Negli ultimi tempi, il contesto politico europeo ha registrato sviluppi importanti, con il conflitto tra Russia e Ucraina che si complica ulteriormente a causa dell'intervento della Corea del Nord. Andrii Cherniak, portavoce dell'intelligence della difesa ucraina, ha rivelato che le forze russe hanno impiegato circa 60 missili balistici KN-23, originari della Corea del Nord, per colpire obiettivi strategici in Ucraina dall'inizio dell'attuale conflitto su larga scala.
Tali affermazioni, rilasciate durante un'intervista a Radio Svoboda, sottolineano, secondo quest’ultimo, “l'importanza della trasparenza informativa in un contesto di guerra”.
Cherniak ha messo in evidenza che, nonostante la tecnologia “obsoleta” di questi missili, considerati nel limite della precisione, essi continuano a rappresentare un pericolo concreto. "Indipendentemente dall'anno di produzione del missile, la minaccia rimane reale", ha dichiarato.
Questa situazione solleva preoccupazioni non solo per la sicurezza militare, ma anche per la stabilità economica e sociale dell'Ucraina, che potrebbe subire gravi conseguenze a causa di attacchi mirati alle sue infrastrutture industriali. Inoltre, si apprende che l'intelligence ucraina ha indicato la possibilità che la la Corea del Nord possa fornire "milioni" di proiettili di artiglieria alla Russia. Cherniak ha commentato: "Stiamo monitorando costantemente i movimenti di carichi e container e non escludiamo che possano contenere munizioni prodotte da Pyongyang".
Il potenziale invio di queste munizioni rappresenterebbe una preoccupazione crescente e un rischio di escalation del conflitto, aggravando ulteriormente la già delicata situazione nella regione. Secondo quanto riportato, infatti, la Corea del Nord avrebbe già consegnato oltre 100 sistemi di artiglieria e più di 100 missili balistici a corto raggio, oltre a circa 5 milioni di colpi di munizioni alla Russia. Il tutto mentre, in una recente riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il vice rappresentante degli Stati Uniti, Robert Wood, ha affermato che Pyongyang starebbe riflettendo su possibili ulteriori invii di missili balistici verso Mosca.
Il lavoro della Procura generale ucraina sui missili nordcoreani
Dall’analisi emerge che, il 7 maggio, il procuratore generale dell'Ucraina, Andriy Kostin, ha rivelato che l'ufficio ha esaminato i detriti di 21 missili balistici nordcoreani lanciati dalla Russia tra la fine di dicembre e la fine di febbraio. Questa indagine mirava a valutare la minaccia rappresentata dalla cooperazione tra Mosca e Pyongyang. Su questo punto, Kostin ha sottolineato che circa la metà di questi armamenti perdeva la traiettoria programmata, esplodendo in aria senza lasciare detriti recuperabili, sollevando interrogativi sulla loro affidabilità e sull'efficacia delle capacità militari dei nuovi avversari.
Inoltre, ha spiegato alla Reuters che sebbene i missili nordcoreani rappresentino solo una piccola porzione degli attacchi russi in Ucraina, il loro utilizzo sembra aver sollevato preoccupazioni a livello internazionale, poiché “potrebbe” segnare la fine di un consenso durato quasi due decenni tra i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a prevenire l'espansione dei programmi nucleari e missilistici di Pyongyang.
“Questo scenario rischia di destabilizzare ulteriormente l'architettura della sicurezza regionale e globale, creando nuove tensioni tra le potenze mondiali”.
Successivamente, le indagini avrebbero rivelato che i missili Hwasong-11, noti anche come KN-23, sono stati identificati grazie all'analisi delle loro traiettorie e dei siti di lancio. L'uso di questi missili ha provocato 24 morti e 115 feriti, danneggiando edifici residenziali e strutture industriali in diverse regioni ucraine, tra le quali Kiev e Charkiv. Le autorità ucraine, inoltre, stavano anche indagando sulla possibilità che la Corea del Nord inviasse istruttori per monitorare i lanci di questi missili, suggerendo ulteriori livelli di cooperazione militare tra i due stati e un consolidamento della loro alleanza. Tale cooperazione militare, infatti, potrebbe avere implicazioni significative per la sicurezza regionale, aumentando la capacità della Russia di condurre operazioni militari in Ucraina e, potenzialmente, in altre aree.
Cosa fa emergere il servizio pubblico NHK giapponese
Il servizio pubblico giapponese NHK News rende noto che un ricercatore dell'Istituto di Ricerca Scientifica di Perizie Forensi di Kiev ha affermato che i missili balistici a corto raggio nordcoreani utilizzati dalla Russia in Ucraina sono più potenti rispetto ai missili Mosca. Secondo le stime, si apprende che le forze russe avrebbero lanciato già quasi 60 unità di questi armamenti. Tale istituto, come riportato, avrebbe consentito ad una troupe della NHK di esaminare i detriti di un missile KN-23, recuperato dalla regione di Kiev.
Dall’analisi si apprende che attraverso l’indagine dei metalli presenti nei resti e dei numeri rilevati sui missile, è stato confermato che lo stesso era stato prodotto in Corea del Nord. Ma da quello che è emerso, però, risalta che i missili nordcoreani conterrebbero anche componenti fabbricati in Giappone, Stati Uniti e in altri paesi. Secondo quanto riferito da Andrii Kulchytskyi, capo del laboratorio di ricerca dell'istituto, l’armamento di Pyongyang sembrerebbe dotato di una maggiore quantità di esplosivo rispetto a quelli russi, grazie a “testate” più grandi. Per di più, sebbene “non siano molto precisi nella capacità di colpire obiettivi specifici”, la loro potenza esplosiva risulta significativa nella fase del’impatto.
L’istituto, infine, avrebbe anche mostrato alla troupe della NHK i resti di un altro missile nordcoreano, ovvero il
KN-24, il cui raggio d'azione è presumibilmente inferiore a quello del KN-23. Dalle informazioni attualmente al vaglio, si apprende, che la Corea del Nord potrebbe aver fornito alla Russia “diversi” tipi di missili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.