Netanyahu: "Israele in guerra su più fronti". Tajani convoca i ministri Esteri del G7

Secondo il sito libanese al-Akhbar, l'incendio sarebbe stato provocato da un attacco aereo istaeliano. Le Idf non hanno rilasciato un commento. Tajani: "Italiani lascino immediatamente il Libano"

Netanyahu: "Israele in guerra su più fronti". Tajani convoca i ministri Esteri del G7
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Nuovo raid israeliano nel sud del Libano. Stando a quanto riferito dal sito al-Akhbar, citato dal Times of Israel, i caccia della Iaf (Israel air force) avrebbero colpito una centrale elettrica vicino a un sito per la fornitura idrica nella città di Taybeh. Le Idf non hanno ancora rilasciato un commento ufficiale.

Il media del Paese dei cedri ha postato su X le foto dell’impianto in fiamme. L’incendio sembra essere di proporzioni contenute, tanto che le immagini mostrano solo una camionetta con due vigili del fuoco sul posto. Secondo al-Akhbar, l’attacco avrebbe interrotto la fornitura di acqua a “dozzine di città”. Qualora fosse confermata la responsabilità israeliana nell’attacco aereo, esso sarebbe il secondo nel giro di poche ore. Durante la notte, infatti, i jet della Iaf si sono alzati in volo per colpire varie strutture degli Hezbollah e, in particolare, un lanciarazzi nella zona di Marjayoun usato dai terroristi filo-iraniani per lanciare durante la notte tra il 3 e il 4 agosto una trentina di vettori Katyusha verso la regione dell’Alta Galilea. Secondo quanto riferito dalle Idf, la maggior parte dei missili è stata intercettata dal sistema di difesa Iron Dome, a parte uno caduto nel kibbutz di Beit Hillel e alcuni in zone aperte. L’attacco non ha provocato vittime tra la popolazione o i militari.

La tensione nel nord dello Stato ebraico rimane dunque molto elevata e vi è il timore non solo di una guerra aperta tra Tel Aviv e gli Hezbollah, ma anche della rappresaglia dell’Iran per l’uccisione a Teheran del capo dell’ufficio politico di Hamas Ismail Haniyeh. Secondo l’intelligence israeliana e statunitense, essa potrebbe avvenire il 5 agosto. Il generale Michael Kurilla, responsabile delle forze Usa in Medio Oriente, è arrivato nella regione per mobilitare una coalizione internazionale analoga a quella che ha contribuito alla difesa dello Stato ebraico nell’aprile scorso. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, all'inizio di una riunione di governo a Gerusalemme, ha dichiarato che "Israele è in una guerra su più fronti contro l'asse del male dell'Iran" e che "colpiamo con forza ognuna delle sue braccia", esigendo "un prezzo molto alto" per ogni attacco al Paese.

Nel frattempo vari Paesi occidentali, tra cui Stati Uniti, Francia, Belgio, Italia, Norvegia e Germania, hanno esortato i loro cittadini a lasciare il Libano. A questi si è aggiunta anche l’Argentina che, in una dichiarazione del ministero degli Affari esteri, del Commercio internazionale e del Culto, ha raccomandato “ai cittadini che si trovano nella Repubblica del Libano di prestare attenzione all'evoluzione della situazione e alle dichiarazioni pubblicate dai conti ufficiali del ministero degli Esteri argentino”, mettendoli in guardia da una possibile “escalation militare” in Medio Oriente.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha nuovamente invitato i nostri connazionali ad andarsene dal Libano. In un post su X, oltre a segnalare il numero della Farnesina, il vicepremier ha scritto che "visto l'aggravarsi della situazione, invitiamo gli italiani che soggiornano temporaneamente in Libano a non recarsi assolutamente nel Sud del Paese ed a rientrare in Italia con voli commerciali il più presto possibile". Il capo della diplomazia italiana ha anche concovato una rinuone dei suoi omologhi del G7. Secondo fonti informate, Tajani chiederà un aggiornamento a tutti i colleghi, in particolare al segretario di Stato americano Antony Blinken. Lo scopo della conferenza è concordare un'azione politica e diplomatica che in extremis possa evitare uno scontro militare più generalizzato in tutta la regione.

Sabato 3 agosto, il vicepremier ha chiesto all'ambasciatore Riccardo Guariglia, segretario generale della Farnesina, di trasmettere il suo invito alla dirigenza e a tutte le autorità iraniane a lavorare contro un'escalation.

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