preso la decisione. Dovevo difendere la mia nave e il mio equipaggio e ho dato il comando all’operatore del radar di tiro”, ha continuato il comandante. “Il cannone di prora dritta ha sparato sei colpi, dopo pochi secondi l’apprezzamento ottico ci ha confermato l’abbattimento. Nave Duilio ha reagito per autodifesa”.

In molti hanno fatto i complimenti a Quondamatteo per il modo in cui ha gestito la situazione. L’ammiraglio Enrico Credendino, capo di Stato maggiore della marina militare, ha affermato che dal “mantenere aperte le vie marittime dipende gran parte dell’economia e del benessere” dell’Italia. Parole, queste, che il comandante della Caio Duilio ha apprezzato molto e trasmesso ai 234 uomini e donne che compongono il suo equipaggio. Durante l’azione contro il drone, a bordo del vascello era presente anche il contrammiraglio Stefano Costantino, comandante in pectore della missione europea Aspides. Andrea Quondamatteo ha però affermato che l’alto ufficiale non ha partecipato all’abbattimento del velivolo senza pilota e di aver preso la decisione autonomamente.

Il motto della Caio Duilio è “Nomen Numen”, che tradotto dal latino significa “La forza sta nel nome”, quello del console romando che sconfisse la flotta cartaginese nella prima guerra punica gettando le basi del dominio della Repubblica sul Mediterraneo. “Diciamo che spero di esserne all’altezza, ma è anche vero che quando penso ai grandi ammiragli italiani, uno su tutti, Paolo Thaon di Revel, mi tremano le gambe”, ha affermato il comandante della nave.

“La storia della Marina, però, è fatta anche da donne: qui l’ufficiale medico, l’ufficiale della logistica e il direttore di macchina, sono donne. È una donna che dà propulsione alla Duilio. E al mondo”.

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