L’incontro a Mosca tra la delegazione di Hamas e il ministero degli Esteri della Federazione sembra aver raggiunto il suo scopo. Sabato 28 ottobre Musa Abu Marzuk, membro del Politburo dell’organizzazione terroristica in visita nella capitale di Putin, ha dichiarato a Ria Novosti che il movimento palestinese è pronto a liberare gli ostaggi con doppia nazionalità russa e israeliana.
“Da parte russa abbiamo ricevuto una lista di cittadini che hanno la doppia cittadinanza. Siamo molto attenti a questa lista e la gestiremo con attenzione perché guardiamo alla Russia come al nostro più caro amico”, ha dichiarato Marzuk. Le persone con il passaporto recante l’aquila bicefala attualmente prigioniere nella Striscia sarebbero otto e il rappresentante dei terroristi ha affermato che “stiamo cercando queste persone. È difficile, ma stiamo cercando. E quando li troveremo, li lasceremo andare”.
Musa Abu Marzuk ha anche promesso che i terroristi rilasceranno gli ostaggi stranieri non israeliani senza condizioni: “Gli ostaggi stranieri che non sono israeliani sono nostri ospiti e rimarranno con noi fino a quando non ci saranno le condizioni necessarie per liberarli, a causa dei bombardamenti in corso di Gaza”. Oltre alla Russia, la cui posizione è stata valutata “in maniera più positiva e attenta”, Stati Uniti, Francia, Spagna e Italia si sarebbero rivolti ad Hamas per cercare un accordo riguardo ai loro cittadini prigionieri nella Striscia, ma Marzuk ha sottolineato che tutti coloro che hanno la doppia cittadinanza “sono per noi israeliani”. Il rappresentante dei terroristi, inoltre, ha sottolineato la riluttanza del movimento nel trattenere i civili, la cui prolungata prigionia sarebbe dovuta agli incessanti raid aerei dello Stato ebraico.
Non sappiamo cosa abbia ottenuto la Russia da questo accordo. La posizione internazionale della Federazione è già stata irrimediabilmente compromessa dall’invasione dell’Ucraina. Ospitare una delegazione del movimento terroristico potrebbe essere un modo per consolidare l’alleanza con l’Iran, il principale sponsor di Hamas, oppure un tentativo di rafforzare la propria presenza diplomatica a sud della Siria, avamposto di Mosca nel Medio Oriente.
La volontà di Hamas di dipingersi come “i buoni”, nonostante gli atti atroci compiuti il 7 ottobre e il rapimento di oltre 200
persone, ha avuto una certa presa non solo nel mondo arabo. In Occidente, in migliaia sono scesi in piazza per manifestare il loro sostegno ai palestinesi, nonostante la palese assurdità della situazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.