Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato oggi il dittatore nordcoreano Kim Jong Un in Russia, con cui ha avuto un lungo colloquio sulla cooperazione, soprattutto militare, tra i due Paesi. Il tema delle armi e delle forniture internazionali è tornato al centro del dibattito internazionale con la guerra in Ucraina. Orio Giorgio Stirpe, colonnello in riserva dell’esercito italiano in servizio in Somalia, Bosnia, Albania, Kosovo, Afghanistan, Africa e per 12 anni al Corpo d'Armata di Reazione Rapida Nato di Solbiate Olona, ci spiega perché.
Quali armi riceverà la Russia dalla Corea del Nord?
"Principalmente munizionamento per artiglieria. Si tratta delle armi più numerose e potenti dell’arsenale della Corea del Nord. A Mosca servono per continuare la guerra in Ucraina. Ma non solo. La Russia riceverà anche uniformi invernali per i suoi soldati. Teniamo però presente che questo significherà sovraccaricare l’unica linea ferroviaria che collega le due nazioni. L’impatto di questo aiuto non sarà decisivo".
Ieri Putin ha annunciato che presto saranno svelate “armi basate su nuovi principi fisici”. Di cosa parlava?
"È una fantasia".
A chi si rivolgeva? All’Occidente?
"Sì, forse addirittura anche alla Corea del Nord per cercare di dipingersi come un alleato forte e utile. La Russia sicuramente dispone di accademici e ricercatori di primissimo livello che però hanno una limitata capacità di trasformare a livello tecnico e industriale le loro eventuali scoperte. Ma la notizia del giorno è un’altra".
Quale?
"L’attacco a Sebastopoli".
Perché l’Ucraina si sta concentrando sulla Crimea?
"È la loro volontà di far percepire una capacità di proiezione sulla Crimea, strettamente connessa all’occupazione delle piattaforme petrolifere di due giorni fa. Dalle piattaforme è più facile guidare i droni sul porto di Sebastopoli. Era quasi inevitabile che succedesse. Ora sarà interessante capire quale sarà la reazione russa, perché le piattaforme possono essere distrutte e ciò porterebbe a una catastrofe nel Mar Nero. Rientra nel novero delle possibilità, come abbiamo già visto con la diga di Nova Kakhovka".
Restando sul tema armi, il Cremlino ha definito l’invio di proiettili all’uranio impoverito all’Ucraina un “atto disumano”. Cosa c’è dietro questa dichiarazione?
"È il tipico modo di comportarsi della propaganda russa. In realtà i militari russi non ci trovano niente di strano. Il problema è che la Russia conduce una guerra ibrida in Occidente e tende a impiegare tutti quegli argomenti rilanciati sui nostri media. Ci sono dei modelli di carro armato russo, in particolare i T-80BVM, che impiegano munizionamento contro carri esclusivamente a uranio impoverito ed è normale oltre che legittimo, non avendo i russi firmato la moratoria sull’impiego di queste armi".
Perché se ne parla tanto in Italia?
"Il tema dell’uranio impoverito è sentito in Italia e in nessun altro posto. Il motivo è che noi abbiamo avuto dei morti in Kosovo come conseguenza dell’avvelenamento da uranio impoverito. In generale la propaganda russa sa che quando vengono usati questi argomenti colpiscono la moralità e la sensibilità dell’Occidente. Nel nostro Paese c’è un grande dibattito perché ancora si sta cercando di capire il motivo delle vittime italiane. Il contingente italiano includeva spagnoli e portoghesi, che non hanno avuto alcun problema. Ci sono tantissime teorie, nessuna ancora esaurita, ma non si sa esattamente cosa sia successo. Di sicuro non c’entra niente la radiazione, semmai si tratta di un avvelenamento da metalli pesanti".
Dunque non sono armi nucleari né radiologiche.
"No, assolutamente. La radiazione è di tipo alfa e viene fermata anche da uno strato di aria. Non hanno nessuna penetrazione radiologica nell’organismo. Sono velenose: se vengono inalate diventano tossiche".
Quali precauzioni vanno prese allora?
"Quando un carro armato viene colpito da uranio impoverito, il proiettile dentro si dissolve all’interno e sparge le polveri nel carro. Entrare nel carro senza proteggere la pelle e i canali respiratori è pericolosissimo, ma bisogna proprio entrare nel carro per avere dei problemi. E in Kosovo effettivamente alcuni nostri soldati ci entravano per farsi le fotografie".
In Ucraina sono state utilizzate?
"Sicuramente sono state usate, anche se non ne abbiamo prova diretta. Viene usato così tanto munizionamento ogni giorno in Ucraina che è difficile tenere conto di ogni proiettile sparato. Ci sono migliaia di carri armati sul terreno che possono sparare diversi colpi ogni giorno, dipende cosa contro sparano. Se sparano contro altri carri armati e hanno in dotazione uranio impoverito, usano quello. I russi avevano diverse centinaia di T-80 e gli ucraini soltanto 30 Challenger gli unici con uranio impoverito: per ogni colpo usato dagli ucraini ce ne sono probabilmente almeno duemila sparati dai russi. È ridicolo parlare di questo problema".
E prima della guerra?
"I proiettili a uranio impoverito hanno una maggiore capacità di penetrazione attraverso le corazze stratificate. Semplicemente prima della guerra non hanno avuto l’opportunità di usarle perché non hanno combattuto contro un avversario dotato di mezzi corazzati".
Quale impatto avranno le forniture occidentali di queste munizioni?
"I proiettili forniti dall’Occidente sono quasi irrilevanti. Il loro impatto è prossimo a zero perché sono relativi a pochissimi carri armati. Questi carri vengono impiegati da una brigata che sta
combattendo in questo momento. Il proiettile a uranio impoverito però viene usato solo contro un altro carro armato. Il combattimento fra carri è una cosa rarissima. Normalmente il carro armato non viene impiegato contro altri carri, ma contro altri mezzi corazzati in supporto alle operazioni di fanteria. In questi casi usa altri tipi di proiettile a seconda del bersaglio. L’incontro tra carri colpisce l’immaginazione di chi cerca di vedere con fantasia la guerra moderna, ma resta un evento raro e spettacolare. Come il duello all’O.K. Corral del Far West".
Perché non si parla invece di altre armi proibite?
"Ci sono armi che hanno una rilevanza enorme ma non colpiscono l’opinione pubblica, come i bombardamenti col fosforo bianco di cui non si parla in Occidente. Sono armi proibite come altre, ma non per i russi, eppure uccidono migliaia di civili.
È una questione di percezione da parte del pubblico. Si sono viste le immagini della devastazione di Bakhmut, ma nessuno ha detto niente. In qualche modo l’uranio impoverito colpisce di più, ma in realtà le vittime del fosforo bianco sono centinaia di più".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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