Israele, Guterres invoca l'articolo 99 della Carta Onu: cosa significa e perché non è stato usato per l'Ucraina

Il segretario generale ha attivato la clausola che permette il deferimento della questione al Consiglio di sicurezza, mai utilizzata in Ucraina per le differenze politiche e interne tra il Paese dell'est e l'exclave palestinese

Israele, Guterres invoca l'articolo 99 della Carta Onu: cosa significa e perché non è stato usato per l'Ucraina
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Il segretario generale Antonio Guterres ha invocato l’articolo 99 della Carta delle Nazioni Unite, lo strumento diplomatico più potente di cui è dotato, secondo cui la persona che riveste la sua posizione “può richiamare l’attenzione del Consiglio di sicurezza su qualunque questione che, a suo avviso possa minacciare il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale”. All’atto pratico, si tratta di un deferimento formale di un problema ritenuto di portata globale all’organo deputato al mantenimento della pace.

La mossa di Guterres

Di fronte al grave rischio di collasso del sistema umanitario a Gaza, esorto il Consiglio a contribuire a evitare una catastrofe umanitaria e faccio appello affinché venga dichiarato un cessate il fuoco umanitario”, ha scritto Guterres in un post su X, suscitando l’ira degli israeliani. L’ambasciatore alle Nazioni Unite Gilard Erdan ha affermato che il segretario generale ha raggiunto “un nuovo minimo morale” e che l’attivazione di questa clausola è stata “un’ulteriore prova della distorsione morale del segretario generale e dei suoi pregiudizi contro Israele”. Il ministro degli Esteri dello Stato ebraico Eli Cohen ha dichiarato che la decisione di Guterres è "un’approvazione dell’omicidio di anziani, del rapimento di bambini e dello stupro di donne” e ha nuovamente chiesto le sue dimissioni.

Le differenze tra Ucraina e Israele

Per quanto riguarda l’altro grande conflitto di questi anni, la guerra in Ucraina, l’articolo 99 non è mai stato attivato. Questo perché la situazione del Paese invaso dalla Russia è molto diversa sia a livello politico, sia a livello interno, rispetto a quella dell’exclave palestinese. L’Onu, infatti, ha sempre condannato Mosca per le sue azioni e non ha mai mostrato la stessa ambiguità tenuta nei confronti di Israele. Kiev ha potuto contare anche sul supporto della Nato e dell’Unione europea, che hanno inviato tonnellate di equipaggiamento bellico e umanitario nel Paese. L’Ucraina, inoltre, è uno Stato vero e proprio, con istituzioni radicate sul territorio, un esercito organizzato e la possibilità di provvedere alla propria popolazione.

La Striscia di Gaza, al contrario, è un lembo di terra governato da un’organizzazione terroristica, prima responsabile delle privazioni del popolo, e i cui servizi vengono forniti esclusivamente dalle organizzazioni internazionali. Basti pensare agli ospedali, agli acquedotti smantellati da Hamas per costruire missili e ai miliardi di dollari confluiti ogni anno nell’exclave, utilizzati dai “combattenti della resistenza” per finanziare la propria guerra.

Una situazione, dunque, molto precaria anche nei momenti di pace e aggravatasi notevolmente a causa del conflitto, con milioni di sfollati interni e una scarsità sempre più evidente di beni di prima necessità.

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