I caccia inglesi e le navi Usa: così gli alleati hanno "schermato" Israele

Ruolo di primo piano per Stati Uniti, Regno Unito e Francia nel sostegno difensivo a Israele nell'attacco di questa notte da parte dell'Iran

I caccia inglesi e le navi Usa: così gli alleati hanno "schermato" Israele
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Tel Aviv non era sola questa notte nel fronteggiare gli attacchi proveniente dall'Iran. Il sostegno è giunto innanzitutto dagli Stati Uniti, che confermerebbero il loro ulteriore ruolo eventuale in caso di altri attacchi, ma senza cedere all'escalation. Confermata, dunque, la linea espressa in queste ultime ore dal ministro della Difesa americano, Lloyd Austin, e dal segretario di Stato Antony Blinken.

Il supporto degli Stati Uniti

Austin ha invitato l'Iran a "fermare immediatamente qualsiasi ulteriore attacco, anche da parte delle sue forze per procura". Gli Stati Uniti, ha aggiunto in una dichiarazione, non "cercano il conflitto" con l'Iran, ma ha spiegato che "non esiteranno ad agire per proteggere le proprie forze e sostenere la difesa di Israele". "L'impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele è blindato" ha detto anche Blinken in un post su X, aggiungendo anche che "gli Usa condannano l'attacco dell'Iran a Israele".

Dagli Stati Uniti è giunto immediatamente supporto già nel tardo pomeriggio di ieri con l'avvicinamento della Uss Dwight Eisenhower. La nave americana aveva iniziato la sua risalita, navigando verso nord, attraversando il Mar Rosso in direzione di Israele. A darne notizia era stato il Times of Israel, sottolineando il ruolo che la grande fortezza marina americana possiede, essendo in grado di intercettare missili e droni. Le forze americane, invece, questa notte, avrebbero contribuito all'abbattimento di più di 70 droni e almeno tre missili balistici, intercettati da navi da guerra nel Mediterraneo orientale. La Marina degli Stati Uniti possiede attualmente due cacciatorpedinieri in quell'area, entrambi dotati di missili guidati, in grado di intercettare lanci di missili e di droni. Anche jet da combattimento hanno partecipato alla risposta all'attacco iraniano, abbattendo droni.

Il ruolo di Francia e Gran Bretagna

Ruolo di primo piano anche per la Gran Bretagna, che ha messo a disposizione, nell'operazione congiunta di difesa, i caccia Typhoon della Raf. L'operazione del Regno Unito è stata annunciata come un'estensione delle missioni di sorveglianza e bombardamento anti-Isis di lunga data in Iraq e Siria, nell'ambito dell'"Operazione Shader". Il sostegno è stato "benedetto" dal primo ministro Rishi Sunak: "Il Regno Unito continuerà a difendere la sicurezza di Israele e quella di tutti i nostri partner regionali, tra cui Giordania e Iraq. Insieme ai nostri alleati, stiamo lavorando urgentemente per stabilizzare la situazione e prevenire un'ulteriore escalation. Nessuno vuole vedere altri spargimenti di sangue", ha affermato il premier britannico.

A proposito del contributo della Francia è in corso un vero e proprio giallo. Dei primi caccia alzatisi in volo la notte scorsa, infatti, va ricordato che era stato annunciatao l'intervento di ben due velivoli Rafal della difesa francese. Israele "sta operando a stretto contatto" con Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, aveva reso noto il portavoce delle forze israeliane Daniel Hagari, precisando che nella notte, durante gli attacchi iraniani, i tre Paesi "sono entrati in azione". "Questa partnership è sempre stata stretta ma questa notte si è manifestata in modo inusuale", ha aggiunto. Proprio Hagari, infatti, aveva spiegato l'importanza del contributo di Parigi nel respingimento dell'attacco iraniano. La Francia possiede un'ottima tecnologia in fatto di jet e radar, e per questa ragione sta contribuendo al pattugliamento dello spazio aereo. Hagari ha spiegato di non avere dettagli esatti sul fatto che i jet francesi possano aver abbattuto o meno qualcuno dei missili lanciati dall'Iran. La risposta a questo dubbio è arrivata questo pomeriggio dagli Esteri di Parigi: la Francia non avrebbe avuto alcuno ruolo operativo congiunto con gli Stati Uniti, ma sarebbe intervenuta meramente a protezione delle proprie basi militari nell'area.

Il caso della Giordania

Secondo quanto riportava Al Arabya questa notte, anche le forze aeree giordane avrebbero abbattuto missili iraniani diretti contro Israele. La conferma è giunta poi dallo stesso governo giordano: Amman ha affermato di aver intercettato alcuni "apparecchi volanti" che sarebbero entrati nel suo spazio aereo la scorsa notte, quando l'Iran ha attaccato Israele, per "garantire la sicurezza dei cittadini". "Alcune schegge sono cadute in più punti durante quel periodo senza causare danni significativi o lesioni ai cittadini", si legge in una nota inviata ad Al Jazeera. "Le nostre forze armate affronteranno tutto ciò che metterebbe in pericolo la sicurezza della patria e dei suoi cittadini e la sacralità del suo spazio aereo e territorio", ha concluso il rregno di Giordania nelle sue comunicazioni ufficiali.

La Giordania aveva dichiarato lo stato di emergenza nazionale in vista dell'attacco iraniano a Israele. Lo spazio aereo era stato chiuso a tutti gli aerei in arrivo, in partenza e in transito.

L'interferenza nel traffico aereo giordano ha, infatti, influenzato il sistema GPS della Giordania, spingendo gli aerei nell'area a utilizzare sistemi di navigazione alternativi. Circa un'ora fa la Giordania, assieme a Iraq e Libano ha riaperto lo spazio aereo chiuso la scorsa notte.

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