Diventa sempre più profonda la spaccatura tra Stati Uniti e Israele. L’ufficio del premier Benjamin Netanyahu ha diffuso un comunicato in cui è stato specificato che, durante la telefonata di venerdì 19 novembre con il presidente americano Joe Biden, il primo ministro “ha ripetuto la sua posizione coerente da anni, espressa anche in una conferenza stampa il giorno prima: dopo l'eliminazione di Hamas, Israele deve mantenere il pieno controllo di sicurezza della Striscia di Gaza per garantire che Gaza non rappresenti più una minaccia per Israele, e questo è in conflitto con la richiesta di sovranità palestinese”.
Il chiarimento è arrivato dopo la diffusione di resoconti secondo cui Netanyahu avrebbe detto di non escludere la soluzione dei due Stati. Il premier ha anche dichiarato che la guerra andrà avanti per mesi. Da parte sua, il presidente Biden ha affermato che esistono vari modelli per arrivare alla creazione di una nazione palestinese che sia accettabile per Tel Aviv, facendo riferimento a uno Stato smilitarizzato come diversi membri delle Nazioni Unite. Le posizioni dei due leader, però, sembrano al momento inconciliabili e questo potrebbe inficiare il supporto futuro di Washington a Israele, soprattutto se sommato ad un’opinione pubblica americana che in larga parte è pro-palestinese e continua a scendere per le strade delle città per manifestazioni e proteste spesso cariche di odio antisemita.
Nella questione è intervenuto il leader dell’opposizione ebraica Yair Lapid, secondo cui i legami con la Casa Bianca “sono troppo importanti per trasformarli in liti pubbliche il cui unico scopo è il guadagno politico”. “Ho avuto molte discussioni, alcune difficili, con gli americani. Semplicemente non le ho mai gestite nelle conferenze stampa e davanti alle telecamere”, ha aggiunto in un post su X, sottolineando che il capo del governo di emergenza “ha agito in modo irresponsabile per essere in tempi di guerra, con gli Stati Uniti al nostro fianco”.
Anche l’Autorità nazionale palestinese ha commentato le dichiarazioni di Netanyahu tramite il suo ministro degli Esteri Riyad al-Maliki, convinto che la postura del premier israeliano “ostacoli le posizioni dichiarate del governo americano e i suoi sforzi per risolvere il conflitto e raggiungere la sicurezza e la stabilità regionale”. Secondo l’Anp, inoltre, il primo ministro di Tel Aviv “continua a rafforzare il divario tra la Cisgiordania e la Striscia al fine di minare ogni opportunità per una soluzione a due Stati”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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