![Il piano di Trump: "Non abbandoniamo Kiev". L'Europa avverte: "Trappola mortale"](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/13/1739440887-autostrada-232-31.jpg?_=1739440887)
La doppia telefonata del presidente Donald Trump con Vladimir Putin e Volodomyr Zelensky ha impresso una sterzata poderosa verso il miraggio della fine della guerra in Ucraina. Così se i negoziati appaiono "immediati" alla vigilia della Conferenza di Monaco e del terzo anniversario dello scoppio del conflitto, Washington sembra aver dettato per prima le proprie condizioni, o meglio lE linee guida sui negoziati.
"Chiara convergenza", parola di Mark Rutte. La Lituana non ci sta
Sull'Ucraina "sta emergendo una chiara convergenza, e sono molto contento di questa convergenza. Uno, abbiamo bisogno della pace in Ucraina. Due, dobbiamo assicurarci che l'Ucraina sia in una posizione di forza. E tre, ieri Pete ha detto che non potrà mai, mai più esserci una Minsk-3, ovvero una situazione in cui la pace non è durevole. Quindi collettivamente, ci lavoreremo. Ne discuteremo tra alleati", ha dichiarato il Segretario generale della Nato, Mark Rutte, al suo arrivo, assieme a Hegseth, alla ministeriale Difesa della Nato a Bruxelles.
Rutte ha poi tirato dritto sulla necessità e solidità della Nato: "è così che deve essere governata un'alleanza", ha detto, riferendosi ai grandi annunci di trump. "Un'alleanza di democrazie: dobbiamo dibattere", ha assicurato ricordando che l'Ucraina tratti nella migliore posizione possibile, ma che gli europei debbano potenziare la spesa per la difesa e collettivamente incrementare la produzione industriale della difesa.
I Baltici, tuttavia, salgono immediatamente sulle barricate."Penso che oggi avremo delle discussioni molto difficili. E probabilmente le direzioni sono due: se decidiamo di cadere nell'illusione che Trump e Putin troveranno una soluzione per tutti noi, questa sarebbe una trappola mortale. Oppure noi, come Europa, abbracceremo la nostra capacità economica, finanziaria e militare, e saremo noi a decidere cosa accadrà in Europa e in Ucraina con gli Stati Uniti, perché, non siamo ingenui, gli Stati Uniti non sono solo il contributore più significativo dell'alleanza Nato, ma anche quelli che hanno pagato per la nostra sicurezza. E questo deve essere corretto", ha dichiarato la ministra della Difesa della Lituania, Dovile Sakaliene, all'arrivo alla riunione ministeriale della Nato.
Il ruolo Usa nella pace in Ucraina
Washington, ieri, aveva immediatamente gelato Kiev bollando il ritorno ai confini dell'Ucraina precedenti il 2014 come "un obiettivo irrealistico": questa la visione del segretario Usa alla Difesa Pete Hegseth, in apertura della riunione del gruppo di contatto per l'Ucraina. "Inseguire questo obiettivo illusorio - sottolinea - non farà che prolungare la guerra e causare più sofferenza", aveva ribadito, aggiungendo che "gli Stati Uniti non credono che l'adesione alla Nato per l'Ucraina sia un risultato realistico di un accordo di negoziato".
Se il ruolo Usa nei futuri negoziati appare ormai chiaro, resta da definire il ruolo dell'Unione Europea rimasta senza voce, o meglio, fiaccata da troppe voci. Trump ha annunciato di aver incaricato una squadra composta dal Segretario di Stato Marco Rubio, dal Direttore della CIA John Ratcliffe e dal Consigliere per la Sicurezza Nazionale Michael Waltsz di guidare le trattative: "L'Europa deve poter sedersi a quel tavolo, perché non c'è accordo possibile senza di noi", aveva ribadito l'alto rappresentante Ue Kaja Kallas, un messaggio stressato anche da Francia, Germania e Spagna riuniti a Parigi ieri.
Voci critiche dall'Europa
Ed è proprio dall'Europa che si sollevano numerose voci critiche sull'accelerazione dei negoziati: "Una guerra ingiusta non può terminare con una pace ingiusta" e "non si può fare nulla né decidere nulla sull'Ucraina senza l'Ucraina", allo stesso modo che non si può decidere "nulla che abbia impatto diretto sulla sicurezza e stabilità dell'Europa senza di noi", ribadisce il ministro spagnolo degli Esteri, José Manuel Albares, in un'intervista a Radio France Internationale. Albares ha insistito nel chiedere che la voce dell'Europa sia ascoltata perché "è stata al fianco dell'Ucraina assieme agli Stati Uniti", dall'inizio della guerra che, pertanto, non può essere "conclusa in maniera affrettata" con una pace "che non rispetti i principi minimi" della Carta delle Nazioni Unite.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz respinge una "pace imposta" all'Ucraina. "Non è ancora chiaro a quali condizioni l'Ucraina sarà pronta ad accettare un accordo di pace", ha affermato parlando a Politico. Gli fa eco il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius: "Sarebbe stato meglio non fare concessioni pubbliche prima dei negoziati". Secondo Pistorius, riporta Ard, la Russia rimarrebbe una minaccia per la sicurezza dell'Europa anche se si riuscisse a raggiungere un accordo di pace in Ucraina, e che sarebbe ingenuo credere che questa minaccia diminuisca anche dopo un accordo di pace, se mai verrà raggiunto. Secondo il ministro tedesco, l'Europa deve essere coinvolta nei negoziati e non sedersi a un tavolo separato.
Anche Parigi, a suo modo, frena gli entusiasmi. Il ministro francese della Difesa Sébastien Lecornu ha dichiarato di apprezzare la novità dell'apertura di questo ciclo di negoziati.
Ma per la Francia le cose sono molto semplici e molto chiare: "o siamo all'interno di parametri di discussione che ci consentono effettivamente di portare la pace attraverso la forza oppure sarà pace attraverso la debolezza", tuona il ministro. Per Lecornu la pace attraverso la debolezza rischierebbe di portare l'Europa a situazioni drammatiche di sicurezza, o addirittura all'allargamento a lungo termine del conflitto.
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