Mosca, laurea gratis a soldati e famigliari. Così la super università si piega al Cremlino

Studi a militari, parenti e coniugi: è l’ultima frontiera della propaganda

Mosca, laurea gratis a soldati e famigliari. Così la super università si piega al Cremlino
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Mosca apre le porte della prestigiosa Hse, la Scuola Superiore di Economia di Mosca, non solo ai soldati che hanno fatto la guerra, volontari e dipendenti del ministero della Difesa, ma anche ai loro figli, coniugi e pure fratelli. Un premio per chi ha combattuto e per i suoi famigliari. E uno specchietto per le allodole, per convincere altri russi ad arruolarsi e aumentare le reclute al fronte, in Ucraina. Per chi ritorna dalla guerra, e anche per i suoi cari - con diversi gradi di parentela - c'è dunque un premio assicurato. È una laurea in una delle migliori università russe, quella Hse considerata «leader in Europa dell'Est e in Eurasia» nel campo dell'Economia, della Sociologia e degli Studi internazionali. Fondata nel 1992, nell'era post-sovietica, è stata un bastione dei nuovi valori liberali. Ma tutto è cambiato con la guerra a Kiev, quando la Scuola Superiore di Economia ha sposato le posizioni del Cremlino, che la finanzia come università pubblica. Subito dopo l'invasione, il rettore Nikita Anisimov ha scritto una lettera aperta, insieme a 300 accademici russi, per manifestare il supporto «all'operazione militare speciale» di Mosca in Ucraina. «Le università sono sempre state un pilastro dello Stato», diceva il documento. «È molto importante sostenere il nostro paese, il nostro esercito , il nostro presidente». Detto, fatto. Professori anti-guerra in fuga, docenti licenziati per motivi politici, studenti «avvertiti» dall'università dei rischi di partecipare alle manifestazioni contro la guerra. Eppure l'università, in declino, resta attrattiva per i russi legati al conflitto. Una quota del 10% di ingressi era già prevista per i figli dei soldati che hanno servito in Ucraina, dopo il decreto del 2022 del presidente Putin, che ha aperto a concessioni speciali. Ora il salto di qualità. Niente più quote. Porte aperte. Ai combattenti, alla prole e ad altri parenti. Tutto gratis. L'università come braccio di guerra, culla di propaganda e potere, un film visto a tutti i livelli di istruzione. La mossa della Hse va di pari passo con un disegno di legge presentato questo mese alla Duma, la Camera bassa dell'Assemblea federale, e che prevede l'ingresso di tutti i partecipanti alla guerra in Ucraina, senza necessità di esami di ammissione, negli istituti di istruzione secondaria e superiore. L'anno scorso era stato concesso ai figli del militare personale accesso senza test alle università, ma solo per una quota del 10%. L'obiettivo ufficiale è il loro reinserimento nella vita civile, entro 3 anni dalla smobilitazione. Di fatto è un risarcimento, la prospettiva di un futuro roseo, e insieme anche una calamita per attirare nuove volontari. Per Andrei Kolesnikov, esperto di Russia del Carnegie Endowment for International Peace, istituto di ricerca chiuso dopo la guerra, è tutto chiaro.

Lo ha detto giorni fa al Moscow Times: «Hse come la conoscevamo una volta la migliore università socioeconomica del paese con standard educativi di livello mondiale e libertà accademiche è finita. È incompatibile con un regime autoritario».

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