Prosegue, lento e lontano dalla luce dei riflettori, il delicatissimo lavoro diplomatico dei mediatori impegnati a far cessare la guerra tra Israele e Hamas. Nelle ultime ore Stati Uniti, Qatar e l'Egitto avrebbero trasmesso alla squadra negoziale di Tel Aviv la risposta del gruppo filo palestinese in merito all'ultima proposta di un accordo sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. Lo Stato ebraico ha confermato di aver ricevuto, tramite i soliti mediatori, una risposta, ha spiegato che la sta "valutando" e che risponderà presto. Non solo: pare che lo stesso Hamas abbia messo sul tavolo nuove "idee" volte a porre fine il conflitto che dura ormai da quasi nove mesi.
Diplomazia in corso tra Israele e Hamas
La notizia più rilevante è la seguente: il team negoziale israeliano guidato dal Mossad ha ricevuto la risposta di Hamas all'ultima proposta sul cessate il fuoco dai mediatori di Qatar, Egitto e Stati Uniti. L'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere che "Israele sta esaminando la proposta e darà ai mediatori la sua risposta". "Abbiamo scambiato alcune idee con i mediatori con l'obiettivo di fermare la guerra e il ritiro completo dalla Striscia di Gaza", ha intanto riferito il gruppo filo palestinese in un comunicato, rivendicando di essere stato flessibile nelle sue richieste, mentre Tel Aviv "cerca di ingannare ed eludere".
Due alti funzionari israeliani hanno spiegato al sito Axios che la risposta aggiornata di Hamas è stata costruttiva e sulla buona strada per aprire la porta a negoziati più dettagliati che potrebbero sfociare in un accordo. Facciamo un passo indietro. Lo scorso fine settimanal'amministrazione Biden aveva presentato alcune modifiche in merito al citato accordo diplomatico tra le parti. Washington sta spingendo per un'intesa in tre fasi che porterebbe al rilascio dei circa 120 ostaggi rimasti detenuti nella Striscia di Gaza e ad una "calma sostenibile" nel citato territorio.
Da quanto fin qui emerso, i colloqui si concentreranno sulla definizione delle condizioni esatte per la seconda fase dell'accordo, che include il raggiungimento della "calma sostenibile" a Gaza. Hamas vuole che questi negoziati si concentrino solo sul numero e sull'identità dei prigionieri palestinesi che saranno rilasciati dalle carceri israeliane in cambio di ogni soldato israeliano vivente o ostaggio maschio trattenuto a Gaza. Israele, d'altro canto, vuole avere la possibilità di sollevare la questione della smilitarizzazione di Gaza e di altre questioni durante questi negoziati.
Piccoli ma importanti progressi
La risposta di Hamas è stata recapitata a Israele nelle scorse ore. Secondo quanto affermato da due funzionari israeliani, il team negoziale di Tel Aviv avrebbe iniziato a studiare immediatamente la risposta e si sarebbe reso conto che questa era molto migliore di quella iniziale inviata dal gruppo filo palestinese il 12 giugno. Gli stessi funzionari hanno spiegato che la risposta di Hamas renderebbe possibile il raggiungimento di un accordo sugli articoli 8 e 14, che sono all'origine delle principali divergenze tra le parti.
Un altro funzionario israeliano ha riferito che "sono stati compiuti progressi importanti, ma c'è ancora molta strada da fare a causa delle sfide serie".
Anche se le parti avviassero trattative dettagliate, queste saranno "dure" e probabilmente "ci vorranno diverse settimane per raggiungere un accordo". Un eventuale accordo a Gaza rappresenterebbe un'enorme conquista politica per Joe Biden.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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