"Non sa con chi sta giocando". Putin avverte la Nato

"I leader della Nato devono essere consapevoli con chi stanno giocando", ha tuonato Vladimir Putin da Tashkent in riferimento alla possibilità di consentire a Kiev di lanciare attacchi contro obiettivi dislocati sul territorio russo

"Non sa con chi sta giocando". Putin avverte la Nato
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L'esplicito avvertimento rivolto alla Nato. L'entrata a gamba tesa sul segretario generale dell'Alleanza atlantica Jens Stoltenberg. Il rischio di un conflitto globale nel caso in cui i Paesi occidentali dovessero inviare i loro soldati in Ucraina. E ancora: le strategie militari del Cremlino e la porta dei negoziati ancora tecnicamente aperta. Di questo e molto altro ha parlato Vladimir Putin durante una conferenza stampa al termine della sua visita in Uzbekistan. "I leader della Nato devono essere consapevoli con chi stanno giocando", ha tuonato il capo del Cremlino in riferimento alla possibilità di consentire a Kiev di lanciare attacchi contro obiettivi dislocati sul territorio russo, che ha quindi detto di ricordarsi di Stoltenberg quando "non soffriva di demenza".

La conferenza di Putin

Sul fronte militare, in risposta alle esternazioni di Emmanuel Macron e a quelle del ministro degli Esteri della Polonia, Radoslaw Sikorski, Putin ha sventolato l'ombra di una guerra globale. "La costante escalation della situazione in Ucraina da parte dei Paesi occidentali potrebbe avere conseguenze, basti ricordare la parità nucleare tra Russia e Usa", ha dichiarato il presidente russo, il quale ha ammonito che il possibile ingresso di truppe Nato in Ucraina sarebbe "un altro passo verso il conflitto in Europa e una guerra globale".

Nello specifico, ha sottolineato il capo del Cremlino, se i soldati polacchi entreranno in Ucraina non torneranno più a casa. "Per quanto riguarda i vari contingenti, ne ho già parlato. È lì che le autorità polacche si dicono pronte a inviare i loro contingenti", ha aggiunto lo stesso Putin chiarendo che "se alcuni contingenti di Paesi europei arriveranno insieme ai polacchi, alcuni torneranno, i polacchi mai".

Sul fronte militare, Putin si è detto convinto che le forze armate ucraine non saranno in grado di invertire la situazione sul campo di battaglia: "Quanti più tentativi si faranno per ribaltare la situazione sul campo di battaglia, tanto maggiori saranno le perdite che subiranno le forze armate ucraine". Il leader russo ha dichiarato di voler creare un cuscinetto per controllare eventuali mosse dell'Alleanza atlantica. "La Russia monitora le dichiarazioni della Nato e ha iniziato a creare una zona di sicurezza" vicino Kharkiv di cui l'Ucraina "è stata avvisata", ha proseguito Putin. Che, per quanto riguarda eventuali negoziati, ha ripetuto che la Russia "non si è mai rifiutata di negoziare con l’Ucraina". "La Russia è pronta a proseguire il processo negoziale sulla base di quanto stabilito a Istanbul", ha chiarito Putin, spiegando che Mosca "è pronta a proseguire il processo negoziale sull'Ucraina, ma non sappiamo cosa verrà offerto".

L'avvertimento alla Nato (e all'Ucraina)

"La Federazione Russa sa che ci sono mercenari occidentali in Ucraina, non c'è niente di nuovo in questo", ha quindi proseguito Putin specificando che "la Russia ascolta costantemente discorsi stranieri nelle intercettazioni in Ucraina, compresi francese e polacco" e che "gli istruttori occidentali, sotto le spoglie di mercenari, portano armi occidentali in Ucraina".

Putin è poi tornato sulla questione della legittimità dell'omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo il rinvio delle presidenziali in Ucraina per via del persistere della legge marziale. Con la legge marziale, ha detto Putin, "la Costituzione dell'Ucraina prevede l'estensione dei poteri ma solo della Rada (il Parlamento) mentre non si dice nulla dei poteri del capo dello Stato". Allo stesso tempo, ha continuato il leader del Cremlino, "nella legislazione ucraina esiste una norma secondo la quale, nella situazione attuale, i poteri del capo di Stato sono trasferiti al presidente della Rada".

Il presidente russo ha infine ricordato che con Jens Stoltenberg ha dialogato "quando era primo ministro della Norvegia" e "non soffriva ancora di demenza".

"Con lui ho dialogato e risolto questioni difficili riguardanti il Mare di Barents e altri temi e siamo riusciti a raggiungere un accordo. A quel tempo, sono sicuro che non soffrisse di demenza", ha detto Putin da Tashkent.

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