Nei prossimi anni, la Nato dovrà affrontare sfide significative per mantenere il suo impianto difensivo. Secondo quanto dichiarato a Reuters da una fonte militare anonima, l’Alleanza avrà bisogno di un quantitativo compreso tra le 35 e le 50 nuove brigate in più per realizzare pienamente i propri piani in caso di attacco della Russia.
Un’unità del genere è composta da un numero di soldati che va dai 3mila ai 7mila, quindi crearne diverse decine imporrà uno sforzo notevole al blocco a guida Usa. Non è chiaro da dove il Patto atlantico attingerà per radunare il personale aggiuntivo. Le nuove truppe potrebbero essere trasferite da altri settori delle forze armate oppure gli Stati membri potrebbero dare il via a una campagna di reclutamento.
Oltre a rimpinguare i propri ranghi, la Nato dovrà anche potenziare notevolmente le proprie capacità di difesa aerea, un settore in cui gli specialisti militari occidentali hanno rilevato notevoli carenze. In particolare, la Germania dovrà quadruplicare le proprie dotazioni di batterie di missili intercettori, dato che servirà come principale hub logistico europeo in caso di conflitto con la Federazione. Negli anni della Guerra Fredda, nella Repubblica federale erano state schierate 36 unità di Patriot, mentre oggi ve ne sono solamente nove. Dopo il crollo dell’Unione sovietica, molti alleati della Nato hanno ridotto le loro capacità contraeree convinti che, nel futuro, avrebbero dovuto difendersi da attacchi missilistici molto limitati. Questa percezione è cambiata drasticamente da quando è iniziato il conflitto in Ucraina ed è stata dimostrata la fondamentale importanza dei missili intercettori per difendere la popolazione civile e le infrastrutture strategiche.
Il nuovo piano di difesa della Nato, il primo in oltre trent’anni, è stato concordato dai leader dei Paesi membri nel summit di Vilnius nel 2023. I vari capi di Stato e di governo riceveranno un aggiornamento al vertice di Washington, occasione in cui saranno celebrati i 75 anni del Patto atlantico. “I pianificatori hanno individuato i requisiti dettagliati per le truppe e le armi necessarie a difendere l’Alleanza”, ha dichiarato un funzionario militare occidentale sentito da Reuters. “Le difese aeree e missilistiche, le armi a lungo raggio, la logistica e le grandi formazioni di manovra terrestre sono tra le nostre principali priorità”.
Secondo la fonte, nel prossimo futuro la Nato richiederà un maggior impegno in materia di difesa ai vari Stati membri, “mentre sviluppiamo forze in grado di attuare i nostri piani e di rispondere alle minacce che dobbiamo affrontare”.
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