La Russia costruirà una base navale sulla costa del mar Nero nella regione separatista georgiana dell'Abkhazia. Lo ha annunciato Aslan Bzhania, il leader della sedicente repubblica non riconosciuta dalla comunità internazionale, all’indomani del suo incontro con il presidente russo Vladimir Putin. “Abbiamo firmato un accordo e nel prossimo futuro ci sarà una base permanente della Marina russa nel distretto di Ochamchira”, ha detto Bzhania. “L'obiettivo è aumentare il livello di capacità di difesa sia della Russia, sia dell’Abkhazia, e questo tipo di interazione continuerà”. Il governo di Tbilisi si è detta “preoccupato” per questo sviluppo. Mosca ha riconosciuto l’Abkhazia e un’altra regione separatista georgiana, l’Ossezia del Sud, come Stati indipendenti nel 2008, dopo una rapida guerra di cinque giorni conclusasi il 12 agosto con la vittoria della Russia contro la Georgia.
Questa notizia è arrivata dopo la conferma del ritiro della flotta del mar Nero dalla base di Sebastopoli, in Crimea. Nei giorni scorsi cinque imbarcazioni, due sottomarini e tre fregate, sono state spostate in altri porti della penisola occupata e della Russia. Un segnale, questo, che il comando di Mosca non è riuscito a gestire la pressione esercitata dagli ucraini tramite attacchi missilistici e droni kamikaze che, specialmente nelle ultime settimane, hanno assestato colpi importanti alla marina del Paese invasore. Secondo l’intelligence britannica, “le attività della flotta si sposteranno a Novorossijsk, vista le continue minacce a Sebastopoli”.
Il ritiro dal più grande porto della Crimea è una sonora sconfitta per la Russia. Esso, infatti, era il centro fondamentale per il rifornimento e la manutenzione della flotta sin dall’inizio del conflitto. Con l’avvio della controffensiva, Sebastopoli è diventato un bersaglio prioritario dell’esercito ucraino, che si è posto l’obiettivo di costringere la marina russa in una posizione difensiva e limitare l’utilizzo dei vascelli come piattaforma di lancio per attacchi missilistici diretti al fronte o contro le infrastrutture strategiche del Paese.
Il bombardamento del 13 settembre, che ha portato alla distruzione della Minsk e del Rostov-sul-Don, e l’operazione chirurgica del 22 contro il quartier generale della flotta, in cui sono morti 34 alti ufficiali, hanno dimostrato che la penisola è il fianco debole del Cremlino e che le imponenti difese anti-aeree non sono sufficienti a contrastare gli Storm Shadow britannici.
Con l’arrivo dei mesi invernali, l’incapacità della Russia di mantenere una presenza forte nel mar Nero centrale assumerà particolare rilevanza poiché renderà possibile all’Ucraina la ripresa del commercio marittimo, una fonte di introiti vitale per il Paese devastato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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