"Più difficile per Mosca bloccare i porti": la rivelazione dietro ai raid di Kiev

L'intelligence britannica riferisce che la capacità russa di bloccare i porti ucraini è diminuita dopo gli attacchi di questa estate

"Più difficile per Mosca bloccare i porti": la rivelazione dietro ai raid di Kiev
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Secondo l'ultimo rapporto dell'intelligence britannica, la flotta russa del Mar Nero, a seguito degli ultimi attacchi ucraini, ha visto diminuire la sua capacità di bloccare i porti ucraini.

L'analisi afferma che la Flotta del Mar Nero resta comunque capace di assolvere i suoi compiti bellici primari, ovvero continuare l'offensiva con missili da crociera e il pattugliamento delle coste russe, ma i danni subiti, se pur localizzati, sono stati definiti “severi” e pertanto c'è la seria possibilità che la capacità di effettuare pattugliamenti a lungo raggio e quindi sostenere il blocco dei porti ucraini sia diminuita, così come l'abilità di difendere i propri assetti in porto e continuare la manutenzione di routine delle unità navali.

I due raid contro la marina russa in Crimea

Gli eventi cruciali sono stati due, avvenuti entrambi in questo mese a pochi giorni l'uno dall'altro: dapprima il bombardamento di un bacino di carenaggio a Sebastopoli, che ha provocato la perdita di un sottomarino hunter/killer classe Kilo migliorata e di una nave da sbarco anfibio, successivamente l'attacco all'edifico dove ha sede la Flotta, che a quanto sembra ha comportato la morte dell'ammiraglio comandante Viktor Sokolov, sebbene quest'ultima eventualità non sia ancora stata del tutto confermata.

La distruzione del bacino di carenaggio comporta un pesante taglio delle capacità manutentive russe in quanto il porto di Sebastopoli è l'unico nel Mar Nero in cui è possibile fare interventi di riparazione a secco, stante il fatto che a Novorossiysk, seconda base navale in quello specchio d'acqua, non sono presenti infrastrutture di questo tipo. L'attacco alla sede della Flotta, invece, molto probabilmente ha colpito i vertici gerarchici della Flotta rappresentando un secondo duro colpo alle capacità organizzative della stessa: ricordiamo che da un lato la struttura stessa delle forze armate russe è fortemente gerarchizzata, basandosi ancora sul modello sovietico, e che l'eliminazione di ufficiali di alto e altissimo rango rappresenta sempre la menomazione di personale di grande esperienza e capacità difficilmente sostituibile in un breve arco di tempo.

Gli ucraini hanno aumentato il rateo di attacchi alla penisola di Crimea, soprattutto dall'inizio della passata estate, per una triplice finalità tattica: prendere di mira i sistemi di difesa aerea per aprire la strada a ulteriori attacchi contro le infrastrutture militari e i depositi di armi, munizioni e carburante presenti nella penisola occupata; attaccare la logistica dei trasporti per fermare i rifornimenti su larga scala diretti al fronte; colpire le capacità della Flotta del Mar Nero in modo da diminuirne il potenziale bellico e così alleggerire la pressione sulle proprie infrastrutture – colpite dai missili da crociera Kalibr lanciati da navi di superficie e sottomarini – e mettere in sicurezza il settore occidentale del Mar Nero in modo da poter continuare a esportare grano e potersi riallacciare alla propria rete di produzione di idrocarburi in vista della stagione invernale.

La pressione di Kiev sulle forze di Mosca

Queste azioni sono state effettuate con l'uso concertato di droni (navali e aerei), missili da crociera e sistemi di artiglieria a lungo raggio che hanno dimostrato un rapporto costo/efficacia sostenibile e che imporrà, non solo in Russia, la riconsiderazione delle tattiche difensive e di interdizione aeronavale.

Nel Mar Nero è quindi in atto uno scontro asimmetrico e profondo caratterizzato da nuove dinamiche che sta costringendo la Russia ad avere una postura reattiva: le difese delle basi navali sono state aumentate con nuovi sbarramenti anti droni navali, e ci sono i prodromi di una nuova offensiva aeronavale per cercare di contrastare la capacità di interdizione ucraina che dall'inizio della guerra è notevolmente migliorata soprattutto grazie alle forniture di missili da crociera e antinave occidentali.

Il 24 settembre un cacciabombardiere Su-24M dell'aviazione navale russa ha bombardato l'Isola dei Serpenti, in quanto il comando di Mosca ritiene che essa sia uno dei punti principali da cui gli ucraini mettono in atto i propri assalti anfibi alla penisola di Crimea e perché la sua posizione geografica è strategica per il traffico marittimo nella porzione orientale del Mar Nero: da lì si possono controllare, ad esempio, le rotte del

grano ucraino. Quest'azione, sebbene isolata nel contesto degli ultimi eventi, è la seconda effettuata dal 30 agosto, giorno in cui sempre un Su-24 russo ha effettuato un attacco per colpire assetti navali a est dell'isola.

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