Tutt'altro che condiviso, questo "piano Biden" che dovrebbe salvare il Medio Oriente dalla catastrofe. Parlando con i mediatori per un accordo di tregua con Israele il leader di Hamas nella Striscia di Gaza, Yahya Sinwar, avrebbe affermato che l'organizzazione "non si disarmerà e non firmerà accordi che lo richiedano". Lo riporta il Wall Street Journal.
Le dichiarazione del leader di Hamas nella Striscia
Sinwar avrebbe ribadito che Hamas accetterà una proposta di accordo solo se Israele si impegnerà per un cessate il fuoco permanente. Le speranze di un ammorbidimento della linea dura di Hamas sono fallite questa mattina all'alba, in seguito all'attacco delle forze israeliane sulla scuola dell'Unrwa dove erano rifugiati centinaia di sfollati.
Una strage di civili di cui è stato rivisto ad almeno 40 morti il bilancio delle vittime: l'attacco è stato accompagnato da altri due attacchi a Nuseirat, uno a un ospedale e un altro a una casa residenziale, in cui sono rimaste uccise 5 persone. Se da un lato, infatti, Tel Aviv fa sapere al nemico che si negozierà "sotto il fuoco", la proposta di un cessate-il-fuoco per il rilascio degli ostaggi è sempre più a rischio: Hamas ha dichiarato di respingerla se non conterrà una chiara garanzia sulla fine della guerra.
La tregua che si allontana
La notizia era stata diffusa questa mattina dalla testata saudita Asharq Al-Awsat, spiegando che secondo i rappresentanti di Hamas la proposta presentata è diversa da quella illustrata dal presidente Usa Joe Biden. Il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh aveva invece dichiarato ieri che il gruppo terroristico affronterà "seriamente e positivamente" qualsiasi proposta di accordo per uno stop al fuoco basato sulla cessazione totale della guerra e sul completo ritiro delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha invece ripetutamente insistito sul fatto che non accetterà alcun accordo sugli ostaggi che impedisca a Israele di portare a termine il suo obiettivo di fondo: eliminare Hamas.
Hamas sta vincendo la guerra dell'informazione?
Nell'altra metà del campo, aumenta progressivamente l'acredine del governo israeliano verso le istituzioni internazionali e l'isolamento dello Stato ebraico. "La posta in gioco in questa guerra è l'esistenza di Israele, che combatte non solo contro Hamas, ma contro l'Iran e Hezbollah in Libano" e subisce anche "attacchi dalla Siria e lo Yemen" ha dichiarato l'ex portavoce del governo israeliano Eylon Levy, intervenendo alla conferenza 'La verità sul conflitto israelo-palestinesè, organizzata dall'associazione 7 ottobre al teatro Franco Parenti di Milano.
Hamas - ha sottolineato Levy - starebbe vincendo una guerra di informazioni per dipingere Israele come la nuova Germania nazista. Levy ha accusato il Sudafrica di "agire come braccio legale di Hamas per cercare di salvarlo dalle conseguenze della guerra che ha iniziato e che Israele non voleva, sta cercando di salvare Hamas trasformando Israele in un paria globale".
Una mossa, quella presso la Corte dell'Aia che non è rimasta ancorata meramente al Sudafrica. Hamas si è congratulato con la Spagna per la decisione di unirsi al Sudafrica nella causa contro Israele presso la Corte internazionale, sottolineando che in questo modo si "rafforza" la giustizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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