La Polonia apre all'invio di soldati a Kiev. Putin avverte: "Si va verso la guerra globale"

Sale nuovamente la tensione tra Mosca e l'Alleanza atlantica. Mentre il ministro degli Esteri polacco non ha escluso l'invio di soldati in Ucraina, l'Fsb ha messo nel mirino "le intense attività delle truppe Nato" lungo il confine con la Russia

La Polonia apre all'invio di soldati a Kiev. Putin avverte: "Si va verso la guerra globale"
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Minacce, messaggi espliciti, strategie per testare i nervi del nemico. Lungo la frontiera che separa la Nato dalla Russia si moltiplicano i movimenti militari, veri e presunti, tra operazioni di avvertimento ed esercitazioni congiunte. Le ultime, definite manovre nucleari tattiche e andate realmente in scena, hanno coinvolto Russia e Bielorussia. Il Servizio di frontiera dell'Fsb (il servizio di sicurezza russo) sostiene tuttavia che l'intensità delle attività di addestramento operativo delle truppe della Nato lungo il confine del Paese stia aumentando. Nel frattempo Radoslaw Sikorski, ministro degli Esteri della Polonia, non ha escluso l'invio di soldati polacchi in Ucraina. "Non dovremmo escluderlo. Dovremmo lasciare Putin col fiato sospeso sulle nostre intenzioni", ha affermato l'alto funzionario di Varsavia. Rapida la risposta del Cremlino. Vladimir Putin durante una conferenza stampa al termine della sua visita in Uzbekistan ha avvisato che l'eventuale invio di truppe occidentali in Ucraina "è un'escalation e un altro passo verso un grave conflitto in Europa e un conflitto globale".

L'avvertimento della Polonia

Partiamo dall'avvertimento, nemmeno troppo velato, della Polonia. Nel corso di un'intervista a Repubblica, Sikorski ha parlato della possibilità che il suo Paese possa inviare truppe in Ucraina. Il ministro polacco non ha escluso questa ipotesi ricordando che "i russi operano ovunque". "In Spagna, hanno trasferito soldi ai separatisti. Di recente un giudice polacco è scappato in Bielorussia e pensiamo che sia una defezione pilotata da Mosca. Putin ha inviato squadre di sicari in Germania e in Gran Bretagna", ha dichiarato citando alcuni esempi.

"Dovremmo imparare a vaccinare il nostro sistema politico, le nostre istituzioni e la nostra opinione pubblica contro la manipolazione russa. Putin è in guerra con noi dal 2011. Dobbiamo capire che la sfida è questa. E affrontarla", ha quindi specificato Sikorski. Per quanto riguarda la presunta volontà di Putin di negoziare un cessate il fuoco, il ministro polacco ha spiegato che "se Putin vuole porre fine alla guerra, può farlo ritirandosi dall'Ucraina. Può farlo con una sola telefonata". Quanto, infine, a possibili interferenze di Mosca nelle elezioni europee, "Putin farà tutto ciò che ci metta in difficoltà, che convinca la nostra popolazione che la democrazia non funziona. Che siamo cattivi come loro. Diffondere sfiducia e caos è il modello di business di Putin".

Mosca sull'attenti

Non sappiamo se l'esternazione di Sikorski, l'eventuale ipotesi di inviare truppe polacche in Ucraina, rappresenti una mossa psicologica messa sul tavolo per scuotere volutamente Mosca, oppure se risponda ad altro tipo di logiche. Certo è che Vladimir Kulishov, primo vicedirettore e capo del Servizio di frontiera dell'Fsb, ha parlato chiaramente di attività di intelligence e di intense attività di addestramento da parte dei membri della Nato vicino al confine russo. Mosca avrebbe dunque captato segnali che non le piacciono, o semplicemente sta rispondendo colpo su colpo alle uscite degli alti funzionari europei.

Nel caso di Kulishov, l'uomo del Fsb è stato emblematico: "L'attività di intelligence della Nato sta aumentando vicino al confine russo, l'intensità delle attività di addestramento operativo e di combattimento delle truppe dell'alleanza sta aumentando". Non sono emersi ulteriori dettagli anche se lo stesso Kulishov ha aggiunto un piccolo particolare: "Nel corso delle attività di esercitazione vengono elaborati scenari di operazioni di combattimento contro la Federazione Russa, compresi gli attacchi nucleari sul nostro territorio".

Le parole di Kulishov e quelle di Sikorski si aggiungono alle ultime esternazioni, altrettanto preoccupanti, di Emmanuel Macron. Poche ore fa il presidente francese ha infatti lanciato un chiaro allarme da Dresda, in Germania, dove era ospite al festival europeo della gioventù: nel caso in cui Kiev dovesse perdere "la Russia potrebbe essere qui (inteso come nel cuore dell'Europa ndr) domani". In precedenza il capo dell'Eliseo non aveva escluso l'invio di truppe in Ucraina per sostenere gli ucraini contro l'avanzata delle forze del Cremlino.

A proposito di Macron, il presidente francese ha dichiarato che all'esercito di Kiev dovrebbe essere consentito di "neutralizzare" i centri militari russi da dove vengono lanciati i missili contro l'Ucraina.

"Pensiamo che dovremmo permettere loro di neutralizzare i siti militari da dove vengono lanciati i missili, da dove l'Ucraina viene attaccata", ha detto Macron, sottolineando però che "non dovremmo permettere loro di toccare altri obiettivi in ​​Russia, e ovviamente le strutture civili".

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